Premio per la Cultura 1997 della PRESIDENZA DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI Prot. N° DIE/3 RIC/2377 (1997)
CEPAA APS – Compagnia Emanuele Giglio di Claviere (Torino)
presenta
LUCREZIA
da Cicerone, Tito Livio, Servio e Shakespeare
in scena: Emanuele Giglio e Monica Griffa
traduzione: Emanuele Giglio
musiche: Henry Purcell The Cold Song dal King Arthur
regia: Emanuele Giglio
Il mito dello stupro di Lucrezia, di cui nel “De re publica” tratta Cicerone, si sviluppa con il racconto dello storico romano Tito Livio, poi ripreso da Servio, che William Shakespeare utilizzò in seguito per comporre un poema narrativo.
La vicenda è quanto mai attuale: si narra che nell’antica Roma, a causa della violenza sessuale subita da Lucrezia ad opera del figlio del re Tarquinio, la nobile romana si suicidò. Il popolo per punire l’oltraggio cacciò i re e abolita la monarchia, Roma diventò una repubblica.
Oltre al rilevante aspetto politico, la storia ci ricorda un assai ripetersi di atti di violenza e di soprusi che risalgono alla notte dei tempi. Proprio per questo, diffondendo il concetto con il teatro, intendiamo contribuire a combattere ogni forma di violenza nei confronti delle donne; un fenomeno sempre più pericolosamente ricorrente e tristemente attuale. Per questo motivo la compagnia Emanuele Giglio si onora di essere tra i promotori del Progetto Donne della UILT (Unione Italiana Libero Teatro) “con l’intento di smuovere le coscienze promuovendo la solidarietà e la presa di posizione e, a nostro modo, educare al rispetto. Si tratta in questo caso di emozioni al femminile, condivise da uomini che amano le donne, tanto da mettersi a loro disposizione…” (Stella Paci responsabile del progetto nazionale), in questo caso per dar voce alla storia di Lucrezia.
Uno spettacolo di forte impatto, in cui elementi del punk tedesco si fondono al teatro classico antico, al barocco, alla musicalità del verso, in un unicum che ben disegna l’umanità ed il teatro dei nuovi anni venti.
“La violenza sulle donne è un carillon ossessivo, che a scadenza i media ci ripropongono fino ad assopire la mente, fino ad inglobare la notizia come scontata, ripetuta, la ascolto ma non la sento più, già la so, mi incuriosisce la dinamica del fatto, la sua spettacolarità e basta. Le conseguenze sono solo un sottofondo a volte anche noioso, monotono: come un rubinetto che gocciola ininterrottamente e che ormai il mio cervello legge come silenzio”. Così riassume Monica Griffa, che sul palco con Giglio è parte di questo ingranaggio scenico: la Maria di Friz Lang che Emanuele Giglio ridisegna in una “Metropolis” 2023.
L’attore-artifex nell’esecuzione, intende restituire alla poesia l’ormai perduta lirica originaria, concentrando quella spinta verticale (matrice di tutta la sua ricerca teatrale) in cui il verso si rende pura vertigine sonora atta a fare del nuovo teatro italiano un linguaggio universale, superando una volta per tutte la Babele delle lingue.
XXXV RASSEGNA INTERNAZIONALE
TEATRO CLASSICO ANTICO «CITTÀ DI PADOVA»
MUSEI CIVICI EREMITANI Chiostro Albini
Martedì 23 maggio 2023 ore 18.00