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Tony HADLEY a Grado, 17/7/2023, la sua classe illumina la serata

DiStera

Lug 18, 2023

In queste calde serate di Luglio, l’afa la fa da padrona. Nella città del sole calma piatta, niente brezza rinfrescante a darci sollievo.

Ma per fortuna ci ha pensato un caro amico venuto da oltremanica, quel Anthony Patrick Hadley da tutti conosciuto come TONY HADLEY, affezionato frequentatore della penisola italica. Ha portato freschezza e allegria alle molte fans (si perchè il “nostro” è pur sempre un sex symbol) riunitesi sulla diga di Grado per assistere al suo spettacolo. Un metro e novantatre di eleganza e classe.

Si presenta con alcuni minuti di ritardo, come si conviene alle star, in un elegante completo nero e camicia bianca che saprà riempire di sudore e ironia nel corso della serata.

L’ex cantante degli Spandau Ballet, con cui non ha chiuso proprio in bella maniera (per chi volesse approfondire https://www.corriere.it/spettacoli/cards/tony-hadley-compie-63-anni/addio-gruppo.shtml un articolo del Corriere che prova a fare chiarezza) ha calcato il palco di Grado con la solita maestria, figlia dei suoi 40 anni di carriera e successi.

Per il sottoscritto è la seconda volta al cospetto del signore venuto da Islington, quartiere a Nord di Londra dove è nato. La prima fu nel lontano 1987 (se ricordo bene) in quel di Lignano Sabbiadoro, quando l’indiscusso leader dei rivali dei Duran Duran guidava Martin e Gary KEMP, Steve NORMAN e John KEEBLE.

Il classe 1960 ora invece è accompagnato dalla “The faboulous TH Band“, di cui parlerò più a fondo in seguito.

La scaletta è farcita di successi degli Spandau. Si apre con “Instinction” per poi toccare pietre miliari quali “Cut a Long Story Short“, “Round and Round” e “Communication“.

Fa caldo, ma la sua voce è ancora esplosiva, ricca di talento puro, piena di colori soul e melodia. Fa “fredo” dice scherzosamente Tony alla platea, completamente rapita dalle sue movenze da padrone assoluto del palco. La band fa da contorno, non invade mai gli spazi, che sono ad uso esclusivo del dandy dal capello perfetto, dalla aria serafica e compiaciuta.

Un omaggio al suo compagno di viaggio Jack (un gran bel bicchiere di Jack Daniels, non chiedetemi quale esclusiva edition possa aver trangugiato) che saluta presentandolo al pubblico come fosse una persona vera, segno che anche lui ha le sue debolezze…

La scaletta scorre veloce, pulita, “”Only When You Leave“, “Highly Strung” e “True” anticipano quella che per molti e che lui stesso definisce la sua canzone preferita degli Spandau. La presenta ringraziandoli, diffondendo a tutti il suo desiderio di pace interiore, di ricerca di unità in un momento così difficile per l’intera umanità che non manca di sottolineare. Non denota rancori verso quelli che sono stati la sua famiglia per molti anni, anzi, tende la mano come a volerli riabbracciare per chiudere serenamente una brutta parte della sua vita. Eppoi sulle prime note, ne basteranno davvero poche per scaldare subito gli animi, la canzone esplode con il suo fascino e il suo messaggio di amore universale. “Through the Barricades” rimane un capolavoro che scalda il cuore.

Non manca di regalarci una chicca, un brano che anticipa l’uscita del nuovo album prevista per il 2024, la canzone si intitola “Alibi” e ricalca le sonorità a lui più congeniali.

Un omaggio poi a Freddie, o meglio dire ai Queen, cantando “Hammer to fall” porta anche del buon rock in una serata quasi perfetta.

Soul boy“, uno degli ultimi brani degli Spandau con Tony alla voce, la dedica al pubblico, alla gente che in questi anni lo ha sostenuto, applaudito e apprezzato, senza i quali non sarebbe potuto diventare quello che negli anni ha saputo costruire.

Dopo una breve (brevissima) pausa, rientra per il bis finale, con in mano una Peroni fredda, che beve prima di intonare “Gold“, che fa alzare tutto il pubblico dalla sedia per ballarla e cantarla assieme al sessantatreenne mattatore della serata, che chiude ringraziando il pubblico e la sua Band.

Una serata di grande musica, SUONATA e CANTATA, senza basi, computer e auto-tune, con testi accurati e musicisti capaci, una rarità insomma se paragonata alla “musica che gira intorno, quella che non ha futuro”, come diceva il buon Fossati già molti anni fa.

Nota di merito ai 6 musicisti che hanno fatto da spalla a Tony in questa serata Gradese.

Alla chitarra Richart Barrett, membro della band sin dal 2000.

Al basso Phil Williams.

Alle tastiere Adam Wakeman già tastierista di Ozzy Osbourne e figlio di tale Rick Wakeman (YES).

Purtroppo dei bravi batterista, sassofonista e corista non sono riuscito a trovare nulla (una pecca, vista dal lato di umile musicista amatoriale quale sono non dare risalto a chi ti accompagna sul palco!).

Di Stera

Stefano SERAFINI, alias STERA, direttore di VOCEDELNORDEST.IT email : redazione@vocedelnordest.it

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