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PRESENTATO OGGI IL FILM “50 ANNI DI CLU”, DI ERIKA ROSSI CON MASSIMO CIRRI, IN PRIMA IL 20 GENNAIO A TS FILM FESTIVAL

DiRedazione

Gen 16, 2024

La prima impresa sociale al mondo nasceva 51 anni fa, nella Trieste di Franco Basaglia, fondata da 16 pazienti dell’Ospedale Psichiatrico e da altri 12 soci fra medici, psicologi e infermieri. Restituire ai degenti la dignità di cittadino e lavoratore era il primo obiettivo di questa innovativa forma di aggregazione imprenditoriale: oggi l’impresa sociale è una realtà di riferimento in Italia, con oltre 20.450 cooperative, associazioni e società censite nl Paese, e centinaia di migliaia di cittadini impiegati, nel segno dell’inclusione sociale. Nel centenario della nascita di Franco Basaglia (2024), CLU Cooperativa Lavoratori Uniti Franco Basaglia racconta per la prima volta la sua storia in un documentario diretto dalla regista Erika Rossi, “50 anni di CLU”. Scritto con il giornalista e autore Massimo Cirri – che nel film è Cicerone d’eccezione in questa avventura, il documentario – che sarà proiettato anche in occasione del centenario di Basaglia, nei luoghi dell’ex Ospedale Psichiatrico – racconta non solo la nascita di CLU, ma anche un presente che ogni giorno rinnova l’eredità e le aspettative della sua costituzione.

TRIESTE – Cos’è un’impresa sociale? La risposta oggi sembra automatica, basta quotare la normativa che dal 2017 disciplina “gli enti privati impegnati in via stabile e principale in un’attività d’impresa di interesse generale, senza scopo di lucro e per finalità civiche, solidaristiche e di utilità sociale”. Cinquant’anni fa, però, l’impresa sociale non esisteva in Italia, né tantomeno c’era percezione della sua funzione dirompente. È nata nel 1972 la prima impresa sociale italiana, probabilmente la prima al mondo: nella Trieste di Franco Basaglia chiamato a dirigere l’Ospedale psichiatrico cittadino.  Con la sua squadra Basaglia aveva iniziato a smontare le regole oppressive che disciplinavano la vita dei pazienti, per avviare un processo di reintegrazione sociale capace di restituire a ciascuno la piena dignità di cittadino. Ma la strada per la riabilitazione psicosociale degli internati nell’ospedale psichiatrico passava anche, e soprattutto, attraverso il riconoscimento dei pieni diritti di lavoratore: così, il 16 dicembre 1972, dopo un difficile iter burocratico e un complesso confronto con le istituzioni e il tribunale, nasceva ufficialmente a Trieste la prima cooperativa sociale al mondo, CLU Cooperativa Lavoratori Uniti Franco Basaglia, costituita da 28 soci: accanto a 16 pazienti dell’ospedale psichiatrico, come tali privi di diritti civili e politici, figurava un drappello di medici, infermieri, sociologi e psicologi. Da allora, in migliaia di luoghi in Italia, migliaia di cooperative sociali – oltre 20.450, secondo stime dell’ottobre 2023 – fanno impresa, tutti i giorni, per tenere insieme lavoro, dignità, relazioni tra le persone.

Nel 2024 che festeggia il centenario della nascita di Franco Basaglia (11 marzo), CLU Cooperativa Lavoratori Uniti Franco Basaglia per la prima volta racconta la sua storia in un documentario diretto dalla regista Erika Rossi, 50 anni di CLU, che si presenta in anteprima assoluta a Trieste Film Festival sabato 20 gennaio, alle 16 al Teatro Miela. Sarà successivamente proiettato proprio in occasione delle celebrazioni per i 100 anni della nascita di Franco Basaglia, il 15 marzo 2024, nel comprensorio dell’ex Ospedale Psichiatrico e in ulteriori sedi, per ricordare la portata di una rivoluzione scientifica che ha messo la persona e i suoi diritti al centro della cura. Scritto con il giornalista e autore Massimo Cirri – che nel film è Cicerone d’eccezione all’avventura di CLU – il documentario, frutto del lungo impegno di Erika Rossi intorno alla rivoluzione scientifica di Basaglia alla quale ha dedicato altri tre film, ci proietta fra gli anni ruggenti della fondazione della Cooperativa Lavoratori Unti e un presente che rinnova ogni giorno l’eredità e le aspettative della nascita di CLU. Prodotto da Ghirigori, realizzato con la fotografia di Daniel Mazza e il montaggio di Beppe Leonetti e con le musiche della Max Maber Orkestar, 50 anni di CLUpresentato stamane 16 gennaioripercorre la storia della Cooperativa dalla nascita a oggi, condensando in un’ora i suoi 50 anni di attività e la sua missione di restituire dignità a percorsi di vita sofferti e non lineari, dando ai propri soci l’opportunità concreta di reinserirsi come cittadini attivi nella società attraverso il lavoro. Parlano via via nel documentario anche Augusto Debernardi, Giovanna Del Giudice, Peppe Dell’Acqua, Franco Rotelli, Michele Zanetti, Gigi Bettoli, Fabio Pitucco, Roberto Colapietro, Ivan Brajnik, Luis Carlos Candelo, Franco Zanin, Sabrina Domanelli, Garina Oprea, Gioia Poffo, Francesco Trombetta, Mario Cerne, Carmen Roll, Donatelle Grizon, Alessandro Martellos, Luisa Russo, Gianluca Rampini, Marco Nicola, Genziana Polacco, Dagmar Trinajstic, Maria Marian, Mario Stanovich, Diego Doronzo, Alberto Pecorari, Pasqualino Galdo e Gian Luigi Ramos.

