Antichi Organi del Polesine Festival
Un patrimonio da scoprire ed ascoltare
EDIZIONE XX
24 novembre – 30 dicembre 2023
L’identità sonora delle comunità
A Lendinara, equilibrismi all’organo sul filo del ritmo Jazz
Successo per “Swing to the Lord” a San Biagio. Pubblico perfino da fuori provincia
LENDINARA (RO), 9 dicembre 2023 – “Questo concerto ci ha aperto nuovi orizzonti sulle potenzialità di bellezza musicale del nostro organo”. La sintesi perfetta di don Michele Samiolo, parroco di San Biagio in Lendinara, ha concluso il suggestivo e innovativo concerto dell’Immacolata con l’organo Malvestio, giocato tutto sui ritmi swing che richiedono alta tecnica e preciso controllo dello strumento, dal maestro Giovanni Feltrin.
“Swing to the Lord” è il titolo di questo nuovo programma musicale per organo, che ha esordito proprio ieri sera, 8 dicembre, a San Biagio, fra gli applausi prolungati di un vasto pubblico, arrivato anche da fuori provincia. Un concerto sicuramente diverso dai classici, gioioso come i ritmi swing, gospel e spiritual da cui sono tratte le partiture per organo. “Un gioco tra ‘sing to the Lord’ e ‘swing to the Lord’ – ha spiegato Feltrin – dove ho cercato di cogliere il momento di esaltazione legato al ritmo. Come se non si potesse star fermi per la gioia di cantare per la venuta del Signore”.
Il maestro Feltrin ha messo insieme composizioni contemporanee, in larga parte tratte da corali, spiritual e gospel cristiani (di cui viene letta la prima strofa del testo, prima dell’esecuzione) che affondano tutte le radici nello swing degli anni ’30 e ‘40 e nel jazz. Il ritmo “dondolante” (il tipico spostamento d’accento rispetto al tempo forte) diviso tra chitarra, pianoforte, contrabbasso e batteria crea una base per le improvvisazioni dei solisti. Ma qui c’è uno strumento solo ed è un organo meccanico: non è l’Hammond B3 che suonava Jimmy Smith nel jazz anni Cinquanta, e tantomeno le tastiere elettroniche o digitali moderne. Eppure, questo “re degli strumenti”, come diceva Mozart, col suo secolo di vita, difende il titolo benissimo. Merito della tecnica sicura e dell’esperienza consolidata dell’organista. Il maestro Feltrin si è destreggiato come un equilibrista sul filo del ritmo. La pedaliera a tenere la sezione ritmica, pizzicature comprese (coi piedi); la mano sinistra sul manuale per le armonie in continuo controtempo; la destra dedicata agli assoli liberi. Un caldo abbraccio per le orecchie e per il cuore, cullato in un fiorire di melodie evocative di abeti natalizi, luci nella notte, cori di angeli e pastori, feste in famiglia.
L’evento era il secondo appuntamento del festival Antichi organi del Polesine, XX edizione, organizzato da Asolo Musica col contributo di Mic, Regione del Veneto, Fondazione Rovigo cultura e Comune di Lendinara, e col patrocinio della Diocesi di Adria Rovigo e della Provincia di Rovigo. “Un appuntamento immancabile nei momenti significativi della comunità – ha detto il sindaco Luigi Viaro, intervenuto per i saluti. – Con l’Immacolata inizia il periodo degli eventi natalizi – ha ricordato il sindaco – e la musica è il mezzo forse più semplice per invitare alla partecipazione e a vivere la comunità. Un territorio diventa comunità quando mostra delle convinzioni comuni, anche attraverso i propri simboli”. Di sicuro, l’organo Malvestio del 1926 è un elemento identitario del territorio e della comunità, non solo cristiana, ma anche sociale in senso ampio. Come racconta la sua lunga storia, di strumento costruito con parte della fonica di un precedente organo ottocentesco, opportunamente ricordata dal direttore artistico del Festival, l’organista Nicola Cittadin.
Quindi un concerto di origini ritrovate, di incontri con gli affetti passati, sia nel programma musicale, che tra le persone. Cittadin ha ricordato che l’avventura del Festival Antichi organi è cominciata proprio vent’anni prima, quando era ancora studente del conservatorio di Rovigo, collaborando col maestro Giovanni Feltrin, allora insegnante al Venezze. Un Feltrin particolarmente contento di ritornare in Polesine (“dove ho lasciato un pezzo di cuore”) e su questo organo di San Biagio di cui aveva un bel ricordo, tanto che lo aveva voluto sulla copertina di un suo disco.
Dal punto di vista strutturale il concerto si compone di un Preludio tutto swing-jazz-blues con la “Petite suite in blue” dell’autore tedesco contemporaneo Johannes Matthias Michel; prosegue con i “Canti di natività”, canti contemporanei diventati parte delle sonorità natalizie del mondo occidentale; un Interludio con altre composizioni groove e rigtime; i “Canti di fede” dove compaiono anche Bossanova e samba (“In dir ist Freude” di Thomas Riegler) ed infine, un “Postludio mariano” con la Toccata su Ave Maria stella” di Alessandro Esposito (1913-1981). festival.antichiorgani.polesine@gmail.com
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