COMUNE DI ROVIGO
TEATRO SOCIALE
ARIAPERTA
estate 2021
Rovigo Teatro Studio
24 e 25 agosto 2021 ore 21
al Festival Opera Prima XVII 5 e 6 settembre 2021
PRIMA ASSOLUTA
ANTE LUCEM
una scrittura scenica di Teatro del Lemming
su “Sette Romanze su poesie di Aleksandr Blok,
op. 127″ di Dmitrij Šostakovič
con
Cristina Baggio soprano
Alessio Papa, Diana Ferrantini, Katia Raguso, Marina Carluccio, Silvia Massicci attori
Giacomo Rizzato violino
Edoardo Francescon violoncello
Andrea Mariani pianoforte
Thierry Parmentier costumi
Massimo Munaro drammaturgia e regia
Silvia Massicci, Roberto Lunari, Matteo Fasano, Paolo Rando assistenza tecnica
ANTE LUCEM (Prima dell’Alba) è un’Opera da camera che nasce attorno alle Sette romanze su poesie di Alexsandr Blok op. 127 di Dmitrij Šostakovič. Per quanto si tratti di una partitura che il compositore russo scrisse per soprano e un piccolo ensemble strumentale, essa si presta particolarmente ad una rilettura teatrale, come per altro accade a diverse composizioni dell’ultimo Šostakovič (le Sei poesie di Marina Cvetaeva, la suite su versi di Michelangelo, persino la Sinfonia n.14, ecc.).La scrittura scenica operata in questa versione dal Teatro del Lemming, sovrappone alla musica il linguaggio articolato del teatro: la fisicità degli attori, la parola poetica, il linguaggio simbolico delle immagini, trasformano perciò la composizione da camera in un’Opera complessa e dal forte impatto visivo. È notte e siamo come in attesa di una rivelazione. Domina un’atmosfera da sogno, una diffusa trama nebbiosa. Si aprono squarci su scenari misteriosi ed evanescenti, pervasi di malinconia e di enigmi. Uno spazio intimo e evocativo, tanto più attuale in quest’epoca di pandemia: un canto gettato nell’oscurità della notte in attesa della liberazione di una nuova alba.
Coproduzione 2021 Teatro Sociale di Rovigo e Teatro del Lemming
Fratta Polesine Giardino di Villa Badoer
27 agosto 2021 ore 21
Giovan Battista Pergolesi
Concertino n.1 per archi e cembalo in sol maggiore
LA SERVA PADRONA
intermezzo buffo in due parti
libretto di Gennaro Antonio Federico
musiche di Giovan Battista Pergolesi
Personaggi e interpreti
Serpina Giulia Bolcato
Uberto Filippo Morace
Vespone Davide Lazzareto
Secondo servitore Andrea Bassi
Gerardo Felisatti
maestro concertatore e direttore d’orchestra
Maria Selene Farinelli
regia e costumi
Orchestra Regionale Filarmonia Veneta
Marco Vincenzi clavicembalo
LA SERVA PADRONA di G.B.Pergolesi
Note di regia di Maria Selene Farinelli
La drammaturgia de La Serva Padrona è sostanzialmente un gioco teatrale in cui ogni personaggio interpreta un ruolo. Serpina, che racchiude l’archetipo della donna volitiva, si destreggia con scaltrezza nell’arte della seduzione finalizzata alla scalata sociale e rappresenta a pieno quel filone di donne settecentesche di cui la Mirandolina goldoniana incarnerà di lì a poco il simbolo più potente nell’immaginario collettivo. Uberto, a sua volta, gioca la parte del padre padrone rigido ed intransigente, il cui bisogno di comandare attecchisce a malapena nella servitù, che lo teme più che rispettarlo realmente. In verità nel suo bofonchiare si intravede una certa bontà d’animo, coadiuvata dalla praticità nell’amministrare il proprio patrimonio personale con saggezza. Anche Vespone, il servitore di casa, si presta al gioco delle parti, assecondando i capricci di Serpina e tramando alle spalle del padrone e lo fa osando più di tutti con un travestimento scenico, elemento drammaturgico molto in voga nell’opera di quel periodo. La casa di Uberto, in cui si svolge l’intermezzo musicale, è un via vai di momenti routinari scanditi dal fluire della giornata. Uberto stesso è assolutamente abitudinario: barba, colazione, vestizione, uscita di casa, pranzo, riposo e così via. Questo suo attaccamento alla routine viene prontamente spezzato dalle bizzarrie della sua serva Serpina, che si adopera in ogni modo per indisporlo, variandone le abitudini, e marcare così chi comanda davvero in casa. In un vortice drammaturgico che temporalmente si svolge nell’arco di mezza giornata ma che racconta uno stato di cose già minuziosamente mutato, Serpina convince Uberto a farsi sposare, ponendo l’accento non tanto sulla sua smania di comandare (o padroneggiare, visto il titolo dell’opera) che è più un espediente caratteriale che genera simpatia ed empatia per il suo personaggio, quanto facendo leva su una inevitabile tenerezza e complicità ormai acquisite con il padrone grazie a quella routine condivisa, di cui lui stesso non si era reso conto. E’ la donna e lo è quella più terra terra, ancora una volta, a smuovere l’universo emozionale di un ambiente sociale talvolta immobile e spesso maschilista solo di facciata. Se guardassimo ad Uberto con occhi contemporanei gli vorremmo bene da subito per la sua resa incondizionata di fronte alla potenza di una donna che si definisce tale non per vezzo o vanità ma semplicemente per la fermezza dei propri obiettivi.
