Susan J. Brison
DOPO LA VIOLENZA
LO STUPRO E LA RICOSTRUZIONE DEL SÉ
Non riuscivo a spiegare quello che mi era accaduto. Ero stata aggredita senza motivo. Mi ero avventurata fuori dalla comunità umana, ero approdata oltre l’universo morale, oltre la sfera degli eventi prevedibili e delle azioni comprensibili, e non sapevo come tornare indietro.
La mattina del 4 luglio 1990, durante una passeggiata nel sud della Francia, Susan J. Brison viene aggredita senza preavviso, massacrata di botte, stuprata, strangolata fino a perdere conoscenza e, creduta morta, abbandonata nel bosco teatro della violenza.
Sopravvissuta e curata, il suo mondo è stato però distrutto. Filosofa per formazione, l’autrice si accorge infatti che la sua specializzazione non può aiutarla a dare un senso a ciò che le è accaduto, e che molti dei presupposti fondamentali sulla natura del sé e sull’ambiente che la circondava dovevano essere ripensati daccapo.
Al tempo stesso memoir di un percorso di guarigione ed esplorazione filosofica del trauma, Dopo la violenza esamina la distruzione e il rifacimento di un sé all’indomani della violenza. Esplora, da una prospettiva interdisciplinare, memoria e verità, identità e sé, autonomia e comunità. Offre un accesso all’esperienza diretta di una sopravvissuta, che allarga il proprio sguardo a riflessioni critiche che scavano nel profondo di una società in cui troppo abitualmente le donne temono e subiscono violenza sessuale.
A fronte di un trauma che sconvolge la memoria, traccia confini invalicabili tra passato e presente e rende incapaci di immaginare un futuro, l’atto di testimoniare – sostiene Brison – è il solo in grado di dare un senso e facilitare al recupero, integrando l’esperienza nella storia della vita del sopravvissuto. E se sono i presupposti stessi della vita umana a essere messi in dubbio da prove di violenza fino a tal punto prive di spiegazioni razionali, il punto, forse, è ripartire proprio dalla capacità di andare comunque avanti, accettando l’entropia che regola il mondo umano e coltivando la speranza in un’esistenza che ci è capitata come un dono, o un caso.
L’autrice rifiuta le dicotomie. «I testi sulla violenza alle donne ne sono costellati: vittima o sopravvissuta, agentività o passività, cure (psicologiche o farmacologiche) o attivismo politico. Susan Brison è contemporaneamente vittima e sopravvissuta; riconosce il valore dell’agentività e dell’empowerment così come, in altre circostanze, quello della passività.» commenta Patrizia Romito nella prefazione all’edizione italiana.
Susan J. Brison, docente presso la cattedra di Etica e Valori umani «Eunice and Julian Cohen» e professoressa di Filosofia
al Dartmouth College, New Hampshire, USA. Ha ricoperto incarichi in visita presso la Tufts University, la New York University e la Princeton University.
Prefazione di Patrizia Romito, docente di psicologia sociale presso l’Università di Trieste e massima esperta a livello nazionale sulle tematiche della violenza di genere.
Traduzione di:
Maria Chiara Piccolo, laureata in traduzione dall’inglese e dallo spagnolo, è traduttrice editoriale, autrice di dizionari bilingui e redattrice freelance.
Collana: Pinova
Pagine: 230
Prezzo: € 19,50
In libreria: ottobre 2021