Dalla prossima settimana iniziano i lavori per la riqualificazione del Parterre inferiore e verranno messe a dimora in quello superiore le piante annuali e perenni. Piantata una selezione di eleganti ciliegi da fiore (Prunus) nella zona dello chalet svizzero
Il meteo eccezionalmente instabile di questi giorni ha un po’ dilazionato alcuni importanti lavori nel Parco del Castello di Miramare che sono tuttavia in procinto di iniziare.
Dalla prossima settimana si metterà mano all’area del cosiddetto parterre inferiore, progetto il cui studio è iniziato tra la fine del 2020 e l’inizio del 2021 con una analisi del tutto simile a quanto avvenuto per il parterre superiore, che oggi rappresenta la più evidente attrazione del giardino storico. Proprio in questa zona, nei prossimi giorni verranno messe a dimora le piante a fornitura annuale (Gaura, Canna indica, Zinnia, Dahlia, Cosmos, Cleome) e alcune perenni (Araucaria, Thuja, Yucca, Bosso). Si tratta, come già avvenuto per le precedenti scelte, di piante che provengono dal Messico e dall’America latina che necessitano poca acqua e che permetteranno di avere un parterre fiorito fino a fine estate. Quest’anno la novità è rappresentata da varie piante di Agave e Aloe per arricchire le aiuole sperimentali nel parterre superiore.
Per quanto riguarda invece il parterre inferiore, si sono esaminate attentamente le foto dell’epoca facendo riferimento alle immagini più antiche custodite nel Museo. A partire da queste fonti, si è rivelato che la struttura non era cambiata in modo sostanziale rispetto alla configurazione iniziale e, quindi, si è deciso di procedere sull’onda della tradizione impostando un progetto dell’area fedele all’aspetto che aveva a fine Ottocento. Si metteranno a dimore Bossi per delimitare le zone, edere per abbracciare i plinti in pietra come è descritto in tutte le immagini storiche, piante di Timo nelle aiuole inclinate e, all’interno dei riquadri, piante di Gaura. In corrispondenza delle due fontane circolari esistenti (che verranno rimesse in funzione a breve) saranno posti a dimora dei Bambù. Nelle foto storiche, infatti, si vedono delle aiuole circolari che verranno ripristinate. Nella parte più bassa del parterre inferiore, quella che arriva in prossimità del mare, saranno rimesse a dimora due piante di cipresso ora mancanti. Infine, sempre in quest’area, si è scelto di aumentare la ricchezza dell’aiuola con altre piante grasse, Yucche e Agavi. Verrà anche recuperata e riallestita una piccola fontana che sarà posizionata in corrispondenza dell’aiuola triangolare che raccoglie la collezione di piante grasse. Sempre compatibilmente con il meteo, la fine lavori è prevista a cavallo tra giugno e luglio.
Novità anche nell’area adiacente il lago dei cigni e il padiglione dello Chalet Svizzero che aveva bisogno di un generale processo di riconfigurazione: alcuni arbusti erano stati fatti crescere senza controllo fino ad assumere altezze notevoli tali da comportare un pericolo per la sicurezza. Per questo, nel corso dell’inverno, l’area è stata oggetto di una pulitura a fondo della vegetazione arbustiva da parte della squadra di operai forestali della Direzione foreste della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, con la quale il Museo ha una convenzione triennale. Nel corso dei lavori di pulitura sono emersi esemplari di ciliegi di grande dimensione che, anche se ormai prossimi alla senescenza, hanno guidato questo progetto di restauro botanico che infatti ha incrementato la ricchezza della collezione botanica del Parco con altre specie, ben 14 esemplari, di Prunus da fiore. Ci si è orientati su varietà diverse che presentano un portamento differenziato e che fioriranno in un intervallo temporale dilazionato e quindi molto scenografico.
Per quanto riguarda la scelta delle varietà è stata intrapresa una ricerca da cui è emerso che i primi esemplari arborei di Prunus serulata in Europa sono testimoniati nel 1835. Su questa linea quindi ci si è orientati, individuato anche altre varietà successive alla seconda metà dell’Ottocento, che oltretutto risultano particolarmente eleganti e adatte al contesto del Parco di Miramare, un’interpretazione che si inserisce nell’ambito della conservazione inventiva che è stata finora portata avanti nelle scelte di riconfigurazione del Parco. Questa scelta, che coinvolge anche l’isola del lago dei cigni, promuove l’arricchimento della collezione degli alberi da fiore che si era persa e favorisce la sostenibilità e la biodiversità favorendo la presenza degli insetti impollinatori.
L’area verrà poi ripiantumata ai suoi margini con arbusti di Viburno tino in modo da darle continuità in rapporto con le zone adiacenti, verrà seminata dell’erba in modo da garantire una copertura della superficie e verranno rimessi in luce i cacciacqua realizzati in ciottoli arrotondati tipici dei percorsi pedonali del comparto.