Si presenta mercoledì 13 aprile, dalle 11 sui canali social e youtube di pordenonelegge al linkhttps://youtu.be/8oXnITtqPYY la video produzione “L’estate della neve”, realizzata da Fondazione Pordenonelegge.it con il sostegno della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, protagonista lo scrittore Marco Balzano che ha vinto la 3^ edizione del Premio Letterario Friuli Venezia Giulia “Il racconto dei luoghi e del tempo”. Il docuvideo – un mediometraggio della durata di 42 minuti – è stato girato in Carnia, a Trieste, Pordenone e in altre sedi della regione, e porta il nome del racconto lungo che Marco Balzano ha composto in veste di vincitore del Premio, ricevuto nel settembre 2022 a pordenonelegge e qualche settimana dopo siglato dalla pubblicazione de “L’estate della neve” per opera dell’editore Italo Svevo. «Con Fondazione Pordenonelegge.it – racconta nel docuvideo il Presidente della Regione autonoma Friuli Venezia Giulia Massimiliano Fedriga – abbiamo deciso 3 anni fa di istituire un Premio che collegasse strettamente la letteratura e il territorio: un riconoscimento per divulgare l’essenza dei luoghi, non una semplice vetrina, non una fotografia o una cartolina, ma il racconto di persone che vivono il Friuli Venezia Giulia. Dopo i primi focus dedicati ad Aquileia e alla Udine del Tiepolo, quest’anno il racconto del vincitore è ambientato in Carnia, un luogo bellissimo e rappresentativo della regione. Un paesaggio ruvido, che si caratterizza per la sua comunità: illuminare le peculiarità dei luoghi attraverso il racconto è appunto il senso del Premio, il protagonista del racconto ritroverà a poco a poco il senso dell’appartenenza a questa comunità». Marco Balzano conosce bene il Friuli Venezia Giulia, «un territorio di cui si parla ancora poco e con il quale dal punto vista storico non si sono fatti ancora bene i conti», osserva nel corso della video produzione l’autore, che ha vissuto e conosce Trieste. «Ma poi ci sono i libri che ti portano a incontrare molte persone e quindi -aggiunge Balzano – c’è il rapporto di affettività, amicizia e appartenenza costruito con pordenonelegge e c’è anche la Carnia, dove sono tornato spesso per incontri con la comunità e le scuole, tanto da averci ambientato il racconto “L’estate della neve”. Pagine che parlano di memoria, di un protagonista – Martino – che deve improvvisamente ritornare e che, a poco a poco, si troverà a rivedere i progetti futuri. Il Friuli Venezia Giulia ha in sé il senso di percorsi incompiuti e ancora da costruire, e io stesso – svela Balzano – ho in animo di collegare a questo territorio il mio prossimo romanzo. Non è nella montagna che sono nato e vissuto, ma l’impatto con la montagna è stato forte, come si evince nel mio romanzo “Resto qui”, finchè la montagna è diventata paesaggio interiore e una parte di me».
Nel corso della produzione, realizzata per le riprese, il montaggio e la post-produzione di Alessandro Pasian e Francesco Guazzoni, portano la loro testimonianza anche il direttore artistico di pordenonelegge Gian Mario Villalta e i curatori di pordenonelegge Alberto Garlini e Valentina Gasparet, e porta un contributo Tiziana Gibelli in veste di Assessore alla Cultura della Giunta regionale del Friuli Venezia Giulia: «Marco Balzano racconta la Carnia dal punto di vista di chi la conosce, ma non la vive, per questo l’ha descritta a tutto tondo, nei suoi aspetti più e meno positivi. D’altra parte è questo il punto di vista che ci interessa valorizzare attraverso il Premio: lo sguardo di chi racconta la Regione Friuli Venezia Giulia attraverso gli occhi e le parole di chi non ci vive, ma viene a scoprirlo o a ritrovarlo». Aggiunge Gian Mario Villalta che «l’idea alla base del Premio è quella di chiamare qualcuno che guardi alla nostra regione con lo sguardo di chi ne vive fuori, per questa edizione abbiamo focalizzato la dimensione della contemporaneità e inquadrato il territorio della Carnia. Martino Pozzi, il protagonista del racconto di Marco Balzano, gravita fra Milano, la città di elezione, e la Carnia, che aveva lasciato a 18 anni e dove sarà costretto a tornare, nei luoghi delle sue radici: paesaggi dal fascino dimesso che lo porteranno sulla soglia della decisione che potrebbe cambiargli la vita e che accenderanno un ritrovato senso di sè». «Martino Pozzi – commenta Alberto Garlini – appare all’inizio come un personaggio sradicato, ma il suo sentire è quello di un “cercatore di sentieri”. Tornato ad Ampezzo sembra avvenire un nuovo radicamento ai luoghi della sua giovinezza. Balzano indaga il rapporto fra attaccamento al luogo e desiderio di altrove, e l’equilibrio che ricerchiamo per tenere cuciti insieme questi due bisogni». E, spiega ancora Valentina Gasparet, «il rapporto tra radicamento e memoria passa anche attraverso le diverse generazioni. Sarà proprio il figlio di Martino, Filippo, uno studente in partenza per l’Erasmus, a risvegliare il padre e a metterlo di fronte alla semplicità e all’ineluttabilità di una scelta. Perché sentirsi parte di qualcosa è per natura condiviso, in un quotidiano patteggiamento con chi abbiamo vicino».
Attraverso il Premio Letterario “Il racconto dei luoghi e del tempo”, edizione dopo edizione, si compone una mappa di autorevoli “compendi narrativi” legati al territorio regionale. Da Aquileia, scenario elettivo della prima edizione del Premio assegnata allo storico e saggista Valerio Massimo Manfredi, i riflettori si sono spostati nel 2021 sul capoluogo friulano, Udine, e sulla pittura del Tiepolo con la scrittrice Melania Mazzucco. La terza edizione ha offerto l’occasione per ritrovare una scrittura di alta efficacia evocativa, quella di Marco Balzano, scrittore sensibile al legame tra un luogo e l’anima delle persone.
In copertina : Marco Balzano 2021 @Maria Cristina Traversi