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AMBIENTE, DOGGY BAG: 1 ITALIANO SU 2 LA VUOLE DI DEFAULT NEI RISTORANTI, 1 SU 3 CHIEDE LA BAG ECO-RICICLABILE. I DATI WASTE WATCHER

DiRedazione

Gen 10, 2024

DOGGY BAG, 1 ITALIANO SU 2 LA VUOLE DI DEFAULT AL RISTORANTE. E 1 SU 3 CONSIGLIA DI DOTARSI DI BAG RIUTILIZZABILI ED ECO-COMPATIBILI. SONO I NUOVI DATI DELL’OSSERVATORIO WASTE WATCHER, NEL GIORNO IN CUI ALLA CAMERA SI DISCUTE LA PROPOSTA DI LEGGE PER RENDERE OBBLIGATORIE LE DOGGY BAG NEI RISTORANTI. “MA NON CHIAMIAMOLE DOGGY BAG – RACCOMANDA IL FONDATORE DEL MOVIMENTO SPRECO ZERO, L’ECONOMISTA E DIVULGATORE ANDREA SEGRÉ – PERCHÉ SI RISCHIA DI TOGLIERE VALORE AL GESTO DEL RECUPERO DEL CIBO. E IL 5 FEBBRAIO, GIORNATA NAZIONALE DI PREVENZIONE DELLO SPRECO ALIMENTARE, DURANTE L’EVENTO UFFICIALE DI ROMA LANCEREMO L’OSSERVATORIO SUGLI SPRECHI NELLA RISTORAZIONE ITALIANA”

ROMA – Un italiano su 2 (il 47% degli intervistati) chiede di trovare la doggy bag di default al ristorante. E uno su 3 (il 32%) consiglia di dotarsi di bag riutilizzabili ed eco-compatibili. Il 26% inoltre suggerisce ai ristoratori di fornire un opuscolo con consigli per il consumo a casa degli avanzi e creazione di nuovi piatti a partire dal cibo avanzato, solo una minima parte dei consumatori italiani – il 5 % – suggerisce di ridurre le porzioni servite e solo il 3% sostiene che non accetterebbe di portarsi a casa il cibo avanzato. Nel giorno in cui alla Camera si discute la proposta di legge per rendere obbligatorie le doggy bag nei ristoranti.sono questi i nuovi dati dell’Osservatorio Waste Watcher International, è il fondatore del movimento e della campagna Spreco Zero, l’economista e divulgatore Andrea Segré, a rendere pubblici i dati, con una raccomandazione importante: “non chiamiamole doggy bag (borse per il cane) – spiega– perché si rischia di togliere valore al gesto del recupero del cibo e di scoraggiare il recupero. Con il Ministero dell’Ambiente, qualche anno fa, abbiamo proposto il termine family bag, che restituisce una visione anche domestica della prevenzione dello spreco alimentare. I dati Waste Watcher International del 2023 stimano uno spreco domestico pro-capite settimane di 500 gr circa, e i tempi sono maturi perché questa pratica diventi consuetudine nei ristoranti italiani, senza bisogno di chiederla, come una buona pratica comune. La parola chiave è “prevenzione”, cioè evitare di lasciare gli avanzi nel piatto. Si pone in più un problema di cui nessuno parla: chi paga i costi del bag? Se vogliamo essere sostenibili dovrà essere in materiale perfettamente riciclabile, se è a totale carico del ristoratore la vedo assai difficile. Mentre se la deve pagare il consumatore, con l’incremento dei costi, è ancora peggio. Per evitare costi troppo elevati nella fornitura della family bag un’idea condivisa dal 32% degli intervistati è proporre confezioni, buste che possono essere riutilizzate dal cliente (ad esempio sacchetti di stoffa). Prima di presentare questo tipo di progetti bisognerebbe interrogarsi perché finora gli altri non hanno funzionato.  Il prossimo 5 febbraio, Giornata nazionale di Prevenzione dello spreco alimentare, durante l’evento ufficiale di Roma lanceremo il nuovo Osservatorio sugli sprechi nella ristorazione italiana, attraverso la app istituzionale Sprecometro, scaricabile gratuitamente da tutti”.

Scarica Sprecometro:  https://sprecometro.it/

Di Redazione

Direttore : SERAFINI Stefano Per ogni necessità potete scrivere a : redazione@vocedelnordest.it

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