UN TEATRO AFFOLLATO HA SALUTATO IL CONSULENTE MUSICALE USCENTE DEL TEATRO VERDI DI PORDENONE, IL PIANISTA MAURIZIO BAGLINI, HA DEDICATO IERI SERA ALLA CITTÀ
Teatro Verdi di Pordenone 2023/2024
TUTTI IN PIEDI PER BAGLINI: UN TEATRO AFFOLLATO HA SALUTATO CON UN LUNGHISSIMO APPLAUSO IL CONCERTO CHE IL CONSULENTE MUSICALE USCENTE DEL TEATRO VERDI DI PORDENONE, IL PIANISTA MAURIZIO BAGLINI, HA DEDICATO IERI SERA ALLA CITTÀ
ECCELLENZA TECNICA E UNA SUPERBA CAPACITÀ INTEPRETATIVA PER SPLENDIDE PAGINE DI CHOPIN E MUSSORGSKY RIUNITE NEL RECITAL “MICROCOSMO E MACROCOSMO”, «TITOLO CHE ESEMPLIFICA IL PROGRAMMA DEL CONCERTO, ED È AL TEMPO STESSO LA SINTESI PERFETTA DELLA MIA ESPERIENZA DECENNALE A PORDENONE», HA SPIEGATO UN EMOZIONATO BAGLINI
A CHIUSURA DI CONCERTO, UN BIS INATTESO CON UN’ESECUZIONE A QUATTRO MANI CON IL NUOVO CONSULENTE MUSICALE DEL TEATRO VERDI, IL PIANISTA ROBERTO PROSSEDA
PORDENONE – Ha mantenuto tutte le aspettative di un evento speciale e irripetibile il concerto-evento che il pianista di fama internazionale Maurizio Baglini ha dedicato ieri sera alla città di Pordenone. Per oltre un decennio a capo della programmazione musicale del Teatro Verdi il consulente musicale uscente – accolto fin dal primo ingresso in platea con applausi da ovazione – si è esibito in un recital esclusivo su musiche di Chopin e Mussorgsky. «Microcosmo e macrocosmo è un titolo che esemplifica il programma del concerto, ed è al tempo stesso la sintesi perfetta della mia esperienza decennale a Pordenone», ha spiegato dal palco il pianista. «Idee, relazioni, memoria, sperimentazione sono elementi imprescindibili per il futuro di un Teatro che ha saputo fare del piccolo centro (microcosmo) qualcosa di indelebile e grande (macrocosmo)».
Concepito come saluto e omaggio a un intero territorio, e non semplicemente come addio a una posizione professionale, il concerto ha proposto molti riferimenti concreti al concetto di dimensioni contrapposte: le origini, in Chopin attraverso un diario intimo descritto nelle mazurke e nelle polacche; lo studium, dove il colore e il virtuosismo timbrico vengono trascesi anche in forme stereotipate quali il tema con variazioni (Berceuse op.57) o l’essenzializzazione del preludio (op.45); l’epica, intesa come trasposizione musicale di narrazione e declamazione teatrale (Ballata op.23), con riferimenti espliciti ai collegamenti indissolubili fra le varie forme d’arte (“recitar suonando”); la sinestesia (Barcarola op.60), dove la descrizione di una città simbolo di sensazioni – Venezia – viene traslata in dimensione musicale. Questi capolavori chopiniani identificano il passaggio da un microcosmo formale a un macrocosmo drammaturgico e architettonico, parametro cardine della Suite che ha occupato la seconda parte del concerto, ovvero i celebri Quadri di un’esposizione di Modest Musorgskji, la cui genesi storica è profondamente legata ad una mostra dei disegni del pittore e amico di Musorgskji, Viktor Hartmann.
Oltre 10 minuti di applausi e pubblico in piedi hanno salutato l’esibizione di Baglini: una serata densa di emozioni dove l’eccellenza tecnica del grande pianista si è spostata ad una superba capacità interpretativa. “Gli oltre 10 anni con Baglini sono stati un’avventura ricca ed emozionante: una progettualità vivace, anni di sfide lanciate che abbiamo vinto” – ha detto dal palco il Presidente Giovanni Lessio nell’introdurre il concerto. “Maurizio Baglini è stato in questi anni un vero e proprio ambasciatore della città di Pordenone nel mondo”. che ha portato il nome del teatro e di tutto il territorio nel mondo.
Gran finale con un bis inaspettato: un quattro mani con il nuovo consulente musicale, il pianista Roberto Prosseda che tanta musica ha condiviso con Baglini in questi anni, tra concerti a quattro mani – ne hanno suonati assieme oltre cinquanta – ed esperienze artistiche comuni