“Dopo il covid nulla sarà più come prima?”
Già lo scorso anno i sindaci riuniti nella Conferenza dei Sindaci del Litorale Veneto avevano deciso di avviare uno studio utile ad analizzare la situazione passata e presente riferita al turismo dei loro territori, in modo da uscire dalla fase di incertezza che il Covid aveva posto durante la precedente stagione balneare.
Uno strumento utile ad avviare una pianificazione strategica per consolidare e rafforzare le posizioni dei territori costieri sul mercato nazionale e internazionale.
Il dossier: “I COMUNI DELLA COSTA VENETA – Società, economia locale, pianificazione strategica” era stato redatto dal gruppo di lavoro di Tolomeo guidato dal professor Paolo Feltrin, presentato nei comuni alla presenza anche delle associazioni di categoria, degli operatori turistici e altri soggetti istituzionali.
Quest’anno lo studio ha visto un aggiornamento e un ampliamento, concentrandosi sull’analisi dei flussi turistici nell’anno post-pandemico e cercando anche di rispondere alla domanda che in tanti, nel biennio covid, si sono posti: “Nulla sarà come prima?”.
«Dobbiamo smettere di pensare che il turismo possa bastare da solo all’economia dei nostri territori – spiega Roberta Nesto, presidente della Conferenza e sindaco di Cavallino-Treporti –. Il covid ci ha portato tante grandi preoccupazioni, ma è stato anche un momento che ci ha portato a interrogarci sul futuro delle nostre destinazioni. Dobbiamo guardare sempre avanti, continuare ad investire, trovare la forza di proporre sempre delle alternative, come hanno fatto i nostri imprenditori».
Se da una parte gli anni del covid hanno spinto i turisti a mete di prossimità, ci si interroga ora se il ritorno alla normalità influisca sui flussi futuri, e come attrarre nuovi ospiti.
«Messa da parte una stagione molto positiva, il problema è guardare avanti con prudenza – precisa Paolo Feltrin, responsabile del dossier –. Tutti tendono a dimenticare il covid il più possibile, e cominciano a pensare di nuovo a girare il mondo, con mete vicine ma anche nuovamente lontane.
Si pone quindi un problema per la costa veneta: attrare il più possibile quel pubblico nazionale ed europeo che per mille ragioni non apprezza andare lontano. Come? Migliorando sempre più i servizi che quel tipo di turista predilige. Bisogna quindi creare un ambiente sociale molto simile a quello che gli ospiti hanno vicino a casa. Il che significa territori con meno auto possibili, più biciclette, mobilità più sostenibile. Come si è ormai abituato tutto il centro-nord Europa. In secondo luogo bisogna attirare più la fascia anziana, che rappresentano una fetta enorme di turisti e che solo in parte il Veneto attrare, al contrario di altri paesi come Spagna e Portogallo».
Lo studio realizzato sarà presentato nelle prossime settimane ai primi cittadini della costa e agli imprenditori, in modo che possano trarne utile spunto per pianificare utili strategie per preparare la prossima stagione turistica.
«Bisogna iniziare a ragionare come destinazioni – aggiunga la sindaco Nesto –. Non bastano più le strutture da sole, gli imprenditori da soli. Ma serve creare sempre nove opportunità, e lo si può fare creando reti tra pubblico e privato.
Quello che emerge dallo studio è sì l’esigenza di avere infrastrutture più adeguate, migliorare l’accessibilità alle nostre località, pensare a un turismo più sostenibile, ma anche e soprattutto creare reti che possono essere orizzontali tra comuni e consorzi, oltre che verticali».
A conclusione dello studio, Feltrin tenta di rispondere alla fatidica comanda: “Nulla sarà come prima?”
Si, no… come la marea, che costantemente modifica la spiaggia, come le mareggiate che la sconvolgono: la pandemia è stata una mareggiata. Questa situazione deve indurre a investire per essere più forti, più reattivi alla prossima crisi: dalla ricerca emerge, in molti interlocutori, consapevolezza e volontà d’azione.