Già regista di Trieste racconta Basaglia (2009), Il viaggio di Marco Cavallo (2014) e La città che cura (2012). Erika Rossi firma con questo film il racconto di una delle realtà più interessanti e meno conosciute nate in seno alla Trieste di Franco Basaglia, in quella «fucina di libertà, possibilità e idee nuove che fu l’ex Ospedale psichiatrico a partire dagli anni Settanta. Non solo 50 anni fa i malati ritrovarono la loro identità in quanto persone – spiega la regista- ma rivendicarono il più sacrosanto dei diritti: quello del lavoro, che è quanto più contribuisce a definire le persone nel consesso sociale». Testimone attento di questa grande storia di cambiamento, Massimo Cirri osserva che «la storia della CLU ci riguarda tutti, in un mondo che non sembra mai considerare gli ultimi come una risorsa. È una storia che non è ancora finita, con protagonisti da conoscere e ascoltare, perché dimostrano che cambiare il mondo è ancora possibile, un po’ alla volta, giorno per giorno». Nicoletta Romeo, Direttrice di Trieste Film Festival, dichiara: «siamo felicissimi di poter presentare in anteprima assoluta il nuovo lavoro di Erika Rossi, un’autrice da sempre attenta alla socialità e ai diritti di quell’umanità dolente che popola tutti i suoi documentari dedicati all’universo basagliano». Ivan Brajnik, presidente della CLU Cooperativa Lavoratori Uniti, ricorda: «all’inizio degli anni ’80, CLU integra la sua denominazione con il nome del suo promotore, Franco Basaglia. La Cooperativa cresce e si sviluppa sperimentando l’apertura di nuovi settori, nuove opportunità di inserimento socio-lavorativo per persone fragili. Attraverso questo film vogliamo restituire la realtà che di giorno in giorno affrontiamo con attività che danno risposta ai problemi di natura sociale, inclusione, sostegno e di accompagnamento nei momenti difficili che le persone spesso percorrono. Essere cooperativa sociale e insieme impresa soggetta alle regole del mercato è una sfida complessa, che CLU affronta quotidianamente, laddove l’economia intreccia l’obiettivo della qualità della vita con lo sviluppo locale. Dare fiducia alle potenzialità di ogni singolo individuo, senza discriminazioni e pregiudizi, porti grandi risultati».  Alla presentazione sono intervenute anche due autorevoli voci dell’equipe storica di Franco Basaglia, primo fra tutti lo psichiatra Peppe Dell’Acqua, che ha ricordato la svolta epocale di un’impresa fondata da «persone che non avevano alcun diritto figuriamoci di scioperare per due giorni rivendicando il proprio ruolo di lavoratori e non semplici pazienti della “ergoterapia”». E la psichiatra Giovanna Del Giudice ha sottolineato l’importanza di «un film che sa parlare all’oggi, per ricostruire il diritto alla cittadinanza, ad una vita piena anche se con problemi di salute mentale: questo l’elemento costituente della cooperativa e di tutto il processo basagliano di allora, ma anche nel percorso di cura oggi.  Le cooperative sociali oggi non devono perdere la loro capacità di produrre benessere individuale e collettivo».

50 ANNI DI CLU: DALLA NEL 1972, ALLA COOPERATIVA DEL TERZO MILLENNIO.

È il 16 dicembre 1972, 50 anni fa. A Trieste nasce la prima cooperativa sociale del mondo. L’hanno costituita 28 persone: due sociologi, due psicologi, cinque infermieri, un assistente sanitario, due medici e sedici privati che hanno tutti lo stesso indirizzo di residenza: via San Cilino 16, Trieste. Sono internati in ospedale psichiatrico e quindi non hanno diritti civili e politici: non possono votare, contrarre matrimonio, fare testamento. Figurarsi fondare una cooperativa. Così il Tribunale di Trieste rigettava l’istanza di costituzione della cooperativa. Sarebbe stata una lunga marcia attraverso le Istituzioni. Con Franco Basaglia e con Michele Zanetti, giovanissimo Presidente della Provincia che aveva voluto lo psichiatra veneziano come direttore dell’Ospedale Psichiatrico, dandogli carta bianca. Grazie al deposito di un nuovo statuto la nascita della CLU può finalmente celebrarsi: ora, i 16 internati sono indicati come “ricoverati volontari” – come previsto da una legge del 1968 che aveva gettato le prime basi per un mutamento delle istituzioni psichiatriche – dotati di capacità giuridica, e dunque della facoltà di fondare una cooperativa.

