FESTIVAL ANTICHI ORGANI DEL POLESINE 2021
Un patrimonio da scoprire ed ascoltare
Edizione XVIII
NEL CUORE DEL FESTIVAL DEGLI ANTICHI ORGANI
Due concerti sabato 4 a Loreo e domenica 5 a Lendinara
Un classico barocco ed un tardo romantico per aspettare Natale
Entra nel cuore del programma concertistico il Festival Antichi organi del Polesine 2021 di Asolo musica, che nel primo fine settimana di dicembre, contribuendo a creare l’attesa natalizia, prevede ben due eventi musicali di altissimo livello culturale, coinvolgendo altrettanti organi storici completamente diversi per sonorità e tecnica costruttiva. Col patrocinio delle due Diocesi di Chioggia e di Adria-Rovigo, e della Provincia di Rovigo, in partenariato con le amministrazioni comunali di Loreo e Lendinara e la collaborazione dei parroci don Angelo Vianello e don Michele Samiolo. Per i titubanti dell’organo, questa è davvero l’occasione imperdibile per fare conoscenza con uno strumento dalle potenzialità sorprendenti.
Sabato 4 dicembre, alle 21, nella chiesa di Santa Maria Assunta in Loreo (Ro), sale sul palco del festival il “Gaetano Callido” del 1787, opera 239 dell’organaro più abile e famoso della “Scuola veneta”. Un concerto per organo e tromba con Felix Marangoni alla consolle e l’imperdibile Diego Cal alla tromba. Mentre domenica 5 dicembre, sempre alle 21, nella chiesa di San Biagio in Lendinara (Ro) è il momento dell’organo Malvestio del 1926 in un particolarissimo duetto col sassofono: alla consolle Alberto Barbetta, al sax Alessandro Juncos. Entrambi i concerti sono ad ingresso libero e gratuito con Green Pass obbligatorio sopra i 12 anni di età e mascherina.
Il concerto di Loreo è un classico per organo e tromba, dove i due strumenti dialogano tra loro in un repertorio di musica Barocca. L’organo Callido è coevo a questa estetica musicale per cui la sua fonica è esaltata dal programma. Distintive la sua intonazione generale cristallina, la struttura “razionale”, un solo manuale, il registro Principale (un registro è una serie di canne con lo stesso timbro) diviso in “bassi” e “soprani” dal suono avvolgente e delicato, ma corposo; i Flauti (le canne disposte a cuspide) sono puliti e penetranti. Alla consolle di questa straordinaria “macchina da orchestra” il maestro Felix Marangoni, italo-austriaco, concertista e solista di organo e clavicembalo, membro di diverse formazioni musicali, docente di Pratica organistica e Canto gregoriano al conservatorio di Trapani. In dialogo e in assolo c’è la straordinaria presenza del trombettista Diego Cal, che vanta collaborazioni con i più prestigiosi ensemble ed orchestre italiane e straniere, fra cui l’Orchestra di Padova e del Veneto nella quale ha ricoperto per vent’anni il ruolo di prima tromba solista; docente di Tromba moderna, rinascimentale e barocca al Conservatorio di Padova.
Il programma musicale parte da Albinoni (Concerto in Si bemolle op. 7/3) e prosegue con Bassani (Sonata da organo in Fa maggiore, per organo solista), Torelli (Concerto in Re maggiore G28), trascrizione di Bach su Marcello (Concerto in Re minore Bwv 974, per organo solista), Ziani per organo solo (Sonata in Do maggiore), Benedetto Marcello per organo solo (Fuga per organo in Mi minore), per finire con Telemann (Sonata in Re maggiore Twv 41).
Il concerto di Lendinara è un insolito duetto tra uno strumento moderno come il sax (invenzione di fine Ottocento) ed uno strumento antico, il quale però, avendo una fonica che contempla registri tardo romantici si adatta benissimo ad un programma moderno, comprensivo della tradizione natalizia. Infatti, l’organo di San Biagio viene costruito nel 1926 dalla Pontificia fabbrica organi Domenico Malvestio e figlio, organari padovani, che utilizzarono parte del materiale fonico del precedente organo, un Tonoli di metà Ottocento di Scuola lombarda. Siamo in piena “Riforma ceciliana” ed un documento papale del 1903 (“Tra le sollecitudini” di papa Pio X) afferma che la liturgia deve abbandonare la musica operistico-teatrale e tornare al canto gregoriano e alla polifonia classica rinascimentale. Intanto cambiava il gusto musicale, avanzava la sinfonia delle orchestre europee e cambiava anche la tecnica costruttiva degli organi, passando dall’artigianalità alla produzione in serie. I Malvestio cercarono di adattare i nuovi strumenti al nuovo gusto e alle nuove direttive, ripulendoli dai registri operettistici.
All’organo Alberto Barbetta, pluripremiato concertista e solista; al sassofono Alessandro Juncos (IN FOTO DI COPERTINA), che collabora con vari compositori di musica contemporanea e fa parte del Tap saxophone duo col sassofonista Riccardo Fachinat.
Il programma è una chicca imperdibile: da segnalare l’insolito duetto organo-sassofono nei brani di apertura, tre melodie gregoriane di De Lioncourt, in cui si mescolano stili e sonorità; ancora un incredibile Bach per sassofono, in una trascrizione con organo, che celebra il tempo di Avvento (Corale nun komm der heiden heiland) e a metà concerto, un’improvvisazione originale al sax di Juncos. Per il resto, omaggio a Saint-Saëns nel centenario della morte (Il cigno), Esposito (La squilla di sera offertorio sull’Ave Maria di Lourdes, per organo solista), Rachmaninoff (Vocalize) e per finire, un pot-pourri di brani della tradizione natalizia.