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Neve e sangue sul Pal Piccolo

DiAndrea Vazzaz

Mar 28, 2021

La 2^ Battaglia del Pal Piccolo, 26-27 marzo 1916

Mappa Pal Piccolo

L’inverno del 1916 aveva portato metri e metri di neve sulle montagne delle Alpi Carniche e Giulie, sommergendo le trincee e le postazioni realizzate con grandi sforzi dalle truppe italiane e austro-ungariche. I reparti a presidio delle prime linee, dopo ogni grossa nevicata, dovevano armarsi di pala e pazienza, scavare metri cubi di neve e costituire delle nuove linee di difesa, composte da neve compatta e ghiaccio. L’esercito austro-ungarico aveva pianificato per il marzo del 1916 delle azioni offensive nel settore di Passo Monte Croce Carnico, con l’obiettivo di distogliere l’attenzione italiana dall’Altipiano dei Sette Comuni.

Ermanno Magrini

Una delle posizioni più contese in quel settore era la quota 1859 del Pal Piccolo, dopo quasi un anno di combattimenti italiani e austriaci si erano consolidati su posizioni alquanto vicine, a poche decine di metri l’una dall’altra. Il rischio di valanghe era alto, le difficoltà di movimento per le truppe accentuato, ma i reparti asburgici realizzarono astutamente delle gallerie nel consistente manto nevoso per potersi avvicinare di sopresa ai trinceramenti avversari.

L’attacco alle postazioni italiane del Pal Piccolo era fissato per le ore 3 del 26 marzo. A mezzanotte del 25 i reparti scelti per l’azione, appartenenti all’8° battaglione Feldjäger, occuparono le posizioni di attesa; nonostante la vicinanza delle sentinelle italiane, il movimento non fu scoperto. Tutta l’operazione fu accompagnata da una forte nevicata, mista a violenti acquazzoni. Le condizioni atmosferiche erano talmente proibitive che alle 02.30 il Comando della 94^ Infanterie Division austriaca decise di annullare l’attacco. I feldjäger erano ammassati a 30 metri dalle trincee italiane difese dagli alpini del Battaglione “Val Tagliamento”. Alle 3 in punto la prima ondata di truppe imperiali si lanciò in avanti, proprio in quel momento un portaordini raggiunse il comandante di compagnia, il leutnant Kamper, recando il contrordine della divisione. “Azione disdetta” recitava l’ordine, ma come attuarlo con una schiera già in movimento e altri 200 uomini in attesa in una pericolosa posizione a ridosso delle linee italiane?

Kamper decise pertanto di non interrompere l’attacco. Gli alpini italiani certo non si aspettavano un’azione nemica in piena notte e con quelle pessime condizioni meteo, e vennero sopraffatti. Alle 03.25 gli austriaci comunicavano al comando superiore di aver conquistato le posizioni italiane. La 272^ Compagnia del capitano Zaniboni si riorganizzò e tentò subito il contrattacco, ma senza successo e con perdite notevoli. Sul far del giorno l’artiglieria e i lanciabombe italiani aprirono il fuoco da tutte le direzioni; il comandante del Sottosettore Alto But, colonnello Zamboni (titolare anche del Comando dell’8° Reggimento Alpini), raccolse tutte le unità a disposizione per cercare di riprendere le postazioni perdute. Nelle giornate del 26 e 27 marzo alpini dell’8° Reggimento, bersaglieri del LXIII battaglione, fanti, mitraglieri, vennero “gettati” nella furiosa battaglia.

Pal piccolo – inverno 1916 – contrattacco

Gli austro-ungarici erano stoici ma non potevano resistere a lungo al martellamento incessante delle granate, ai continui e reiterati assalti e corpo a corpo ingaggiati dagli italiani. Nella mattinata del 27 marzo le truppe italiane ebbero la meglio, gli austriaci furono costretti a ritirarsi; anche sul vicino Pal Grande gli alpini del “Tolmezzo” respinsero definitivamente l’offensiva nemica. Dopo 24 ore si concluse una delle più dure battaglie della storia dell’8° Reggimento Alpini nella Grande Guerra, moltissimi gli episodi di valore e di coraggio,decine i morti tra gli alpini e i bersaglieri. Oltre ai tanti eroici alpini ricordiamo il sottotenente dei bersaglieri Michele Vitali, che con una rudimentale scala a pioli, insieme a 3 dei suoi uomini, salì una parete difesa dagli austriaci armati di mitragliatrice, trovandovi la morte nel combattimento corpo a corpo ingaggiato nella trincea. Gli sarà tributata la Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria.

Cartolina Michele Vitali

Oggi il Pal Piccolo è diventato uno splendido Museo all’aperto, testimonianza di quei durissimi combattimenti della Guerra 1915-1918 sul fronte alpino. Ogni escursionista può apprezzare e comprendere con quali difficoltà vivevano e combattevano gli uomini dei due eserciti, distanti pochissimi metri di terreno gli uni dagli altri e vicini entrambi alla morte in ogni momento, come in quella notte di tormenta del mese di marzo.

Di Andrea Vazzaz

andrevz@libero.it Andrea Vazzaz. Ricercatore storico, Accompagnatore di Media Montagna, Autore. https://www.libreriauniversitaria.it/libri-autore_vazzaz+andrea-andrea_vazzaz.htm

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