La casa di Uberto è, in questo allestimento, una delle ville palladiane più belle che il Polesine possa vantare: villa Badoer di Fratta Polesine. La sua scalinata diventa il palcoscenico su cui i personaggi si muovono. Due servitori, Vespone e il cuoco di casa, quest’ultimo aggiunto per scelta registica, scandiscono il ritmo della giornata-tipo di Uberto, accompagnandolo dall’alba all’ora del pranzo attraverso i rituali quotidiani di cui non può proprio fare a meno e costruendo già da subito un ritmo scenico serrato che corre parallelamente a quello musicale, frizzante senza dubbio. I due personaggi, buffi, un po’ triviali e dotati di una reciproca complicità generativa di momenti spiritosi, fungono da contorno della vicenda e guidano il focus dello spettatore sui due protagonisti (soprano e baritono), come a volerne carpire lo sguardo e condurlo in medias res, proprio nel bel mezzo dei loro battibecchi. E’ in quei battibecchi che si scorge l’aleggiare di una certa intimità, tenera proprio perché ancora non svelata. La serva abilmente riesce a far fare ad ognuno dei tre uomini di casa ciò che lei ha in mente, a suon di comandi e di arti seduttive, strizzando sempre l’occhiolino allo spettatore che ne diventa inesorabilmente complice.
Allestimento del Teatro Sociale di Rovigo in collaborazione con il Comune Città di Fratta Polesine e Provincia di Rovigo
CON IL SOSTEGNO DELLA FONDAZIONE BANCA DEL MONTE DI ROVIGO
In caso di maltempo l’evento LA SERVA PADRONA si terrà in un padiglione del Cen.Ser. Rovigo Fiere
EVENTO DI DOMANI SERA a 3 euro!
Rovigo Piazzetta Annonaria
domenica 22 agosto ore 21
TeatroRagazzi per famiglie
PRIMA NAZIONALE
ZHUAN CHI NELLA FORESTA DI BAMBU’
Racconto di Elisabetta Garilli
per bambini dai 5 ai 12 anni
Bisognava attraversare la foresta di bambù per unire ai sassi la “pietra che canta”, che aveva il potere di rimettere in dialogo l’uomo con la natura. Solo allora l’acqua avrebbe potuto tornare ad essere trasparente. Così la foresta sarebbe stata salvata, la montagna avrebbe potuto vivere e i campi di riso nutrire il bene. Un racconto ricco di riflessioni e insegnamenti riguardo all’ambiente e all’ascolto della sua fragilità. Sarà la capacità di attendere, di ascoltare e di donarsi alla comunità del piccolo Zhuan Chi, il più piccolo del villaggio, a riportare l’equilibrio necessario alla vita. Le splendide illustrazioni prodotte in tempo reale creano una magica ambientazione per questo affascinante viaggio nella saggezza di terre lontane. La danza/mimo dà forma alle vicende di Zhuan Chi, portate al pubblico di bambini e famiglie attraverso l’alto grado di coinvolgimento dato dalle parole, dalle immagini e dalla musica. In questa scena multisensoriale, il Garilli Sound Project al completo, con le consuete dinamicità e capacità comunicativa e interpretativa, trasforma l’interpretazione musicale in momenti di condivisione melodico-ritmica con il pubblico.
In caso di maltempo l’evento ZHUAN CHI NELLA FORESTA DI BAMBU’ si terrà in un padiglione del Cen.Ser. Rovigo Fiere
BOTTEGHINO TEATRO SOCIALE DI ROVIGO
Si ricorda che dal 6 agosto è entrato in vigore il Decreto 23 luglio 2021 n. 105 “Misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19 e per l’esercizio in sicurezza di attività sociali ed economiche” che prevede l’accesso agli spettacoli – anche all’esterno – solo ai soggetti muniti di certificazione verde Covid-19.
Per motivi organizzativi il botteghino del Teatro aprirà in sede di spettacolo alle 20.15 (chiudendo a teatro alle 18). PER INFORMAZIONI E PREZZI BIGLIETTI
BOTTEGHINO Teatro Sociale
Piazza Garibaldi 14 Rovigo
telefono 0425 25614
e mail teatrosociale.botteghino@comune.rovigo.it
www.comune.rovigo.it/teatro
www.myarteven.it