I FIORI DELLA BELLEZZA:
L’ISOLA DEI MORTI COME AREA DELLA BIODIVERSITA’ GRAZIE ALLE 26 SPECIE DI ORCHIDEE SPONTANEE
La natura che “ridà” vita ai caduti. Le orchidee che abbelliscono un luogo “mistico” e silenzioso come l’Isola dei Morti, dove migliaia di Arditi persero la vita attraversando il Piave durante la prima guerra mondiale. Si può partire dai fiori per capire un territorio e le sue peculiarità: il festival della Cultura di Moriago diretto da Lorena Gava torna alla natura, e in particolare alle orchidee, vere principesse del regno vegetale, per scoprire le caratteristiche di un habitat unico per la sua biodiversità, che verrà “esplorato” e raccontato attraverso un convegno, una mostra fotografica e una serie di passeggiate.
L’INCONTRO
Alle orchidee dell’Isola dei Morti è dedicato il convegno in programma il 1 aprile alle 20.30 alla Casa del Musichiere di Moriago. Curato dall’associazione naturalistica Giros (Gruppo Italiano Ricerca Orchidee Spontanee), l’incontro vede la partecipazione dell’appassionato botanico e fotografo Daniele Doro che da una ventina di anni si occupa della ricerca delle orchidee spontanee soprattutto in Veneto. Autore di varie pubblicazioni inerenti alla orchidologia e scopritore di alcune nuove specie di orchidee, Doro spiegherà le potenzialità e il valore naturalistico dell’Isola del Morti, ma anche la necessità della sua salvaguardia. Si tratta di un’oasi eccezionale per la fioritura primaverile di svariate specie di orchidee, bellissime nelle forme e nei colori: il convegno costituisce così un’importante occasione per approfondire la conoscenza di un fiore speciale e del suo habitat. Qui sono state censite ben 24 specie diverse di orchidee spontanee: un fenomeno legato alle caratteristiche del terreno, formato da un materasso di depositi fluvio glaciali che col tempo ha generato una biodiversità più accentuata che altrove. Qui, in primavera lungo i viali, nei prati aridi, all’ombra delle siepi le orchidee trovano il loro mondo ideale per crescere e propagarsi. Una gioia per gli occhi di chi li osserva e fotografa. E anche se le orchidacee risultano una delle famiglie più ricche in specie, sono anche le più minacciate: la loro sopravvivenza è legata alla integrità dell’ambiente in cui vivono.
L’ESPOSIZIONE
Il giorno dopo, il 2 aprile alle 18, sempre alla Casa del Musichiere, si apre la mostra fotografica “Le Orchidee dell’Isola dei Morti Orchidee per i Nostri Eroi” che sarà visitabile nei due weekend successivi. Curata da Rinaldo Checuz, fotografo naturalista presente nel territorio da 30 anni, l’esposizione propone 32 immagini, tutte scattate all’interno dell’Isola, che oltre a documentare le ventiquattro specie di orchidee, fatto estremamente eccezionale per un territorio abbastanza limitato, vogliono anche essere un omaggio a quanti in questo luogo hanno perso la vita per la nostra libertà. Checuz, coautore del libro fotografico “Prati incantati”, con le sue immagini ha contribuito a realizzare libri di storia locale, pubblicazioni scientifiche, panelli informativi sul territorio del Quartier del Piave oltre a calendari e diverse mostre.
LE VISITE GUIDATE
Per alcune domeniche di primavera, alle 10, sarà possibile visitare l’Isola dei Morti in compagnia di guide esperte e abilitate, “che accompagneranno i visitatori alla scoperta degli angoli meno conosciuti o degli scorci naturali più suggestivi, spiegando gli aneddoti storici piùfamosi di questi territori della Marca trevigiana” aggiunge la direttrice artistica della rassegna . Un viaggio emozionale di un paio d’ore che tocca anche i Palù, “altra area magica del territorio, per muoversi tra prati incantati, storia e natura”. Le passeggiate all’Isola dei Morti e ai Palù sono in programma la domenica mattina alle 10: (costo 5 euro, gratuito fino agli 8 anni). Per l’Isola dei Morti le visite sono in calendario il 18 aprile e il 15 maggio (info e prenotazioni 380.4610710, ritrovo davanti al cancello d’ingresso alle 10). Per i Palù l’appuntamento è fissato il 3 aprile e il 1. maggio, sempre alle 10 (ritrovo in piazza della Vittoria, fronte Municipio a Moriago, prenotazione 380.4610710).
I PALU’, PRATI INCANTATI
I Palù sono un’area naturalistica costituita da campi chiusi di origine medioevale, nati con la bonifica iniziata intorno al XIII sec. ad opera dei frati benedettini della vicina Abbazia di Santa Bona di Vidor. Caratterizzati da una elevata biodiversità, si presentano come piccoli campi circondati da siepi, con una grande quantità di acqua circolante, in gran parte di risorgiva, con una conseguente varietà di specie animali e vegetali. Grazie alla loro peculiarità, i Palù sono qualificati come sito di importanza comunitaria appartenente alla “Rete Natura 2000” e parte del progetto europeo “Life Palù QdP”. Le passeggiate primaverili sono una gioia per gli occhi, con i fiori che sbocciano e riempiono di colore la zona. In particolare di viola-azzurro con i Giaggioli, o le rare Iris sibirica e Genziana palustre, tipica degli ambienti umidi. Si possono però incontrare orchidee selvatiche, arbusti e alberi come l’ontano nero, chiamato “re della palude”, che può raggiungere i 20-25 metri di altezza. E poi il Salice bianco e la Farnia con i suoi rami sinuosi. I più attenti potranno scorgere le libellule blu, individuare volpi, talpe, ricci, ghiri, moscardini, donnole, lepri e alcuni caprioli. Ma anche usignoli, merli, l’upupa, il picchio muratore, il martin pescatore, il fagiano ma anche il falco di palude e la gru.
L’ISOLA DEI MORTI
A Moriago correva la linea del fronte che segnò la sorte di migliaia di soldati in lotta per pace. A pochi passi dal centro, nella notte tra il 26 e 27 ottobre 1918 iniziò la Battaglia della Vittoria, decisiva per la storia d’Italia. L’Isola dei Morti ricorda gli scontri e l’attraversamento del Piave degli Arditi: un piccolo lembo di terra in mezzo al fiume, compreso tra il versante settentrionale del Montello e il borgo di Moriago. Quella che un tempo era l’Isola Verde, divenne l’Isola dei Morti a memoria di tutti i caduti, migliaia di corpi di Arditi italiani, trascinati dalla corrente oppure colpiti dai proiettili austro-ungarici mentre cercavano di raggiungere l’altra sponda. Da subito questa isola divenne un luogo della memoria. Negli anni ‘20 venne eretta una piramide di pietra, con in cima una croce creata con filo spinato e un elmetto. Sulle quattro pareti sono collocate le lapidi in pietra che riportano la poesia “La preghiera di Sernaglia”, composta da D’Annunzio nel 1918. Nel secondo dopoguerra il parroco di allora, Don Pietro Ceccato, propose la costruzione di un Santuario da dedicare alla Madonna, nato nel 1965. Nel 1991, l’Associazione Artiglieri di Moriago inaugurò un secondo monumento intitolato “Vita per la Pace”, opera dello scultore Mario Balliana. Infine, il 3 novembre del 2004, il presidente della Repubblica Ciampi presenziò alla cerimonia di conferimento della medaglia d’oro al merito civile al comune di Moriago della Battaglia che si svolse proprio all’Isola dei Morti.