Occupazione per 20mila addetti e crescita di assunzioni superiore alla media nazionale. «Un settore strategico per il nostro territorio», dice Tonassi, direttore di Confcooperative Alpe Adria
Aree di sosta sicura, sostegno alla transizione ecologica delle imprese di trasporto, eliminazione dei vincoli alla circolazione sulle grandi linee di comunicazione europee, sostegno alla formazione di figure professionali di difficile reperibilità come gli autisti di mezzi pesanti. Queste, in sintesi, le richieste contenute nel documento presentato dal tavolo di lavoro tra le associazioni di categoria del trasporto merci, che per iniziativa di Confcooperative Alpe Adria si sono riunite con l’assessore regionale alle Infrastrutture e Territorio, Cristina Amirante. L’incontro ha visto la partecipazione anche di Confindustria Udine e Alto Adriatico, Confapi Fvg, Legacoop Fvg, Confartigianato Fvg, Cna, Fai, Agci nonché dell’architetto Paolo Sartor, esperto del settore.
«L’obiettivo del tavolo tra le organizzazioni è di condividere le problematiche del comparto coinvolgendo l’intera filiera e le istituzioni. Il settore vive una rapidissima trasformazione, ma è assolutamente strategico per l’economia della nostra Regione e le imprese coinvolte, in Fvg, occupano più di 20 mila addetti», spiega Paolo Tonassi, direttore generale di Confcooperative Alpe Adria.
Quello dei trasporti e della logistica è un settore che in Fvg supporta un import-export da 15,3 miliardi l’anno: 7,2 miliardi su strada (47 per cento), 6,5 via mare (42 per cento), 0,9 per via aerea (6 per cento) e 0,7 su rotaia (5 per cento). Le imprese attive nel settore del trasporto e della logistica sono 2.247 (824 nel territorio di Udine, 673 a Trieste, 492 a Pordenone e 258 a Gorizia) per un totale di 20.118 addetti (una media di 9 addetti per impresa). Dal 2020 al 2022, in Fvg, gli addetti del settore sono aumentati del 5,4 per cento (+1.025 addetti), un dato superiore a quello medio italiano (+1,6 per cento).
Tra le richieste contenute nel documento presentato, spicca l’attenzione verso la mancanza di autisti e altre figure professionali e le misure di sostegno al conseguimento dei titoli di guida, di cui si chiede la conferma rendendole strutturali, nonché l’adozione di forme di incentivazione per la creazione di aree di sosta sicura per i mezzi pesanti. Problemi molto seri, secondo le associazioni di settore, sia per la sicurezza degli operatori sia per quanto riguarda la difficoltà di reperire figure specializzate richieste dalle aziende (a livello nazionale si stima la mancanza di 17.000 autisti). E le imprese chiedono anche un allentamento dei divieti di circolazione almeno per le grandi reti di trasporto TEN-T individuate a livello europeo: i divieti infatti, tra domeniche, festività e altri blocchi, comportano risvolti negativi per i conducenti, costretti a star lontano da casa più del dovuto, e aumentano i tempi di percorrenza. Focus pure sulla transizione ecologica: anche il settore dei trasporti, infatti, si misura con la necessità di ridurre le emissioni, impegno che richiederà importanti investimenti da parte delle imprese settoriali, che chiedono un sostegno pubblico per favorire la modernizzazione del comparto.