IL NUOVO CORSO DI CONFARTIGIANATO IMPRESE MARCA
Conferenza stampa 18 giugno 2025, ore 11.00
- Il ruolo strategico dei corpi sociali intermedi nella stagione dei leader soli al comando
- Trasmettere alle PMI competenze evolute e aggiornate per aiutarle a cogliere le opportunità
- La collaborazione con scuole, formazione professionale e università e il nuovo corso di laurea
- L’analisi geopolitica entra nei laboratori artigiani: Treviso è ormai aperta al mondo
- Le Associazioni mandamentali, antenne sul territorio: la marcia in più per la rappresentanza
- Collaborazione con la politica, ma a tutela degli interessi delle PMI della Marca Trevigiana
«Le fondamenta di una moderna società sono i corpi intermedi». Ne è convinto Armando Sartori, neopresidente di Confartigianato Imprese Marca Trevigiana. «Da troppo tempo, le associazioni di rappresentanza sono state schiacciate dalla stagione dei leader soli al comando. Occorre invertire la rotta, perché le transizioni richiedono alte competenze, che non sempre sono a disposizione delle autorità politiche. Chi produce ricchezza e lavoro deve poter partecipare alle decisioni che riguardano tutti».
Per questo il nuovo corso di Confartigianato Marca Trevigiana punta, oltre che a colmare la distanza tra Pubblica Amministrazione e PMI, ad aiutare le imprese a cogliere le opportunità che vengono dalle trasformazioni in atto. Dalla rivoluzione digitale alla sostenibilità ambientale, dalle catene di valore internazionali alla dinamica demografica che incide pesantemente sul mercato del lavoro, per arrivare al credito che rischia di frenare gli investimenti.
«La caratteristica delle PMI è la varietà di situazioni», ragiona il presidente Sartori, «dal singolo artigiano all’azienda d’eccellenza che opera su mercati internazionali. L’impegno è di accompagnare ciascuno a cogliere le opportunità del proprio mercato di riferimento. Dobbiamo trasmettere alle imprese competenze più evolute e aggiornate, attraverso reti di collaborazione sempre più allargate, in una logica di collaborazione tra pubblico e privato e tra ambiti diversi».
Per questo l’Associazione provinciale sta puntando sul rapporto con il mondo educativo, della formazione e accademico. A partire dalle scuole medie, con azioni d’orientamento scolastico che valorizzino il “saper fare”, per passare alla formazione tecnica mirata, anche per favorire il matching tra scuola e imprese del territorio, andando a incidere sulla carenza di manodopera specializzata che frena lo sviluppo delle imprese trevigiane.
«Altrettanto fondamentale è la collaborazione con le università», sottolinea Armando Sartori, «per creare occasioni di scambio virtuoso tra ricerca e impresa, portando in azienda quei saperi avanzati che sono necessari ad agganciare le catene del valore. Non a caso Confartigianato si è fatta promotrice del corso di laurea in Scienze dell’artigianato. L’obiettivo è chiaro: valorizzare le competenze degli imprenditori e dotare le nuove generazioni di un corso di studi accademici ad hoc per guidare una moderna impresa».
Un rapporto con gli studiosi che il nuovo gruppo dirigente provinciale vuole allargare anche all’analisi geopolitica. «Le questioni che interessano il nostro mondo», fa notare il presidente Sartori, «non dipendono ormai più dal territorio. Siamo esposti alle dinamiche dell’economia europea e internazionale. Basti pensare a quanto incidono sui bilanci delle imprese il caro bollette o le variazione dei tassi d’interesse, senza contare l’incertezza sui dazi. Ciò che accade dall’altra parte del mondo lo paghiamo qui a Treviso».
Sullo sfondo c’è la sfida di interpretare in chiave contemporanea il “piccolo è bello”. La geopolitica può aiutare le PMI a orientare le proprie scelte di mercato. Non solo nell’export, ma anche come trovare il fornitore di energia più conveniente, o il credito alle migliori condizioni, o quali catene di valore siano più adatte.
«Per questo la nostra Confederaziona nazionale sta lavorando per riscrivere una normativa di riferimento che risponda alle esigenze della contemporaneità», sottolinea il presidente Armando Sartori, «che superi le logiche di quella vigente. L’artigianato oggi rappresenta un modello economico alternativo, fondato su qualità, competenza e radicamento nei territori. Serve una legge che non solo tuteli, ma promuova l’artigiano come imprenditore creativo, portatore di saperi, innovatore in grado di dialogare anche con l’intelligenza artificiale. Un impianto normativo che riconosca la funzione formativa dell’impresa artigiana, valorizzi l’apprendistato, sostenga la trasmissione intergenerazionale dei saperi e ridefinisca la figura dell’imprenditore artigiano, non solo in termini economici, ma anche valoriali. Questa visione dell’impresa artigiana è fondamentale per il futuro del comparto. L’obiettivo che ci poniamo, infatti, è promuovere il valore del “saper fare” come insostituibile risorsa economica, culturale e sociale».
