Grande successo per il “Pali di Avrîl te Capitâl furlane”, ultima tappa delle celebrazioni 2025 della “Fieste de Patrie dal Friûl”, con una riproposizione modellistica del maggiore evento competitivo ed identitario della Udine di un tempo. Il primo promotore prof. Travain: “Esperimento socioculturale e sociolinguistico attuato ‘dal basso’!”.
Con i colori di Casa Savorgnan, odiata ed amata patrona della città e del popolo di Udine, è stato il Sindaco dei Ragazzi di Codroipo, il giovanissimo Pietro Mangiacapra, a condurre alla vittoria il corsiere del prof. Alberto Travain, in una riuscitissima edizione modellistica del più antico Palio storico della Capitale del Friuli, risalente al 1334. Domenica 27 aprile 2025, infatti, nel capoluogo della friulanità, per iniziativa popolare spontanea suscitata dal cenacolo culturale “Fogolâr Civic di Udin”, si è corso, infatti, il cosiddetto “Pali di Avrîl te Capitâl furlane”, ispirato alle tradizioni del plurisecolare Palio di S. Giorgio, grande evento agonistico ma anche identitario del Friuli di un tempo, mobilitante una partecipazione non solo regionale ma anche dal resto d’Italia e d’Europa. La manifestazione, voluta “dal basso” e completamente autofinanziata, ha goduto del patrocinio morale dell’Arengo, l’assemblea popolare partecipativa udinese, nonché dell’ARLeF, l'”Agjenzie Regjonâl pe Lenghe Furlane, con il concorso del Comune di Udine e l’adesione del Movimento Civico Culturale Alpino-Adriatico “Fogolâr Civic”, del Circolo Universitario Friulano “Academie dal Friûl”, del Club per l’Unesco di Udine, del Coordinamento Civico Udinese “Borgo Stazione”, del Gruppo Storico Borgo Pracchiuso, dell'”Associazion Sportive Furlane”, del sodalizio culturale-sportivo “Pinte&Spalti” oltreché di Galleria Italian Secret. Dieci concorrenti, espressione della più varia società civile e culturale locale, con pedine equestri di legno, private, siglate e dedicate a personaggi e casati della storia di Udine e del Friuli.

All’antica meta, in Mercatovecchio, sotto l’anello del Palio, all’angolo di Vicolo Pulesi, dopo l’applauditissimo “Sindicut” di Codroipo, si è aggiudicato il secondo posto il “cjaval” della dott.ssa Stefania Garlatti Costa, rappresentante del Comune di Udine, consigliera delegata alla friulanità, con pedina in onore di Paolo Fistulario “Turùs”, avvocato e campione della secentesca Brigata letteraria udinese alla base della cosiddetta koiné friulana di oggi. Terzo classificato, il “barbar” dell’animatore socioculturale sig. Eugenio Pidutti, dedicato al casato del Torso, potente nei Borghi superiori, e affidato alla consorte, l’apprezzata maestra Manuela Bondio, vincitrice del Palio popolare d’agosto in Mercatonuovo. Quarto il “cavallo” della prof.ssa Renata Capria D’Aronco, cameraro dell’Arengo e presidente del Club per l’Unesco di Udine, che ha onorato le insegne dei Panciera di Zoppola, la famiglia del patriarca Antonio, unico “udinese” capo di stato in tutta la Storia, con gran palazzo nel Borgo Poscolle. Al quinto posto, l’agguerrito corsiere del Gruppo Storico Borgo Pracchiuso, sotto la guida della comparsa sig.ra Luisella Nanino e recante il blasone dei patriarchi Dolfin, immortalati in S. Antonio Abate nel Borgo Treppo. Al sesto, un veterano dei Palii udinesi contemporanei, l’artista sig. Pietro Maria Crestan, con pedina equestre intitolata alla casata Corbelli, ben attesta in Mercatonuovo nonché nei Borghi Poscolle e Superiori. Settimo in classifica il “cjaval” del direttore dell’ARLeF dott. William Cisilino e del figlio Giona, affidato allo studente Enea Sattolo, frequentante il Corso sperimentale di oratoria pubblica friulana di Codroipo, avviato – unico in Friuli (e nel mondo) – presso la locale scuola media “Bianchi” a cura del prof. Alberto Travain, iniziativa cui il dirigente regionale ha voluto così rendere omaggio. Anche qui una pedina con dedica non lasciata al caso ma commemorativa dell’umanista udinese Antonio Belloni, notaio d’origini tirolesi e friulane, gran testimone rinascimentale della “marilenghe”, al quale oggi Udine ancora dedica una piazza. All’ottavo posto il corsiere della dott.ssa Maria Luisa Ranzato, procuratore arengario udinese e gran promotrice del rinnovato Palio, la quale ha concesso, in segno di omaggio alle migliori tifoserie sportive friulane, il proprio cavallo al vicepresidente dell’associazione “Pinte&Spalti”, sig. Luca Morandini, sotto le insegne della casata senese dei Tinghi, storicamente presente nel Borgo Aquileia intrinseco e richiamo ad antichi legami con una capitale davvero imperitura dell’Italia paliesca, anch’essa levante colori bianconeri. Al nono posto il “cjaval” della prof.ssa Elisabetta Marioni, indimenticato assessore all’Istruzione del Comune di Udine, cavallo intitolato alla casata Arcoloniani del Gorgo, insediata nel Borgo Aquileia estrinseco, e affidato anch’esso ad un probo corsita di oratoria friulana a Codroipo, Elia Zoratto. Simpaticissimo fanalino di coda, il cavallino della dott.ssa Claudia Giorgiutti, storica presidente della vecchia Cicoscrizione di Udine Centro e gran promotrice della cultura paliesca e rionale; un cavallino affidato alla sorella Cristiana e levante l’insegna dei castellani della Frattina, con residenza nel Borgo Poscolle.

