«La recente comunicazione di un aumento del canone demaniale del 25% ha lasciato perplessi tutti gli operatori del settore. Perplessità dovuta all’entità dell’aumento che non è stata discussa con nessuna associazione di categoria e che non si motiva considerando i tempi vissuti recentemente. Inoltre consideriamo che non stiamo parlando solo di spiagge ma anche di strutture ricettive all’aria aperta che pure insistono sul demanio».
Il presidente di Assocamping Cavallino-Treporti, Francesco Berton, interviene a seguito della decisione del Ministero delle infrastrutture di aumentare i canoni delle concessioni demaniali marittime del 25,15% nell’anno 2023.
L’aumento è stato sugli importi di base anno 1998 ai quali sono stati applicati gli aggiornamenti ISTAT maturati dal 1° gennaio 1999 al 31 dicembre 2006.
«Ricordiamo che siamo appena usciti da stagioni contraddistinte da forti precarietà – rammenta Berton –, non ultima la stagione 2022 che, nonostante il forte incremento di presenze rispetto al 2021, ha chiuso un bilancio non proprio positivo dovuto al forte aumento del costo energetico
Non da ultimo va considerata anche l’incertezza ancora pendente sulle concessioni demaniali che ancora non hanno conosciuto un riordino preciso e definitivo, andando così a recare ulteriore incertezza tra gli operatori del settore».
Non va dimenticata, infatti, la tipicità del comparto ricettivo vocato alla tipologia di turismo all’aria aperta.
Assocamping è l’associazione di categoria che raccoglie tutti i campeggi di Cavallino-Treporti e che rappresenta il 90% dei 6,5 milioni di presenze della destinazione, con quasi la metà dei campeggi ricadenti totalmente o parzialmente in area demaniale.
«Ci si aspettiamo più comprensione nei confronti di uno dei settori che è stato molto penalizzato dalle difficoltà di questi ultimi anni e che molto fatica a riacquisire il terreno perso – conclude Berton –. Provvedimenti di questo tipo dovrebbero essere mediati e discussi nei momenti opportuni e non in questi».
Nel frattempo Faita nazionale stessa che raccoglie tutti i campeggi d’Italia, presieduta dal Alberto Granzotto in carica anche come presidente di Faita NordEs, sta intervenendo presso le sedi opportune per avere chiarimenti precisi:
Nell’ambito della riforma delle modalità di assegnazione delle concessioni demaniali – spiega la nota di Faita –, il comparto turistico ricettivo esprime forti preoccupazioni per la poca attenzione fino ad oggi prestata alle peculiarità che lo caratterizzano, spesso molto diverse da quelle tipiche delle concessioni balneari.
La connessione tra la struttura ricettiva e l’area in concessione è sostanziale e prescinde dal confine demaniale: vale cioè allo stesso modo per le strutture ricettive insistenti all’interno della fascia demaniale, come per quelle insistenti nell’area privata immediatamente retrostante.
L’offerta e l’organizzazione dei servizi di balneazione è parte integrante e sostanziale dell’attività aziendale, sia nell’erogazione dei servizi, che nella pianificazione degli investimenti e dei relativi costi e ricavi.
Oltre ad una elevata percentuale di imprese titolari di concessioni per l’arenile immediatamente prospiciente l’azienda, in alcuni casi le stesse insistono, parzialmente o totalmente, in superfici oggetto di concessioni demaniali marittime per aree diverse quelle dedicate alla balneazione.
Ne è l’esempio il comune di Cavallino Treporti, che con i 6,5 milioni di presenze si classifica come sesta località turistica italiana, dove il cinquanta per cento delle strutture ricettive è collocata totalmente o parzialmente su aree demaniali e le totalità delle stesse è titolare di concessioni demaniali per l’utilizzo della spiaggia prospicente, subendo quindi forti ripercussioni e condizionamenti generati dalle attuali incertezze normative nella gestione ed assegnazione delle concessioni demaniali.
Anche in riferimento al recentissimo aggiornamento delle misure unitarie dei canoni annui relativi alle concessioni demaniali marittime per l’anno 2023, previste dall’articolo 04 del decreto-legge 5 ottobre 1993, n. 400, fissato nella misura di +25,15%, si esprime forte perplessità e preoccupazione.
Tale aumento, notevolmente superiore al tasso di inflazione dei prezzi al dettaglio, impatterà profondamente nelle gestioni economico finanziare delle imprese, già reduci di forti destabilizzazioni generate dagli aumenti dei costi di gestione smisurati ed imprevedibili, quali quelli energetici e delle forniture di beni e servizi.
Un’impresa turistico ricettiva basa il suo equilibrio economico, finanziario ed occupazionale, su attente pianificazioni e programmazioni gestionali, spesso di carattere pluriennale ed impatti economici improvvisi e destabilizzanti rischiano di comprometterne la funzionalità e l’operatività, determinando pesanti tagli nell’erogazione dei servizi e nell’impiego occupazionale, con il conseguente degradamento della qualità dell’offerta o aumento delle tariffe.
Tutto questo a discapito dei flussi turistici nazionali ed internazionali, con il rischio che, specie per quest’ultimi, possano dirigersi presso altre destinazioni estere, riscontrando offerte più competitive o qualitativamente più equilibrate.
Gli operatori del comparto turistico ricettivo chiedono quindi alle Istituzioni l’apertura di un tavolo di ascolto e confronto per affrontare in modo chiaro e definitivo l’applicazione della direttiva Bolkestein, per affrontare, pianificando correttamente gli investimenti, le prossime stagioni turistiche senza ulteriori incertezze.