Il nuovo gruppo dirigente è convinto che la particolare organizzazione di Confartigianato nella Marca Trevigiana sia il valore aggiunto competitivo per affrontare le sfide dell’età dell’incertezza. Le Associazioni mandamentali, caso unico in Italia, costituiscono la struttura associativa provinciale, consentono un rapporto diretto con il Socio. I Mandamenti sono così le antenne che recepiscono i problemi e le istanze degli imprenditori e i terminali delle opportunità messe a disposizione dal Sistema Confartigianato.
«È un modo efficace per coniugare locale e globale», sintetizza il Presidente provinciale. «Confartigianato Marca Trevigiana è lo snodo del solido sistema a livello nazionale, che consente alle imprese di beneficiare dei vantaggi della contrattualità e della bilateralità. Una moderna rappresentanza è anche questo: incalzare le istituzioni, ma anche riversare sulle impresa vantaggi, come per esempio nel welfare aziendale, nella previdenza integrativa o nelle assicurazioni sulla salute. Non mancheremo di far sentire la voce dei nostri Soci sui tanti fronti aperti dalle scelte legislative. Lo facciamo con spirito di collaborazione, non di contrapposizione. Ma anche con la ferma volontà di portare avanti gli interessi delle PMI della Marca Trevigiana».
IL “SENTIMENT” DEGLI IMPRENDITORI ARTIGIANI
32° rapporto di Confartigianato sulle prospettive dell’economia.
In maggioranza, 60,8% in media, gli imprenditori artigiani prevedono una situazione stabile. Certo, non c’è un grande ottimismo: solo per il 9,5% ci sarà un miglioramento. Ma i pessimisti non superano il 30% in media. Il particolare, il 37,9% prevede un calo degli ordini, seguito dal calo del fatturato (37,2%), della produzione (36%), degli investimenti (24,4%) e dell’occupazione (12,9%).
Tra i punti critici da affrontare nel 2025 gli imprenditori artigiani hanno messo al primo posto l’aumento dei prezzi delle materie prime (49,3%), seguito dall’incertezza legata all’instabilità geopolitica (44,9%), al peso della burocrazia (37%), alla mancanza di manodopera (36,8%), all’insufficienza di domanda (32,8%). In fondo alla classifica, il caro energia (19,1%), i tassi d’interesse (17,4%) e il costo dei trasporti (11,9%).
Le imprese artigiane rispondono alle sfide mettendo al primo posto la formazione del personale (34,6%), seguita dagli investimenti nel digitale (14,6%), da quelli in ambito green (10,8%) e da una maggiore presenza sui mercati (6,5%).
Tra i 12 punti di forza della capacità competitiva delle imprese artigiane trevigiane, al primo posto c’è la qualità (73,4%), seguita dalle competenze del personale (47,6%), prezzo (32,9%), flessibilità produttiva (19,3%) e capacità di diversificare la produzione (18,2%).
IL “PROBLEMA MANODOPERA”
Il Centro studi Confartigianato ha calcolato in 269 milioni di euro la perdita in termini di minor valore aggiunto delle imprese trevigiane nel 2023 a causa della carenza di competenze coerenti con i fabbisogni d’impresa.
Le posizioni difficili da reperire nella Marca Trevigiana sono ormai più della metà, il 51,6% rispetto alla media veneta del 49,8%. Una situazione non compensata dai lavoratori stranieri, visto che Treviso è l’ultima provincia veneta per dinamica degli stranieri.
A luglio 2024 nella Marca Trevigiana, su 6.300 entrate previste di nuovi lavoratori, 3.446 hanno profili professionali difficili da reperire, pari al 54,7%.
