Una Milano spigolosa, livida, bellissima. In Milano, origami e caffè, Paolo Failla firma un noir teso e umano che alterna colpi di scena, introspezione e una scrittura rapida come una pallottola. Un romanzo che si muove tra le notti di periferia e le pieghe dell’anima, tra piccole vendette e grandi domande, tra una tazza di caffè e il rumore sordo di un pugno.
Il protagonista, Fabio, è uno dei tanti ragazzi di provincia finiti in qualcosa di più grande di loro. Lo seguiamo mentre cerca di sopravvivere a un amore finito, a un pestaggio che gli cambia il volto e forse anche il cuore, e a un mondo che non fa sconti a nessuno. Attorno a lui si muove un coro di personaggi secondari vivi, taglienti, credibili: Ale, l’amico ambiguo e leale allo stesso tempo; Fede, ex fidanzata divisa tra rimorso e bisogno di andare avanti; Sandro, capobastone dallo sguardo vuoto e le mani pesanti. E poi Milano, non solo sfondo ma creatura viva: sporca, dolce, violenta, autentica.

Failla intreccia dialoghi serrati, scene crude e riflessioni improvvise che spezzano il fiato. Il ritmo è cinematografico, l’ironia amara, la tensione sempre alta. Non ci sono eroi, non ci sono soluzioni facili. Solo uomini e donne incastrati tra il bisogno di riscatto e il peso delle proprie scelte.
Il titolo, Milano, origami e caffè, è già una dichiarazione poetica: parla della delicatezza nascosta sotto la durezza, della fragilità dietro l’apparenza. Un origami in una città di cemento. Un caffè condiviso mentre tutto crolla.
Pubblicato dal Gruppo Editoriale WritersEditor, questo romanzo è una voce nuova e potente nel panorama del noir italiano.
Un libro per chi ama il noir metropolitano, per chi cerca storie vere, per chi sa che anche in mezzo al fango può sbocciare qualcosa.
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