INAUGURATA LUNEDÌ 18 NOVEMBRE NEGLI SPAZI DELLA QUESTURA DI PORDENONE LA “STANZA TUTTA PER SÉ”, ALLESTITA PER L’AUDIZIONE IN AMBIENTE PROTETTO E CONFORTEVOLE DI DONNE VITTIME DI VIOLENZA.
L’INIZIATIVA RIENTRA NEL PROTOCOLLO D’INTESA SIGLATO FRALA DIREZIONE CENTRALE ANTICRIMINE DELLA POLIZIA DI STATO E IL SOROPTIMIST INTERNATIONAL D’ITALIA
REALIZZATA DAL SOROPTIMIST CLUB DI PORDENONE IN COLLABORAZIONE CON LA QUESTURA E CON IL CONTRIBUTO DEL COMUNE DI PORDENONE ATTRAVERSO L’ASSESSORATO ALLE PARI OPPORTUNITÀ, È LA TERZA APERTA IN PROVINCIA
IN ITALIA, AL 31 OTTOBRE 2024, SE NE CONTANO 277
È stata inaugurata oggi, 18 novembre, negli spazi della Questura di Pordenone, “Una Stanza tutta per sé”, allestita per l’audizione protetta delle donne vittime di violenza. L’iniziativa rientra nel protocollo d’intesa siglato fra la Direzione Centrale Anticrimine della Polizia di Stato e il Soroptimist International d’Italia, l’organizzazione mondiale di donne che promuove l’avanzamento della condizione femminile e la realizzazione di pari opportunità e diritti umani, attiva in provincia con il Soroptimist club di Pordenone, presieduto attualmente da Fiorenza Poletto.
Un progetto che ha fra gli obiettivi l’incoraggiamento delle donne a rivolgersi alle Forze dell’ordine e denunciare i casi di violenza subìta e che conta, ad oggi, la realizzazione nel nostro Paese di ben 277 stanze, numero in costante crescita. Per il Soroptimist club di Pordenone si tratta in particolare della terza stanza allestita a Pordenone o in provincia, la prima nel novembre del 2022 negli spazi del Comando provinciale dei Carabinieri di Pordenone, la seconda nel Comando Stazione Carabinieri di Azzano Decimo nell’aprile di quest’anno.
All’inaugurazione hanno preso la parola il prefetto Michele Lastella, il questore di Pordenone Giuseppe Solimene, la Presidente nazionale del Soroptimst International d’Italia Adriana Macchi, la presidente del Soroptimist Club di Pordenone Fiorenza, l’assessora alle Pari Opportunità del Comune di Pordenone Guglielmina Cucci e la presidente dell’associazione e centro antiviolenza Voce Donna di Pordenone Silvia Brunetta.
La “Stanza tutta per sé” – nome che deriva dal titolo dell’omonimo saggio di Virginia Woolf – nella Questura di Pordenone si trova al quinto piano dell’edificio e si raggiunge attraverso un accesso separato e dedicato. La sua funzione è sostenere la donna nel delicato e incisivo momento della denuncia di violenze e abusi e nel percorso verso il rispetto e la dignità della sua persona. L’allestimento, realizzato con il contributo del Comune di Pordenone attraverso l’Assessorato alle Pari Opportunità, è stato curato dalle socie del Soroptimist club pordenonese Fabiana Castellan e Fulvia Mellina, con dotazioni che seguono le linee guida individuate dal protocollo, e tende, con l’utilizzo di materiali, forme e colori di tessuti ed arredi tali da poter portare conforto alle donne vittime di violenza, a ricreare un ambiente favorevole e protettivo che possa aiutare la donna all’incontro con gli investigatori, evitando il più possibile il configurarsi di aspetti traumatici.
Nel protocollo più recente siglato da Soroptimist Club e Direzione Anticrimine della Polizia di Stato, inoltre, “si prevede la dotazione di kit portatili in maniera diffusa sul territorio, indipendentemente dalla presenza di una stanza d’ascolto protetto, al fine di raggiungere, in ogni caso e in modo più immediato, le vittime vulnerabili”. Ed ecco, dunque, che il progetto di questa terza stanza allestita nella Questura di Pordenone è stato ampliato con “Una stanza tutta per sé… portatile” – una valigetta con kit informatico audio-video per la verbalizzazione delle denunce – atteso che, oltre all’allestimento di aule protette, in alcuni casi può essere preferibile raccogliere la testimonianza delle donne in luogo diverso da quello istituzionale (a casa, in pronto soccorso o in un altro ambiente in grado di supportare al meglio la vittima.
La Stanza tutta per sé, luogo espressamente dedicato all’audizione di chi denuncia atti persecutori, maltrattamenti, stalking e ogni altro atto violento, rientra nel solco di un più ampio progetto che comprende un impegno articolato sui problemi dell’incentivo alla denuncia e si occupa di predisporre mezzi utili ad avvicinare il maggior numero possibile di vittime al fine di far conoscere l’esistenza e la localizzazione sul territorio delle “Stanze tutte per sé” presenti in tutta Italia.