Tra le pratiche messe in atto dalle aziende per trattenere o attrarre personale spicca la possibilità di incrementi salariali, per esempio attraverso superminimi. Interessa ben il 48,9% delle aziende trevigiane, dato che colloca la provincia al primo posto in Veneto. A seguire, la flessibilità negli orari di lavoro, che interessa il 32,3% delle imprese, gradi crescenti di autonomia sul lavoro in relazione a specifiche competenze o mansioni (24,6%), accesso a benefit aziendali come auto aziendale, agevolazioni nella fruizione di servizi, assicurazioni personali, eccetera (18,5%), il coinvolgimento nelle decisioni aziendali (14,6%), incentivi per attività di auto-formazione e crescita professionale, anche esterne all’impresa (10,1%). Non mancano strumenti innovativi, come la definizione e negoziazione di percorsi di carriera accelerati (5,7%), il riconoscimento formale del lavoro svolto e dei risultati ottenuti, per esempio attraverso specifici prodotti o brevetti (3,9%). La Marca Trevigiana è la prima in Veneto anche per la cessione di quote societarie e partnership, pratica comunque limitata all’1% delle imprese.
EXPORT “MADE IN TREVISO” – AREE DI ESPORTAZIONE
Il “buco nero” è stata la Germania, che da sola vale il 13,3% del totale dell’export trevigiano e che ha registrato in un anno meno 202 milioni 376 mila euro di vendite, pari a meno 8,9%, addirittura meno 12% rispetto al 2022. Anche il mercato francese, l’11,8% del totale, è arretrato di 66 milioni 360 mila euro, meno 3,5%. Male anche la Russia, con meno 37 milioni 860 mila euro, in discesa del 15,5%, a causa degli eventi bellici, ma anche l’Ungheria, con meno 27 milioni 940 mila euro, meno 12,7%. Comunque, questi due mercati rappresentano solo l’1,3% dell’export trevigiano».
Tra i Paesi in contrazione c’è il Regno Unito post Brexit, sceso di ulteriori 19 milioni 544 mila euro, meno 2,5%. Anche l’export verso il blocco mitteleuropeo è arretrato di 89 milioni 314 mila euro: Austria (- 5,7%), Romania (- 6,2%) e Cechia (- 8,2%). Segno meno anche per la Svizzera (- 3,5%), il Belgio (- 1,6%) e i Paesi Bassi (- 0,4%). Considerando i primi venti Paesi per esportazioni trevigiane, l’anno scorso sono stati persi 267 milioni 816 mila euro, pari a meno 2,2%.
il manifatturiero trevigiano si sta orientando verso altri mercati, a partire dalla Turchia, le cui importazioni sono crescite di 48 milioni 376 mila euro, con un più 21,7%, seguita dagli Emirati Arabi Uniti con quasi 10 milioni di euro in più, il 6,6%. Bene anche la Cina, dove il nostro export è salito di quasi 15 milioni di euro, più 6%, in crescita del 7,5% anche rispetto al 2022. Quanto agli Stati Uniti, il “Made in Treviso” piace, registrando un aumento di fatturato di 64 milioni 710 mila euro, pari a più 5,1%, ma pesa l’incognita della guerra dei dazi scatenata dal presidente Trump».
Considerando gli altri Paesi in crescita, il manifatturiero trevigiano ha aumentato le esportazioni di 70 milioni 308 mila euro, grazie a Polonia (+ 4,7%), Spagna (+ 3,7%), Grecia (+ 3,1%) e più marginalmente Svezia (+ 1,2%), Croazia (+ 0,3%) e Canada (+ 0,3%).
TECNOLOGIE LEGATE ALL’USO DELL’INTELLIGENZA ARTIFICIALE
Nella Marca Trevigiana le imprese che utilizzano tecnologie legate all’uso dell’IA sono in totale 2.693, di queste 2.615 sono MPI (97%) e 699 sono artigiane, pari al 26% del totale delle imprese, dato che colloca la provincia al secondo posti in Veneto.
Le posizioni ricercate di personale con competenze digitali avanzate in provincia sono 7.610, il 10% di tutte le posizioni richieste, di queste 4.470 (58,7%) sono difficili da reperire.
Treviso è la quinta provincia in Italia per fabbricazione di robot. La Marca Trevigiana conta 22 imprese sulle 524 sull’intero territorio italiano, con un indice di specializzazione di due volte e mezzo superiore alla media nazionale. La nostra provincia è ai primi posti anche nella produzione di software, nella consulenza informatica e nelle attività connesse.
ARTIGIANATO E STRANIERI
Le imprese artigiane guidate da immigrati sono 3.981, pari al 18,1% sul totale delle imprese artigiane in provincia, percentuale superiore rispetto alla totalità delle imprese, che vede quelle a guida straniera ferme all’11,5% e migliore del dato veneto del 16,3%.
La Marca Trevigiana è la prima provincia in Veneto per numero di apprendisti stranieri. Sono 2.365, pari al 17,7% del totale, contro una media veneta del 15,9% e nazionale del 14,7%.
