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EPIDERMICA Personale fotografica di Michele Mattiello – Dal 5 al 12 febbraio Spazio Mostre Battistella San Donà di Piave – Inaugurazione aperta al pubblico 4 febbraio

DiRedazione

Gen 24, 2023

EPIDERMICA

Personale fotografica di Michele Mattiello

A cura di Barbara Codogno

Dal 5 al 12 febbraio 2023

Spazio Mostre Battistella

San Donà di Piave – Venezia

Inaugurazione aperta al pubblico 4 febbraio ore 17.30

Sabato 4 febbraio alle 17.30 allo Spazio Mostre I. Battistella (immerso nel giardino Agorà a San Donà di Piave, Venezia) inaugura “Epidermica” la personale del fotografo padovano Michele Mattiello a cura di Barbara Codogno.

Prende così il via “ciclo OFF#5”, format promosso da culturaincorso APS con la direzione artistica di Francesco Finotto, in collaborazione con i Musei Civici Sandonatesi e dell’Assessorato alla Cultura, con

A San Donà di Piave (Venezia).

Nello spazio dedicato all’approfondimento e alla ricognizione dei nuovi linguaggi artistici del contemporaneo dal 5 al 12 febbraio i riflettori saranno puntati sull’ottava arte: in esposizione una quarantina di scatti firmati da Mattiello, organizzati in tre sezioni.

Urlo”: la prima sezione propone al pubblico un lavoro storicizzato, esposto in Italia e all’estero. Si tratta di una serie di pezzi unici, le foto sono infatti eseguite attraverso il processo di trasferimento di emulsione su carta acquerello. Mattiello ritrae i suoi soggetti mentre urlano: un atto tanto liberatorio quanto intimo.

Mutatios Cuti” racconta i cambiamenti dei corpi. In questo caso di quelli della pelle. Parliamo dei tatuaggi, ormai un fenomeno di massa. In questa seconda sezione Mattiello ritrae corpi che affidano alla pelle i significanti della loro vita.

L’equazione di Dirac”. Se due sistemi interagiscono tra loro per un certo periodo di tempo e poi vengono separati, non possono più essere descritti come due sistemi distinti, ma in qualche modo, diventano un unico sistema. In questa terza sezione Mattiello ritrae corpi in vicinanza, affidando ancora una volta alla pelle il racconto dei legami tra le persone.

La mostra rimarrà aperta fino a domenica 12 febbraio con orario di apertura: venerdì 16:30 – 19:30; sabato 10:30 – 12:30; 16:30 – 19:30; domenica 10:30 – 12:30; 16:30 – 19:30. Ingresso libero.

Michele Mattiello, è fotografo freelance e stampatore fine art. Ha iniziato a fotografare e a praticare la camera oscura negli anni ‘80. Successivamente, nel 2003 collabora con una Onlus per realizzare reportage sulle loro attività, e questo lo avvicina al reportage e al suo linguaggio. Dopo questo progetto, durato alcuni anni, ha deciso di concentrarsi sull’esplorazione della sfera intima delle persone e dei linguaggi del corpo. Esperienze con altri fotografi lo portano ad approfondire questa ricerca. Le sue foto sono state esposte Italia, Francia, Russia, Giappone. Attualmente lavora come fotografo freelance e stampatore fine art, con una particolare attenzione al mondo dell’arte e alla ricerca su differenti materiali di stampa.

Info e Contatti

culturaincorso99@gmail.com

https://www.facebook.com/Culturaincorso-320679365003256

Michele Mattiello: 348 2326069

Testo critico di Barbara Codogno:

Indossa il tuo cuore sulla tua pelle in questa vita.
(Sylvia Plath)

La fotografia di Michele Mattiello è una foto del corpo sul corpo, una fotografia che fa affiorare sulla pelle le tracce del vissuto. La ricerca dell’autore, almeno in questa esposizione, rivolge particolare attenzione a quanto ha da raccontare il derma: strato superficiale, involucro protettivo, ma anche vaso comunicante tra il dentro e il fuori.

Un corpo di cui Mattiello sigilla, nello scatto, una narrazione parziale, condensata principalmente sul viso, successivamente sul tronco, talvolta sugli arti, mai nella sua interezza.