Le persone. La Cooperativa Lavoratori Uniti Franco Basaglia è profondamente convinta che ogni persona sia una risorsa e per questo si impegna per valorizzare il potenziale individuale di ogni suo socio lavoratore. Attualmente sono soci di CLU 186 persone e 90 sono i lavoratori non ancora soci. I settori di attività sono diversi. Sanificazione, ecologia e manutenzione del verde, logistica e facchinaggio, servizi alla persona, ristorazione sono i principali servizi erogati dalla Cooperativa che nel tempo è diventata anche in grado di assicurare una integrata e coerente attività di assistenza alle persone. Il Parco. Ancora oggi CLU-Cooperativa Lavoratori Uniti Franco Basaglia mantiene una sede, fortemente simbolica, nel Parco Culturale di San Giovanni, già sede dell’Ospedale Psichiatrico e successivamente rinnovato per diventare come è attualmente: un giardino aperto alla città e circondato dal verde, che ospita un laboratorio di imprenditoria sociale, attività assistenziali e creative, proposte culturali e di alta formazione, ed è sede di appuntamenti culturali e del celebre roseto.

ERIKA ROSSI Nata a Trieste, Erika Rossi, è autrice e regista di documentari selezionati in diversi festival internazionali, tra cui il Torino Film Festival, Vision du Reèl, Cairo IFF, Cinema Veritè IranIFF, Bafici. È due volte finalista del Premio Solinas Documentario per il Cinema e nel 2018 è tra i registi del Berlinale Talent Campus. Il suo primo lungo documentario, La città che cura (Italia 2019, 89’) prodotto da Tico Film ha girato in oltre cinquanta sale italiane. Nel 2019 fonda la Ghirigori, società di produzione cinematografica dedicata al documentario di creazione. È autrice insieme a Peppe Dell’Acqua e a Massimo Cirri del volume “Tra parentesi, la vera storia di una impensabile liberazione”, testo dell’omonimo spettacolo teatrale di cui cura la regia, prodotto dal Teatro Stabile del Friuli Venezia Giulia, che ha all’attivo oltre 50 repliche in tutta Italia. Dal 2021 è tra gli esperti formatori del progetto  “Operatori di Educazione visiva a scuola” del Piano Nazionale Cinema. FilmografiaLa città che cura/The caring city 2019. lungometraggio documentario 89’ prodotto da Tico Film, distribuito da Lo Scrittoio. Soggetto e regia di Erika Rossi, selezione ufficiale al Trieste Film Festival 2019; Tutte le anime del mio corpo Eevery soul of my body) 2017, documentario 89’ Italia-Slovenia 2016 prodotto da INCIPIT FILM srl; Il viaggio di Marco Cavallo, documentario 52’ Italia 2014 prodotto da AlfaBeta Verlag,  Premio ‘Fausto Rossano’ miglior documentario a tema sociale; 2012,Trieste racconta Basaglia, documentario 52’ Italia 2012.

MASSIMO CIRRI Nato in Toscana nel 1958, vive a Milano. Psicologo e giornalista. Ha lavorato per 25 anni nei servizi di salute mentale del Servizio Sanitario Nazionale. Dal 1997 autore e voce di Caterpillar, Rai Radio 2 Ha pubblicato: Quello che serve. Un racconto tra malattia, cura e Servizio Sanitario Nazionale, Massimo Cirri, Chiara D’Ambros, Lecce, Manni Editori, 2022 Tra parentesi. La vera storia di un’impensabile liberazione Peppe Dell’Acqua, Massimo Cirri, Erika Rossi, Merano, AlphaBeta, 2019 Sette tesi sulla magia della radio, Bompiani, 2017 Un’altra parte del mondo, Feltrinelli, 2016 Il tempo senza lavoro, Feltrinelli, 2013, Qui ci vuole una trama! Storie di tessitori sociali, Corriere della Sera (i Corsivi), 2013 Dialogo sullo –Spr+Eco. Formule per non alimentare lo spreco, con Andrea Segrè, Milano, Paperback, 2010 A colloquio. Tutte le mattine al Centro di salute mentale, Milano, Feltrinelli, 2009 Nostra eccellenza, Massimo Cirri, Filippo Solibello, Milano, Chiarelettere, 2008

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Direttore : SERAFINI Stefano Per ogni necessità potete scrivere a : redazione@vocedelnordest.it

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