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Il costo invisibile della neve artificiale: impatti e futuro dello sci

DiRedazione

Dic 19, 2025

Con l’arrivo della stagione sciistica, la neve artificiale torna protagonista delle montagne italiane. Mentre le temperature si fanno sempre più incerte e la neve naturale scarseggia, cannoni e impianti di innevamento diventano strumenti indispensabili per garantire piste perfette. Tuttavia, dietro l’immagine scintillante delle località turistiche si nasconde un sistema costoso e impattante, sia dal punto di vista economico che ambientale. 

Neve artificiale sulle Alpi: costi, impatti e futuro dello sci

Produrre neve artificiale non è un processo semplice né economico. Secondo le analisi più recenti, servono tra 1.000 e 3.000 litri d’acqua per coprire un solo metro quadrato di pista. A questi si aggiungono i costi energetici, poiché i cannoni da neve funzionano a temperature sottozero e richiedono grandi quantità di elettricità per comprimere aria e acqua. Un impianto medio può arrivare a consumare quanto un piccolo paese, con spese che oscillano da 10.000 a oltre 100.000 euro a stagione, a seconda dell’estensione delle piste.

Proprio qui entra in gioco un dato che, fuori dagli addetti ai lavori, è spesso confuso: il “prezzo della luce” non è uno solo. Oggi il costo dell’energia elettrica in kWh in Italia si attesta attorno a 0,28 euro/kWh per il cliente domestico tipo, mentre il prezzo medio all’ingrosso (PUN Index GME) oscilla intorno a 0,12 euro/kWh. Questi valori influenzano direttamente i bilanci delle località sciistiche, che utilizzano enormi quantità di elettricità per alimentare i sistemi di innevamento.

Impatti ambientali e sostenibilità in discussione

L’impatto ambientale della neve artificiale è una questione complessa e spesso sottovalutata. L’uso intensivo di acqua e energia contribuisce non solo all’impoverimento delle risorse idriche, ma anche all’aumento delle emissioni di CO₂ legate alla produzione e al trasporto. 

Secondo diversi studi, l’innevamento artificiale modifica il microclima locale e altera il suolo, rendendolo più compatto e meno fertile. La neve prodotta artificialmente, infatti, è più densa e si scioglie più lentamente, influenzando il naturale ciclo di disgelo e la flora montana.

In questo quadro, capire come funziona il mercato energetico aiuta a leggere meglio anche la “dipendenza” delle stazioni sciistiche dall’innevamento programmato. Per comprendere l’impatto dei consumi energetici legati agli impianti, è utile considerare i dati medi nazionali: in Italia, il consumo medio di luce per una famiglia tipo è di circa 2.700 kWh all’anno, mentre il consumo medio di gas domestico si aggira intorno a 1.100 metri cubi (Smc) all’anno. Questi numeri, moltiplicati per le esigenze di una stazione sciistica, spiegano quanto sia pesante l’impatto energetico complessivo del settore.

Verso un nuovo modello di turismo montano

Di fronte a un clima che cambia e a stagioni sempre più brevi, molte località alpine iniziano a interrogarsi sul proprio futuro. Il modello basato esclusivamente sullo sci invernale mostra crepe evidenti. Alcune regioni stanno sperimentando nuove forme di turismo “quattro stagioni”, puntando su escursioni, benessere e cultura, per rendere le montagne attrattive tutto l’anno e meno dipendenti dalla neve artificiale.

Dentro questa transizione c’è anche un tema molto concreto: chi fornisce energia elettrica e gas a famiglie, hotel, impianti e servizi di valle. L’elenco dei fornitori completo segnala oltre 765 fornitori di elettricità e circa 481 fornitori di gas attivi. Per confrontare le offerte disponibili sul territorio, lo strumento istituzionale è il portale offerte Arera.

La transizione verso un turismo montano più sostenibile è già in atto, ma resta complessa. Alcuni comprensori stanno riducendo l’uso della neve artificiale, altri investono in tecnologie più efficienti, come i cannoni a basso consumo. Tuttavia, senza una strategia nazionale chiara, il rischio è che le montagne italiane restino prigioniere di un modello ormai superato. Il futuro delle nostre vette dipenderà dalla capacità di coniugare bellezza naturale e responsabilità ambientale, per continuare a sciare — ma non a ogni costo.

Fonte: https://www.papernest.it/news/neve-artificiale/ 

Di Redazione

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