con
DEBUTTA IN PRIMA ASSOLUTA MARTEDÌ 9 LUGLIO AL TEATRO VERDI DI PORDENONE (ORE 20.30) NELL’AMBITO DEL PRIMO “MONTAGNA TEATRO FESTIVAL” LO SPETTACOLO “ALBA”, DI ELEONORA CADELLI, MESSA IN SCENA DEL TESTO VINCITORE DEL CONCORSO DI DRAMMATURGIA PROMOSSO DAL TEATRO PORDENONESE “OLTRE LE NUVOLE”.
UNA PRODUZIONE TEATRO VERDI PORDENONE CON BONAWENTURA-TEATRO MIELA TRIESTE. IN SCENA GLI ATTORI DELLA COMPAGNIA ARTIFRAGILI. REGIA DI MASSIMO NAVONE
ALBA
testo di Eleonora Cadelli
regia di Massimo Navone
con Compagnia Artifragili – Alejandro Bonn, Veronica Dariol, Miriam Podgornik e Davide Rossi
scene di Ana Laura Pascale
assistente alla regia Nicole Tammetta
assistente alla produzione: Caterina Della Zonca
suoni: Davide Rossi
produzione Teatro Verdi Pordenone con Bonawentura/Teatro Miela Trieste
PORDENONE- Un’inedita co-produzione regionale vede uniti il Teatro Verdi di Pordenone con Bonawentura Teatro Miela di Trieste per la messa in scena dello spettacolo “Alba” dell’autrice e sceneggiatrice originaria di Roveredo in Piano Eleonora Cadelli, testo vincitore dell’ultima edizione del Concorso di nuova drammaturgia sulla montagna promosso dal teatro pordenonese “Oltre le nuvole”. Lo spettacolo, che debutta al Verdi di Pordenone in prima assoluta martedì 9 luglio alle 20.30, è firmato dalla regia di Massimo Navone che guida sul palco gli attori Alejandro Bonn, Veronica Dariol, Miriam Podgornik e Davide Rossi della Compagnia Arti Fragili. Lo spettacolo è inserito nell’ambito del primo Teatro Montagna Festival che il Verdi hai ideato con il supporto del CAI nazionale per condividere riflessioni sulle problematiche di cui soffrono le Terre Alte, a partire dallo spopolamento e l’abbandono della vita in quota e le conseguenze del cambiamento climatico in atto. “Viviamo in tempi complicati in cui le preoccupazioni della vita quotidiana si assommano a quelle per le prospettive future del pianeta», spiega il regista Massimo Navone. «Le scelte individuali possono influire su quelle collettive e viceversa. Un consumo irresponsabile del territorio e la necessità della sua preservazione e cura sono temi nevralgici a cui le nuove generazioni sono molto sensibili. La scelta di un ritorno alla natura che corrisponde a un intimo desiderio di equilibrio interiore e benessere è il motore che ha spinto molti giovani a tentare la fuga dalla città per costruirsi una prospettiva di lavoro a contatto con la natura. La montagna in particolare è un luogo affascinante e magnetico che attrae e sollecita connessioni con la propria interiorità. Ma un conto è viverla da turista, ben diverso è farne una scelta di vita. La montagna mette anche a contatto con gli aspetti più violenti e imprevedibili della natura: da un momento all’altro la tragedia può irrompere sconvolgendo tutto. Dalla tempesta Vaja, alla tragedia di Rigopiano, agli ultimi disastri di Cogne continuiamo ad averne degli esempi. La natura ci richiama al rispetto e alla prudenza, ci insegna a riconoscerci per quello che realmente siamo: delle fragili particelle di un sistema fatto di miracolosi equilibri. Questi i temi di cui parla la pièce teatrale “Alba”. Quattro i personaggi: tre giovani e una nonna anziana che vigila su di loro e li aiuta dall’aldilà. La scenografia completamente riciclabile di Ana Laura Pascale suggerisce l’interno di una casa di montagna attraverso elementi geometrici non realisticamente descrittivi, prende corpo la tragedia sfiorata in una notte di tempesta in cui la vita e la morte si combattono fino all’atteso risorgere del sole. Alba è un testo di grande attualità – conclude Navone – che pone l’attenzione sulle scelte personali di vita in relazione all’ambiente in cui si sceglie di abitare. La sapienza dei vecchi e l’energia delle nuove generazioni si alleano per affrontare un catastrofico evento climatico che simboleggia i pericoli che un comportamento irresponsabile può riservarci in futuro. Tra commedia brillante e apparizioni surreali lo spettacolo vive di registri espressivi diversi che alternano comicità dramma e poesia».