Emozione, tecnica, intensità
Queste sono le principali doti del maestro Stefano BOLLANI, assieme al suo talento immenso e naturale sul pianoforte e una simpatia giocosa e sbarazzina.
Ancora una volta Euritmica colpisce nel segno, grazie alla impeccabile organizzazione di Giancarlo Velliscig che dal 1985 si occupa di jazz e dintorni ad alti livelli nella nostra regione, assicurandosi una serata con questo grande istrione del pianoforte, nato a Milano 53 anni fa e considerato uno dei grandi della musica italiana ed internazionale e non solo, capace infatti anche di intrattenere il grande pubblico con la fortunata trasmissione televisiva, Effetti personali, che conduce assieme alla sua compagna di vita Valentina (è stato anche sposato con Petra Magoni, cantante…), nella quale ospita in ogni puntata un cantante o un gruppo e interpreta assieme a loro brani del loro repertorio ed altro.
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La serata è di quelle da tutto esaurito e alle 20.50 puntuale quasi come un orologio svizzero eccolo salire sul palco, accompagnato dal solo pianoforte, un Fazioli, per l’occasione.
Look essenziale come sempre, jeans chiari, scarpe da ginnastica e camicia, presenta subito la prima parte del concerto che sarà un mix di sue composizioni, in tutto circa mezzoretta, scritto di recente e che prende ispirazione dalla musica classica, dal suo amato jazz ma non solo.
Prima però non possono mancare alcune battute con il pubblico…
L’atmosfera che si crea in questa mezzoretta è palpabile, i brani si susseguono con brevi pause e sono brani a volte intensi a volte romantici, brevi, pochi minuti ognuno, ma molto evocativi.
Una lunga e meritata ovazione alla fine di questa prima parte di spettacolo sancisce e certifica l’apprezzamento del pubblico.
Bollani è carico e riparte subito deliziando con la sua tecnica sopraffina i presenti. La sua tecnica è impressionante e la riversa anche fisicamente sul pianoforte, si muove in modo poco convenzionale su di esso, non in modo composto come farebbe un pianista classico, ma semmai in maniera molto fisica. Vive intensamente la musica e lo spettatore lo vede, lo capisce e ne viene coinvolto anche emotivamente.
Si va dal rock psichedelico dei King Krimson di Levin, Belew, Fripp e Buford…ai Beatles e George Harrison, tanto caro a Bollani come dirà lui stesso…passando per continue contaminazioni tra la musica classica, il jazz, la musica etnica, la musica brasiliana e le sue composizioni che fanno il verso anche a brani popolari come ammetterà lui stesso nel suo pezzo La và in campagna di chiara ispirazione popolare ma infarcita di chicche tecniche e geniali improvvisazioni.
Tutto scorre piacevolmente e con grande intensità. Il pubblico è rapito dalla grande forza espressiva e dalla tecnica esecutiva di Bollani che dopo ogni performance si inchina e ringrazia, quasi commosso, da tanto meritato affetto.
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La parte più bella e coinvolgente è nel finale dello spettacolo, quando Bollani chiede al pubblico alcuni brani che vorrebbero sentire, saranno una decina alla fine, e lui sapientemente li fonde assieme in un lungo medley.
Caruso di Dalla, Here comes the sun dei Beatles, Beethoven, Super mario…Jesus Christ superstar e Carosone sono alcuni di essi che lui da navigato maestro e padrone assoluto del proprio strumento riesce a plasmare in un unico grande brano, dimostrando ancora una volta la sua capacità di essere si musicista colto ma anche eclettico e non convenzionale.
Dopo una lunga ovazione si arriva all’acclamato bis finale e lui delizia i presenti con un omaggio al compositore Nino Rota, proponendo un medley dal suo brano famoso, il tema di 8 e1/2.
Cos’altro si può aggiungere?
Nulla, perché la musica ha parlato da sola, con il suo linguaggio universale e del quale Stefano BOLLANI ne è un degnissimo promotore e testimone.
Grazie maestro, una serata magica, perché come diceva Celentano “l’emozione non ha voce”.