La Presidente Bergamin: “Che sia l’inizio di un dialogo costruttivo”
Su invito dell’Ordine dei Medici, Chirurghi e Odontoiatri di Udine, si è tenuto ieri sera, nella sede dell’OMCeO, il primo incontro con l’Assessore regionale alla salute, Riccardo Riccardi. A rappresentare l’Ordine erano presenti la Presidente Anna Maria Bergamin Bracale insieme ai componenti del Consiglio direttivo, della Commissione albo odontoiatri e i membri nominati dal consiglio nelle commissioni medico legale, deontologica, giovani ed ospedale territorio. “Questo primo incontro ufficiale – ha affermato la Presidente Bergamin – desideriamo segni l’inizio di un dialogo continuo, costruttivo e franco tra due istituzioni che, pur avendo mandati diversi, hanno lo stesso obiettivo, ovvero la tutela della salute dei nostri cittadini. I professionisti qui presenti rappresentano a 360° lo spirito e le competenze dei nostri oltre 4000 iscritti che sono il fulcro del buon funzionamento del sistema sanitario”. Tre i punti all’ordine del giorno che l’Ordine teneva ad approfondire con Riccardi: lo stato dell’arte e la progettualità per la medicina del territorio, la situazione dei pronto soccorso e l’esercizio in deroga dei medici provenienti da Paesi extra Ue. In particolare, sul terzo punto Bergamin ha ricordato la legge del Governo, nata in deroga con il Covid, che consente l’assunzione per l’esercizio di professioni sanitarie a tutti i cittadini di Paesi non appartenenti all’Unione europea, deroga valida fino a quest’anno e poi prorogata al 2027. “Per noi è una nota dolente – ha spiegato – Noi tutti ci aspettavamo che venisse meno con il cessare della pandemia, ma questo non è accaduto, anzi. Ed è venuto meno anche l’obbligo di comunicazione dell’elenco dei medici extra Ue. E’ chiaro che questa è una legge dello Stato – ha precisato – ma quello che noi chiediamo riguarda la delibera regionale del 2022, sulla cui legittimità ci siamo interrogati, che deroga il controllo dei titoli e delle competenze di questi medici alle strutture che li assumono. Chiediamo alla Regione un controllo diretto che per noi è una maggiore garanzia, rispetto a un controllo fatto a livello più periferico, anche se questo non sposta il problema che, in ogni caso, questi medici non sono iscrivibili ai nostri albi, quindi purtroppo viene meno la funzione dell’Ordine sia dal punto di vista disciplinare, sia sul controllo delle competenze di questi colleghi”. Prima del 2020, infatti, l’Ordine, oltre che controllare l’equipollenza dei titoli, faceva anche l’esame di lingua, riservandosi la possibilità di rinviare l’iscrizione all’albo e quindi l’esercizio della professione finché non avessero delle competenze adeguate. Ci rendiamo contro – ha concluso – che questo non è un problema che può risolvere la Regione, però quanto meno un controllo diretto finché lo Stato non porrà fine a questo sistema, ci darebbe maggiori garanzie. Al momento questo per noi è un disagio che viviamo nei confronti dei nostri iscritti, ma soprattutto nei confronti dei cittadini perché non abbiamo più alcuna funzione di controllo e di tutela di qualità”.