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Smaltimento amianto, l’Europa tace

DiRedazione

Ott 23, 2020

Grazie a Marco Dreosto (Lega – ID) emerge un quadro sconsolante

AMIANTO, QUESTO SCONOSCIUTO PER BRUXELLES…

LA UE NULLA SA DEL PERICOLOSO MATERIALE

L’Europa non dispone di alcuna informazione sui siti disponibili nè sulle capacità residue per lo stoccaggio dell’amianto. Bruxelles di fatto rimpalla la responsabilità sugli Stati e si lava le mani rispetto ad un’emergenza seria e attuale. E’ quanto   emerge   dalla   risposta   che   la   Commissione   Europea   ha fornito all’interrogazione dell’eurodeputato MARCO DREOSTO e di altri suoi colleghi del Gruppo Lega – Identità e democrazia.

L’interpellanza   partiva   da   un   presupposto   di   fatto  ormai evidente dopo i ripetuti allarmi delle imprese del settore:  in tutto il territorio dell’Unione sono sempre meno le disponibilità di spazi   per   accogliere   in   sicurezza   i   rifiuti   contenenti   il pericoloso composto.  Si tratta di ex cave o miniere nelle quali viene   deposto   il   materiale   una   volta   inertizzato,   evitando   ogni volatilità delle fibre. Ma a Bruxelles nulla si conosce del problema e, cosa ancor più grave   a   detta   di   Dreosto,   “nulla   vuole   saperne”.  

 “La   spinosa questione ambientale, che pone anche seri interrogativi sulle forme di   smaltimento   illegali   e   di   connessioni   con   la   criminalità organizzata, viene liquidata in poche, scarne righe – commenta al proposito Dreosto  -.   Spetta agli Stati coordinare e provvedere all’attuazione   di   piani   di   gestione   dei   rifiuti,   si   è   limitata   a rammentare la Commissione. Esistono tuttora migliaia di fabbricati che presentano al loro interno parti in eternit e che negli anni finiranno in discarica. Eppure non pare un argomento di interesse per   l’Unione,   che   non   propone   nemmeno   di   attivarsi   per un’indagine  statistica   sulle  reali   capacità   residue  degli   impianti attualmente   in   funzione.   Uno   scaricabarile   che   dimostra   per l’ennesima   volta   la   debolezza   delle   Istituzioni   comunitarie   su dossier di rilevanza internazionale”.

Di Redazione

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