Il cambiamento è spesso un terreno temuto, soprattutto quando si tratta del lavoro. La paura di lasciare la sicurezza di un lavoro stabile per intraprendere un nuovo percorso può essere travolgente. Questo fenomeno, conosciuto come “mutatioergatefobia” (, paura del cambiamento lavorativo), è stato oggetto di studio della dott.ssa Anna Lamo. Le ricerche condotte partono dalla metathesiophobia cioè la paura dei cambiamenti e hanno rivelato che la sua origine risiede spesso nell’incertezza e nella mancanza di controllo. Gli individui tendono a percepire il cambiamento come una minaccia alla stabilità della propria vita, innescando così una serie di reazioni di difesa emotiva.
In Italia, questa paura è accentuata dalla cultura del lavoro fisso. Le generazioni precedenti hanno spesso aspirato a un impiego sicuro e a lungo termine, generando una mentalità radicata che valorizza la stabilità e la continuità. Di conseguenza, l’idea di abbandonare un lavoro sicuro per inseguire un’opportunità più gratificante può essere scoraggiante e fonte di ansia.
Le ricadute psicologiche di questa mentalità possono essere significative. L’ansia da cambiamento può manifestarsi attraverso sintomi quali stress, indecisione e auto-dubbio, compromettendo così la salute mentale e il benessere complessivo dell’individuo. Tuttavia, i cambiamenti socio-lavorativi degli ultimi anni richiedono alle persone di essere più propense all’adattamento e alla flessibilità. La globalizzazione, l’evoluzione tecnologica e la crescente precarietà economica rendono indispensabile la capacità di affrontare il cambiamento con coraggio e determinazione.