Al primo arrivato, come da tradizione, è andato un drappo prezioso rosso, ornato con aquila aquileiese. Al secondo l’effigie di una “civuite” ovvero “çus”, bovino giovane, e all’ultimo, quella di una “purcite”, porchetta, in forma di salvadanaio. I concorrenti, secondo costume, hanno sfilato per le vie del Centro udinese in base all’ordine d’arrivo, sostando sotto l’antico blasone comunale recante un cimiero equestre, emblema patriarchino, sul Palazzo del Monte, nonché sotto il Segno del Palio a Casa Sabbadini, meta originaria delle corse storiche, giungendo infine alla Guglia del Mercatonuovo dove sono avvenute le premiazioni e si sono tenuti gli ultimi discorsi. Applauditissima la breve allocuzione del vittorioso “sindicut” codroipese, che ha ricordato i legami storici tra Udine e Codroipo, ricordando in particolare le vicende del patriarca Bertrando e dei Savorgnan. Apprezzato anche saluto dei corsisti di oratoria friulana della seconda città della provincia udinese. Al termine, declamata lirica del poeta Enea Colautto, vincitore del primo Palio fogolarista agostano moderno. Momento particolarmente toccante: la “scraçulade” ossia l’omaggio civico udinese al suono delle raganelle a quella stessa Bandiera friulana benedetta, nel 2014, dal compianto Papa Francesco, quale emblema storico di unità dei popoli al crocevia del continente Europa. Tra le partecipazioni più applaudite, quella della bandiera “Pelegrine” del Friuli, presente oramai da decenni in tutti i momenti pregnanti della vita della comunità friulana, retta dall’alfiere popolare friulanista “Zuanfranc dai Passons” da Persereano. Appassionato il concorso fattivo di bella delegazione in costume del Gruppo storico di Pracchiuso, guidata dalla vicaria sociale sig.ra Patrizia Patrone nonché di rappresentanza di tifosi-sbandieratori friulani dell’associazione “Pinte&Spalti” attorniante il vicepresidente sig. Morandini. Un ringraziamento particolare è stato tributato popolarmente al prof. Alberto Travain, primo promotore dell’iniziativa, oltreché ai giudici di gara nominati dal cameraro dell’Arengo cittadino nelle persone del prof. Daniele Fachin e del sig. Victor Tosoratti, figure di varia e qualificata rinomanza culturale e sportiva friulana. Alla partenza del “Pali di Avrîl”, dall’antica scala della Loggia del Lionello su Mercatovecchio, all’altezza della bocca di piazza che era punto cruciale della pista storica, procedente dalla Madonnetta fuori Porta Aquileia per arrivare a Vicolo Pulesi, l’udinese prof. Travain, aveva illustrato ai non pochi curiosi, in buona “marilenghe”, le regole del gioco e ancor prima le ragioni socioculturali dell’iniziativa, volta a rianimare ed a reinventare una coscienza cittadina e regionale riconnessa a radici e tradizioni positive di una città e di una terra al quadrivio del Continente. Gli hanno fatto eco il presidente dell’ARLeF sig. Eros Cisilino e la delegata comunale dott.ssa Garlatti Costa, plaudendo all’idea di Travain di rilanciare il Palio udinese come volano identitario locale e territoriale, auspicando anche un futuro ritorno dei cavalli veri sulla pista di Udine. Auspicio questo che, pur apprezzato, come ha detto alla fine il prof. Travain, condividendo una riflessione del collaboratore sig. Crestan, non potrà significare l’abbandono dell’iniziativa popolare spontanea di un Palio modellistico, alla portata di ogni cittadino come potenziale protagonista, per caldeggiare un grande spettacolo calato dall’alto e propinato, per forza di cose, ad un popolo di meri spettatori. Al termine, un ringraziamento a tutti i collaboratori che variamente si sono spesi per la buona riuscita e la documentazione dell’evento, “importante esperimento socioculturale e sociolinguistico attuato ‘dal basso’, che dovrebbe far pensare chi di dovere, riflettere, programmare” ha detto il professore, pienamente soddisfatto e chiaramente orgoglioso anche del concorso dei più valenti tra i suoi alunni, giunti da Codroipo con i genitori, ai quali tutti il docente ha rivolto giuste parole di gratitudine per una presenza certo da intendersi anche come omaggio alla città capoluogo e contributo al suo rinnovamento nel rispetto delle tradizioni che la legano al territorio. A seguire, convivio degli organizzatori all’Italian Secret di Piazza Matteotti.