Siccità : Legambiente FVG chiede ai cittadini maggiore consapevolezza nell’utilizzo dell’acqua e alla politica l’adozione di misure urgenti per una gestione equa, razionale e sostenibile
La siccità è un grido d’allarme, che dovrebbe spingere ognuno a fare la propria parte. Legambiente FVG ribadisce – oggi più che mai – l’urgenza di adottare nuove modalità per rapportarci con le risorse naturali, prima tra tutte l’acqua, sempre più scarsa. Da un lato, serve una gestione più oculata e lungimirante da parte della politica e, dall’altro, è necessaria una maggiore consapevolezza e un cambiamento generalizzato dei comportamenti e degli stili di vita dal basso, coinvolgendo la cittadinanza.
L’associazione ambientalista sollecita tutti a una generale assunzione di responsabilità , adottando da subito, anche in assenza di provvedimenti pubblici, misure personali di riduzione dei consumi idrici. Ecco quindi un decalogo con semplici azioni che possono contribuire al risparmio dell’oro blu: non aprire al massimo il rubinetto quando ci si lava; fare la doccia e non il bagno in vasca; chiudere l’acqua mentre ci si lava i denti; recuperare l’acqua di cottura per lavare i piatti; non lavare l’auto; non bagnare il giardino, se non con l’acqua piovana di recupero: adottare sempre sistemi di recupero della pioggia; montare rubinetti a flusso ridotto (fino a 4.000 l/anno di risparmio); utilizzare lavatrice e lavastoviglie solo a pieno carico e riutilizzare l’acqua del condizionatore e del deumidificatore per bagnare i fiori.
Da parte delle istituzioni competenti, appare urgente emanare in modo tempestivo ogni ordine o invito volti a ridurre i consumi d’acqua sia domestici che agricoli e industriali, al fine di evitare l’esaurimento della risorsa idrica. In sintonia con l’appello nazionale lanciato da CIPRA Italia, la Commissione Internazionale per la Protezione delle Alpi, e raccolto dalle più importanti associazioni ambientaliste italiane, Legambiente FVG ritiene che «servano interventi che vadano oltre l’emergenza mettendo in campo un approccio circolare e una gestione equa, razionale e sostenibile dell’acqua, tramite una politica idrica che favorisca l’adattamento ai cambiamenti climatici dicendo NO a nuovi invasi estemporanei».
È necessario un impegno immediato, perché le previsioni meteo annunciano ancora scarsità di piogge per le prossime due settimane, mentre già moltissimi sono i danni ai raccolti, come le organizzazioni degli agricoltori e i consorzi di bonifica hanno più volte ribadito in questi mesi. Ma a preoccupare è soprattutto l’allarme del CAFC (Consorzio Acquedotto del Friuli Centrale) e degli altri gestori delle acque regionali, circa la scarsità di risorsa nelle falde e per gli acquedotti. A rischio è anche la qualità ambientale dei fiumi e la loro biodiversità . I primi effetti collaterali sono già ben evidenti: incendi, razionamenti e forniture di acqua con autobotti, evacuazioni, sospensioni delle forniture elettriche, interruzioni di strade, ferrovie e di attività produttive, inquinamento dell’aria, effetti sulla salute, paura, perdita di biodiversità , ecc. Segnali che dovrebbero spingere ad agire tempestivamente.