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PRESENTATA OGGI A TRIESTE LA MOSTRA “B#SIDE THE RIVER”

DiRedazione

Nov 11, 2022

B#Side the River in mostra

TRIESTESALA XENIA, RIVA TRE NOVEMBRE

12 – 27 NOVEMBRE 2022

PRESENTATA OGGI A TRIESTE LA MOSTRA “B#SIDE THE RIVER”, ALLESTITA ALLA SALA XENIA DI RIVA TRE NOVEMBRE. IN MOSTRA LE OPERE REALIZZATE DAGLI ARTISTI INTERNAZIONALI OSPITI DELL’OMONIMO FESTIVAL CHE SI È SVOLTO NEL CORSO DELL’ESTATE SUL TERRITORIO REGIONALE QUANDO GLI ARTISTI SONO STATI OSPITATI IN RESIDENZA TRA L’ISONTINO E LA VENEZIA GIULIA PER RACCONTARE LE STORIE DELL’ISONZO ATTRAVERSO LE PRATICHE PARTECIPATIVE DELL’ARTE CONTEMPORANEA FRA PERFORMANCE, ARTE DIGITALE E ARTE VISUALE

DOMANI, SABATO 12 NOVEMBRE ALLE 10.00 OPENING PUBBLICO.

ATTESA LA PRESENZA DELL’ARTISTA BELGA NATHALIE VANHEULE: NELL’OCCASIONE, L’ARTISTA CONDURRÀ UN RITUALE PERFORMATIVO PARTECIPATIVO CHE COINVOLGERÀ IL PUBBLICO PRESENTE

TRIESTE- Un festival itinerante concepito nel segno dell’arte e della performance, per connettere al territorio regionale alcune delle più note e affermate personalità dell’arte contemporanea del nostro tempo: le residenze di artisti internazionali hanno scandito, nei mesi di giugno e luglio 2022, l’inedita kermesse B#Side the River, un progetto promosso dall’Associazione di promozione artistica e culturale IoDeposito, sotto la direzione artistica di Chiara Isadora Artico, legato al fiume Isonzo, al suo rapporto con il territorio della nostra regione, al suo ruolo storico e alla sua dimensione contemporanea per le comunità di confine. L’edizione 2022 di B#Side the River si è concentrata su una vasta area regionale, in particolare dell’Isontino e nella Venezia Giulia, coinvolgendo in particolare i centri di Trieste, Gradisca d’Isonzo, Ruda, Monfalcone, Farra d’Isonzo, Sagrado, Staranzano, Fogliano Redipuglia e Mariano del Friuli.

Fulcro del festival sono state le residenze di artisti internazionali contemporanei, che hanno agito sulla riscoperta della storia recente di questi luoghi in rapporto alle comunità del territorio, parte attiva in varie fasi del progetto. Nell’arco di dieci settimane, fino alla fine dello scorso luglio, gli artisti sono stati ospiti in residenza nei territori selezionati dal festival. Filo rosso del progetto è stata la rilettura della narrativa storica legata alle terre che corrono lungo il fiume Isonzo. Attraverso metodologie che coinvolgono la popolazione locale, gli artisti hanno condotto ricerche etnografiche condivise, ricerche d’archivio collettive, visite a luoghi storici, passeggiate sensoriali e sonore, performance aperte al pubblico di straordinario impatto artistico ed emozionale: l’obiettivo raggiunto è stata la creazione di opere d’arte inedite, nutrite della memoria collettiva che risiede nei luoghi e che confluiscono adesso nella mostra allestita a Trieste: sarà la splendida Sala Xenia in Riva Tre Novembre ad ospitare le opere tra il 12 e il 27 novembre. In mostra videoarte, spatial installation, elaborazioni fotografiche, pittura gestuale, durational performance, tutte incentrate, appunto, sul ruolo storico del fiume Isonzo. L’opening al pubblico è in programma alle 10.00 di sabato 12 novembre.

All’evento inaugurale di sabato, è attesa l’artista multidisciplinare contemporanea Nathalie Vanheule. Per l’occasione, l’artista condurrà un rituale performativo partecipativo che sublima la forza dell’interconnessione umana: guidate dall’artista, le mani dei partecipanti verranno dipinte dall’artista e le loro impronte andranno a comporre un’opera collettiva.

Il rituale performativo si svolgerà in due “turni”, uno alle 10.00 e uno alle 11.30

Il gesto performativo richiama la performance All Arms United, realizzata a luglio 2022 per il Festival B#Side the River: Vanheule ha coinvolto trenta persone in un’opera partecipativa e relazionale nella quale i fruitori sono diventati interpreti: donne, ragazzi e bambini hanno lasciato le impronte del proprio corpo su un nastro trasportatore in cuoio a rappresentare una catena di montaggio che non produce più armi, bensì rafforza l’indistruttibile connessione umana. L’opera sublima la dimensione collettiva del lavoro come risposta all’angoscia della guerra, mentre il gesto primordiale dell’impronta della mano riemerge come primo segno della cultura e del detto umano: io sono, esisto, creo.

Originaria di Ypres, città belga incenerita dai bombardamenti della Prima Guerra Mondiale, Vanheule è famosa a livello internazionale per l’uso espressivo che ha fatto della cenere. Attraverso installazioni e performance ad alto impatto emotivo, l’artista esplora tematiche universali quali la vita e la morte, la vanità delle cose e la fragilità dell’esistenza umana. Nelle sue opere, fondamentale è il coinvolgimento degli spettatori che, diventando parte attiva dell’esperienza, sono trasportati in dimensioni sospese e surreali, dove le certezze che regolano la nostra quotidianità vengono sovvertite.

Nell’allestimento B#side the river i linguaggi più innovativi e partecipativi dell’arte contemporanea si fondono con la ricerca storica, alimentati dalle testimonianze di chi vive sul territorio, confluendo in un ritratto che identifica il fiume Isonzo come spartiacque tra est e ovest del mondo. L’identità del luogo è infusa nelle opere d’arte attraverso un processo partecipativo e inclusivo: interviste, raccolte di memorie orali con i membri della comunità, video-testimonianze, sound walking, esercizi creativi di radicamento, body cartography, performance relazionali, workshop e conversazioni pubbliche.

In mostra, assieme all’artista belga multidisciplinare Nathalie Vanheul l’artista neozelandese di origine cambogiana Lang Ea, che esplora le sfide della guerra e dei suoi traumi, l’artista svedese Ingrid Ogenstedt orientata a disegni e installazioni di grande dimensione con particolare interesse per la land art, l’artista serba Andreja Kargačin, 23 anni, originaria di Novi Sad, approdata al linguaggio della performance partendo da un retroterra nella danza e dagli studi di arte drammatica a Belgrado, l’artista performativa canadese Holly Timpener nota per le sue indagini sulle tematiche legate all’identità di genere, con performance che promuovono la consapevolezza del rapporto con il corpo. Ancora, l’artista olandese Deimion “Peim” van der Sloot: di formazione multidisciplinare, si divide tra arti visive, design e performance, l’artista sloveno Boris Beja, che riunisce nella propria pratica artistica scultura, disegno, collage e fotografia; l’artista turca Gülhatun Yıldırım, nota per i lavori performativi legati all’acqua e l’artista italiana Marta Lodola, attiva in Germania, specializzata in performance art, e particolarmente interessata all’identità femminile all’interno della società contemporanea.

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Per informazioni, prenotazioni e dettagli:

www.bsidewar.org

Di Redazione

Direttore : SERAFINI Stefano Per ogni necessità potete scrivere a : redazione@vocedelnordest.it

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