Una nuova dimensione abitativa per contrastare rischi idrogeologici ed inquinamento: il nuovo corso dell’architettura riparte da Venezia
Il recente disastro alluvionale in Emilia Romagna ha riportato agli onori delle cronache un tema sensibile per il territorio italiano, il dissesto idrogeologico.
Secondo il Rapporto ISPRA “Dissesto idrogeologico in Italia: pericolosità e indicatori di rischi”, il 93,9% dei comuni italiani è ritenuto a rischio per frane, alluvioni o erosione costiera. Il 18,4% del territorio nazionale è classificato a maggiore pericolosità per frane e alluvioni.
Sono 841 i chilometri dei litorali che sono soggetti a erosione, pari al 17,9% delle coste basse italiane. In generale 1,3 milioni di abitanti risultano in pericolo a causa di frane e 6,8 milioni di abitanti per le alluvioni. Le regioni più a rischio sono Emilia-Romagna, Toscana, Campania, Veneto, Lombardia e Liguria.
In Italia il 3,5% della popolazione risiede in aree a rischio alluvioni, cioè 2.431.847 abitanti, che risiedono soprattutto in Veneto, Liguria, Emilia-Romagna e Toscana. Sono a rischio anche il 4,3% degli edifici, il 4,7% delle imprese e il 7,8% dei beni culturali.
Oltre a questo, i rischi aumentano a causa del Climate Change: in Italia i segnali di cambiamento climatico sono evidenti, si legge nel Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici, aggiornato a fine 2022 dal Governo. La temperatura media mostra un marcato trend in crescita e il 2022 sembra collocarsi al primo posto tra gli anni più caldi dal 1961. Nel Centro-Nord le piogge sono calate del 40% rispetto al periodo 1991-2020, lunghi periodi di siccità hanno infestato le regioni settentrionali. Gli estremi di caldo vincono sugli estremi di freddo. E sono stati numerosi gli eventi meteo-climatici estremi.
Tutto questo scenario più che distopico nasce da un rapporto distonico e distorto con i territori: l’architettura e l’urbanistica non possono più restare a guardare, serve un approccio nuovo.
La nuova architettura parte dal Veneto
Una proposta rivoluzionaria in tal senso viene da SkyLevel Studio (www.skylevelstudio.com), startup veneta nata con l’obiettivo di creare una nuova dimensione abitativa che riporti ad avere un equilibrio tra l’uomo e l’ambiente. Il progetto prevede la realizzazione di quartieri sopraelevati rispetto al terreno al fine di restituire alla natura il suo spazio, assicurando altresì alle persone una vita in sicurezza perché antisismici e privi di rischi idrogeologici.
“Abbiamo piantato il primo seme – spiega Ciro Galeone, CEO e cofounder – che consentirà agli uomini di colonizzare il cielo portando il Sole sotto le nostre città. Possiamo finalmente lasciare alla natura il suo corso naturale osservandola da punti di vista nuovi, trasparenti, privi di alcuna interferenza con essa”.
La Nuova Architettura proposta da SkyLevel Studio si propone la colonizzazione dello spazio posto sopra di noi: la Natura “sulla Terra”, la nostra civiltà “sopra e dentro di essa”.
La realizzazione del pionieristico progetto della “Nuova Dimensione Abitativa” potrebbe, nella visione degli architetti dello Studio, risolvere la maggior parte dei problemi che affliggono l’umanità.
La realizzazione di nuovi quartieri residenziali e aree artigianali e industriali con i metodi costruttivi indicati ridurrebbe ai minimi termini:
1) il consumo dei suoli, preventivamente bonificati, poiché portiamo la natura e il Sole sotto i nostri centri urbani;
2) il rischio antisismico, in quanto tutti gli edifici verrebbero collegati su matrici elastiche antisismiche;
3) il rischio idrogeologico, essendo la struttura urbana sopraelevata rispetto al terreno;
4) l’inquinamento ai vari livelli, poiché il quartiere tiene conto di tecnologie solari, è ecosostenibile ed autosufficiente;
5) un maggior controllo sanitario in caso di pandemie, considerato lo schema strutturale del quartiere.
Il metodo costruttivo può addirittura essere applicato a partire da un singolo edificio.
“La Nuova Dimensione Abitativa – conclude Galeone – rappresenta il primo esempio al mondo di struttura urbana su “piastre” longitudinali denominate stringhe, completamente sopraelevata dal terreno, progettata interamente con le sezioni auree, strutturata con nuovi matrici urbanistiche che tengono conto di impianti aurei come gli stessi edifici, completamente autosufficienti sul piano idrico e alimentare, in grado di tutelare uomini e animali da eventi climatici e sismici di particolare gravità. Il mondo naturale è sotto di essa”.