Teatro Verdi di Pordenone
IN PRIMA REGIONALE MARTEDÌ 5 E MERCOLEDÌ 6 MARZO (ORE 20.30) AL TEATRO VERDI DI PORDENONE, IL TEATRO DELL’ELFO PROPONE MOBY DICK ALLA PROVA DI ORSON WELLES.
ELIO DE CAPITANI È REGISTA E INTERPRETE DI UNO SPETTACOLO CHE RIVELA LA POTENZA SCENICA DI WELLES DRAMMATURGO: UN TESTO INEDITO IN ITALIA SULLO SCONTRO, TITANICO E INSENSATO, TRA UOMO E NATURA. IN SCENA UNA COMPAGINE DI DIECI ATTORI DOVE SPICCA ANCHE IL FRIULANO MASSIMO SOMAGLINO
PORDENONE- Dopo aver conquistato il pubblico pordenonese con un fascinoso Edipo re, il Teatro dell’Elfo torna al Teatro Verdi con Moby Dick alla prova di Orson Welles, di scena in prima regionale martedì 5 e mercoledì 6 marzo (ore 20.30). Elio De Capitani è regista e interprete di uno spettacolo che rivela la potenza scenica di Welles drammaturgo: un testo inedito in Italia sullo scontro, titanico e insensato, tra uomo e natura. In scena una compagine di dieci attori dove spicca anche il friulano Massimo Somaglino
Orson Welles a metà degli anni Cinquanta il capolavoro di Melville, e ne fa un nuovo capolavoro, ugualmente epico e dal respiro shakespeariano che viene portato al successo dell’Elfo con De Capitani nei panni di un Ahab «introverso e perduto nella sua ossessione», guida una ‘ciurma’ di magnifici attori e musicisti. Spettacolo, fatto di ombre e non di buio, di canti e non di urla (con le ipnotiche musiche dal vivo di Mario Arcari), di senso dell’abisso più che di morte e di una regia nitida, semplice nei costumi (di Ferdinando Bruni), sorprendente nella scena finale della balena che non c’è ma che pure si vede, corale nella partecipazione dei bravi attori.
De Capitani e la compagnia dell’Elfo si misurano con un testo sullo scontro, titanico e insensato, tra uomo e natura. Il palco è vuoto, pochi oggetti prendono vita in modo sapientemente casuale, catapultando lo spettatore tra i marosi delle tempeste o alla presenza di mostri marini evocati solo dall’incedere vigoroso delle battute o dall’irrompere delle ballate marinare folk e degli inni sacri reinventati dal vivo da Arcari. «Il testo di Welles è un esperimento molteplice» sottolinea il regista «Blank verse shakespeariano, una sintesi estrema del romanzo, personaggi bellissimi, restituiti in modo magistrale e parti cantate. Noi abbiamo realizzato questo spettacolo ‘totale’, con in più la gioia di una sfida finale impossibile: l’apparizione del capodoglio. E con un semplice trucco teatrale siamo riusciti a crearla in scena». Sul palco, accanto a De Capitani (che interpreta Achab, padre Mapple, Lear e l’impresario teatrale), troviamo Cristina Crippa, Angelo Di Genio, Marco Bonadei, Enzo Curcurù, Alessandro Lussiana, Michele Costabile, Giulia Di Sacco, Vincenzo Zampa, Mario Arcari e, come detto, l’attore friulano Massimo Somaglino. Orson Welles portò al debutto il suo testo il 16 giugno 1955, al Duke of York’s Theatre di Londra. Lo mise in scena in un palco praticamente vuoto, scegliendo di non dare al pubblico né mare, né balene, né navi. Solo una compagnia di attori e sé stesso in quattro ruoli, Achab compreso. E vinse la sfida di portare in teatro l’oceanico romanzo di Melville gettando un ponte tra la tragedia di Re Lear e Moby-Dick: l’ostinazione del re – che la vita, atroce maestra, infine redimerà – si rispecchia in quella irredimibile, fino all’ultimo istante, dell’oscuro e tormentato capitano del Pequod
Info e biglietti in biglietteria (Tel 0434 247624) e su www.teatroverdipordenone.it
Dalle 19.00 è aperto il Caffè Licinio per un aperitivo o per un buffet pre-spettacolo: prenotazioni in biglietteria.