PREMIO TOMEO, UN PULLULARE DI GENTE PER ENTRARE A TEATRO
“Il teatro siamo Noi” incolla il pubblico ad una recitazione brillante e drammatica
La Scuola Casalini si diverte a prendere i disagi giovanili ed elevarli a redenzione
LENDINARA (Ro), 26 maggio 2025 – La penultima giornata del Premio Tomeo è stata caratterizzata da un pullulare di pubblico e supporter, venuti a sostenere il laboratorio di ViviRovigo “Il teatro siamo noi”, che andava in scena nel pomeriggio di domenica 25 maggio; e più ancora, la Scuola media Casalini di Rovigo, che si esibiva in serata. Code all’ingresso del Teatro Ballarin, piazzetta brulicante di gente con l’aperitivo in mano, in attesa di entrare.
Il format della presentazione si è ripetuto sempre con la stessa intensità, con Irene Lissandrin, direttrice artistica di ViviRovigo, ad introdurre e scattare foto con la Giuria di turno, a spiegare il progetto come “l’occasione di un palco in un teatro con la T maiuscola, per tutti quei laboratori scolastici ed extrascolastici che durante l’anno lavorano e provano in salette, aule, palestre”. In questi cinque anni di attività, il Premio Tomeo, l’Oscar del teatro dei ragazzi del Veneto, provincia di Rovigo è cresciuto di parecchio “aggiungendo alla rete gli altri Comuni di Badia, Adria e Rovigo” come ha detto l’assessore agli Eventi Nico Pavarin di Lendinara, città co-organizzatrice fin dagli esordi; “vedere gli stessi ragazzi, che ad ogni edizione crescono e sono sempre più preparati è fantastico”, ha aggiunto Pavarin. In questa edizione c’è anche la novità dei co-presentatori di Irene Lissandrin, ragazzi preparati dal laboratorio “I bravi presentatori”: Lorena Bartolozzi nel pomeridiano ed Aaron Laricchio nel serale.

Prima dello spettacolo del pomeriggio, è intervenuta la guest star, ovvero l’ospite speciale votante, Gianna Previato, presidente della Fondazione Rovigo cultura, che collabora al progetto. “Questi giovani salgono sul palco e danno dimostrazione di coraggio, di impegno, di fare squadra, di libertà. Questo ci dà speranza”. In serata, era presente fra il pubblico e chiamata subito sul palco, la sindaco di Rovigo, Valeria Cittadin, che non poteva mancare all’esibizione della “sua scuola”, ossia il gruppo teatrale della Scuola Casalini, dove è stata dirigente e lo ricorda con visibile affetto. “Fare teatro è una palestra per sapersi mettere nei panni dell’altro. – ha detto la sindaco ex preside – Sono occasioni educative imprescindibili che il Comune di Rovigo continuerà sempre a supportare”.
Giusto il tempo della lettura dei principi del Premio Tomeo, da parte di un dio Apollo frizzantino, come l’attore Samuele Bin dei laboratori di ViviRovigo, che aveva lasciato il carro in doppia fila, e si parte con lo spettacolo.
Nel pomeriggio, è stata la volta del laboratorio di ViviRovigo “Il teatro siamo Noi”: 11 giovani attori che gareggiano nella categoria 14-19 anni, diretti da Matteo Campagnol. Un’ora piena, con un testo crudo di Friedrich Durrenmatt, “La visita della vecchia signora”. La storia di una vendetta perpetrata a decenni di distanza, grazie al denaro, che corrompe gli abitanti della piccola Güllen e li persuade a compiere “un atto di giustizia”, uccidendo il “colpevole” Alfredo Ill. Giustizia e diritto si rovesciano in questo pezzo drammatico, con pennellate di sarcastico umorismo noir. Davvero notevole la recitazione di tutto il gruppo, che ha caratterizzato i personaggi in maniera credibile, incalzando lo spettatore senza pause. Prova coinvolgente.
In serata, il tanto atteso Gruppo teatrale d’istituto Scuola Casalini, che si presenta, come ormai abitudine, con un testo originale collettivo e la regia a più mani dei docenti del laboratorio scolastico.
Anche qui un’ora abbondante di recitazione, con 48 ragazzi in scena che gareggiano nella categoria 11-14 anni.”21 giorni” è il titolo di questo spettacolo, costruito con le atmosfere da giallo classico alla Agatha Christie di “Dieci piccoli indiani”. Un gruppo di ragazzi problematici, uno peggio dell’altro, teppisti, ladri, sboccati, bulli, influencer sociopatici, violenti, vengono mandati dai loro genitori, disperati, in uno speciale “campeggio 21 giorni”. Qui, attraverso gare ispirate ai valori di fiducia e lealtà dovranno cercare di uscirne vivi, intraprendendo un percorso di “rieducazione”. Bella prova del collettivo, che è molto cresciuto nella recitazione e nella gestione degli spazi scenici. Grandi trovate sceniche per i movimenti di gruppo, su tutte: la caccia al tesoro notturna giù dal palco.–
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