Epidermica è infatti le fil rouge che connette le tre diverse sezioni di questa personale.

Nella prima sezione Mattiello propone al pubblico un lavoro storicizzato, esposto in Italia e all’estero, che segna l’origine della sua ricerca. “Urlo” raccoglie fotografie – sono tutti pezzi unici – eseguite attraverso il processo di trasferimento di emulsione su carta acquerello. La stampa a getto d’inchiostro viene immersa in acqua bollente. Nel momento in cui l’emulsione della stampa inizia a scollarsi dal supporto cartaceo, questa viene trasferita su carta acquerello. L’effetto che se ne ricava è perturbante. Sembra che l’autore abbia sfilato la pelle alla fotografia per farla aderire alla tela. In questo processo, la superficie della foto, che va a coincidere con la pelle del soggetto ritratto, tessuto fragile e sottile, va a lacerarsi, creando vere e proprie “ferite” sulla carta. Così come si contrae e si torce, formando sovrapposizioni, condensazioni. Una pelle ora raggrumata, ora stracciata. Mattiello ritrae i suoi soggetti mentre urlano (esperienza che dilata la faccia, le narici, la bocca, ingrossa il collo). Un atto tanto liberatorio quanto intimo. Dobbiamo raggiungere la profondità segreta, talvolta insondabile del nostro esistere per espellere quei rumi di energia emotiva, sprofondati nelle zone oscure e remote della nostra anima: parliamo di lacrime, dolore, sofferenza, frustrazione, vendetta, rabbia. Questo lavoro di Mattiello allunga il passo verso la performance, ma aggancia anche antichi rituali di iniziazione e purificazione.

L’artista continua la sua indagine scegliendo di collocare il corpo nel silenzio metafisico del bianco e nero. Nella seconda e terza sezione i volti scompaiono. Adesso è solo il che corpo parla. Stavolta non urla, piuttosto si raccoglie in preghiera, cerca una vicinanza sodale che è anche specchio di un bisogno sociale. Assistiamo ogni giorno a un processo si spersonalizzazione spietata della nostra identità. I corpi che troviamo sui social sono di plastica, perfetti, senza data di scadenza.

L’isolamento pandemico ha poi ancorato il corpo al mondo virtuale cambiandone sia la percezione stessa, che le modalità di comunicazione.

La seconda sezione, titolata “Mutatios Cuti”, racconta i cambiamenti dei corpi. In questo caso di quelli della pelle. Parliamo dei tatuaggi, ormai un fenomeno di massa. In questa sezione sono ritratti dei corpi mutiche affidano alla parola incisa sulla loro pelle i significanti della loro vita. Questa riscrittura del sé sulla pelle ha il compito di creare connessioni, testimonia la ricerca di una identità collettiva che riesca a creare connessioni tra le persone, in quel deserto che è ormai l’umanità.

La terza sezione chiude il cerchio. L’autore propone “L’equazione di Dirac”. Se due sistemi interagiscono tra loro per un certo periodo di tempo e poi vengono separati, non possono più essere descritti come due sistemi distinti, ma in qualche modo, diventano un unico sistema. Anche qui il fotografo si focalizza su soggetti dei quali non inquadra il volto ma soltanto il loro tronco nudo. E anche qui Mattiello gioca sulla torsione del corpo e sulla molteplicità dei soggetti ritratti in un unico scatto. Il corpo nella sua verità meravigliosa: peli, nei, pelle raggrinzita. Vertice di tenerezza: i segni che gli indumenti hanno inciso sulla pelle, affiorano quasi come cicatrici.

Scrutando la pelle dei protagonisti ne immaginiamo vita, provenienza, dolori e gioie. La pelle ci regala indizi preziosi. Seguiamo la sua trama -la pelle è narrazione- come leggessimo le pagine di un libro che ci racconta una storia. Sono anche queste fotografie in bianco e nero. Qui però il corpo si ritrova, si abbraccia, si ricongiunge agli altri corpi.

Finalmente si riconcilia.

Di Redazione

Direttore : SERAFINI Stefano Per ogni necessità potete scrivere a : redazione@vocedelnordest.it

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