Nel 2024 gli occupati stranieri tra 15 e 64 anni in Veneto erano 260 mila, pari al 12,1%, dato che colloca la regione al quarto posto in Italia. Il Veneto è secondo per tasso di occupazione degli stranieri con il 67,2%, contro il 70,9% degli italiani.
Le previsioni di assunzione di stranieri da parte delle MPI vedono il Veneto al secondo posto nazionale, con 113.160 entrate pari al 21,5%. Treviso si colloca poco sotto, con 16.670 entrate di stranieri, pari al 20,5%.
Le quote più elevate di lavoratori immigrati si registrano in settori con un’alta presenza di imprese artigiane: Moda (45,7%), Mobilità e logistica (33,0%), Agroalimentare (32,1%), Legno e arredo (29,9%). Mostrano valori superiori alla media anche Costruzioni e infrastrutture (29,4%), Altre filiere industriali (27,3%), Altri servizi (26,6%) e Meccatronica e robotica (22,2%).
Nei quattro comparti con una maggiore presenza di imprese artigiane si osserva che nelle
attività di servizi gli stranieri sono il 15,5% dei dipendenti totali, nelle costruzioni il 22,7%, nelle attività manifatturiere il 15,6% e nel trasporto e magazzinaggio gli stranieri sono il 20,3% del totale. Nel complesso, in questi quattro settori si concentra il 48,4% dei dipendenti stranieri, a fronte del 42,7% del totale dei dipendenti.
CONSUMI ELETTRICI E CARO BOLLETTE
La Marca Trevigiana ai vertici per crescita dei consumi di energia elettrica nelle aziende. Un segnale di ripresa dell’artigianato. Nel 2024 Treviso è al secondo posto in Veneto per dinamica dei consumi, con un incremento dell’1%. Il dato emerge dall’analisi di un campione di 452 imprese che in provincia usufruiscono delle forniture del CAEM – Consorzio Acquisti Energia e Multiutility, promosso da Confartigianato e che hanno attestato i consumi di energia a 3.726.307 chilowatt.
Gli aumenti dei consumi di energia elettrica più consistenti si registrano per le imprese del Benessere che segnano un +4,8% rispetto al terzo trimestre 2023, seguono Mobilità (+4,2%), Casa (+3,6%), Comunicazione (+3,0%) e Alimentazione (+1,5%). Contrazioni dei consumi elettrici, invece, si rilevano per le imprese di Produzione e Moda (entrambe -2,0%), Artigianato artistico (-1,2%) e Legno e arredo (-0,4%).
Nella Marca Trevigiana le imprese si sono accollate un extra costo dell’energia pari a 236 milioni di euro, dato che colloca la provincia al secondo posto in Veneto e all’ottavo in Italia per i maggiori rincari.
DELITTI CONTRO LE IMPRESE
In crescita i delitti che interessano l’attività d’impresa denunciati dalle Forze di polizia all’Autorità giudiziaria. Nella Marca Trevigiana, nel 2023 ne sono stati denunciati 8.015 in crescita del 2,3% rispetto all’anno precedente, un dato comunque migliore rispetto alla media veneta, salita del 4,5%.
Nella Marca Trevigiana nel 2023 ci sono state 4.154 denunce di reati informatici, pari al 51,8 del totale. In Veneto la media di questi reati è del 44,9%, mentre a livello nazionale scende al 35,4%. Questo evidenzia la diffusione della digitalizzazione nelle nostre imprese, ma anche la necessità della prevenzione.
L’ARTIGIANATO IN ROSA
Le imprese gestite da donne sono 3.562, pari al 21,1% del totale delle imprese artigiane, dato che colloca la provincia al terzo posto in Veneto e al 36° in Italia. Una presenza da protagoniste, come conferma il dato delle donne che hanno cariche nelle imprese artigiane: sono 6.537, pari al 22,7% del totale delle cariche.
Delle 6.537 donne con cariche, la maggioranza, il 43,8%, sono infatti titolari, a seguire il 37,2% ha ruolo di socio, il 15,9% di amministratrici, mentre il 3,1% ricopre altre cariche.
Il comparto dove le donne con responsabilità aziendali sono più rappresentate sono i servizi alla persona: sono 2.946, pari al 45,1%. Seguono il manifatturiero, con 2.166 donne con cariche (33,1%), le costruzioni con 706 (10,8%), poco distanti i servizi alle imprese con 663 (10,1%), mentre le restanti 56 donne con cariche (0,9%) sono sparpagliante in altri settori.
In copertina : da sx Armando Sartori – presidente e Carlo Ceriana – segretario Confartigianato Imprese Marca Trevigiana (FILEminimizer)