In crescita Ozono e polveri sottili, si riduce il consumo d’acqua e la produzione dei rifiuti procapite, parziale recupero di utenza nel trasporto pubblico post pandemia, crescono le ciclabili; Isole pedonali al palo e tasso di motorizzazione tra i più alti in Europa. Pordenone al 3° posto nella classifica nazionale.
È quanto emerge in sintesi da Ecosistema Urbano 2023, il report di Legambiente realizzato in collaborazione con Ambiente Italia e Il Sole 24 ORE, sulle performance ambientali di 105 Comuni capoluogo. Quest’anno Ecosistema Urbano è alla sua trentesima edizione e per l’occasione fa il punto su questi anni di studi e monitoraggi sulle città, iniziati nel 1994, presentando anche la classifica 2023. In FVG Pordenone è al 3° posto, TS al venticinquesimo, Udine e Gorizia rispettivamente al ventinovesimo e trentesimo posto. I temi dei 19 indicatori riguardano la qualità dell’aria, l’acqua, i rifiuti, la mobilità, il verde urbano, l’energia e l’uso del suolo.
“Le città – dichiara Sandro Cargnelutti, presidente regionale di Legambiente – vanno ripensate come motori di un cambiamento capace di renderle vivibili e a misura d’uomo, resilienti ai cambiamenti climatici nonché laboratori della transizione ecologica e sociale giusta. I prossimi anni saranno fondamentali per raggiungere gli obiettivi dell’agenda 2030, obiettivi e temi che troveranno specifico approfondimento anche nel congresso regionale dell’associazione che si terrà sabato 28 di ottobre a Udine.“
“L’elemento più evidente che questa nuova edizione di Ecosistema Urbano ci restituisce – commenta Mauro D’Odorico referente per EU di Legambiente FVG – è la conferma che il cambiamento non riesce a decollare nonostante i miglioramenti che si registrano per diversi indicatori. Il risultato positivo di Pordenone che riconquista il 3° posto della classifica con un ottimo punteggio (81%) viene controbilanciato dalle modeste prestazioni delle altre tre città regionali. Il rallentamento dei consumi di acqua e della produzione di rifiuti, la conferma della percentuale di raccolta differenziata, il positivo recupero del trasporto pubblico crollato durante l’emergenza sanitaria vengono controbilanciati dalla insufficiente qualità dell’aria (peggiora il dato medio delle concentrazioni di biossido di azoto e del PM10, non diminuisce quello delle PM2,5, l’ozono si conferma una criticità ambientale), dall’aumento delle perdite di acqua e del numero di auto, dall’immobilità della superficie urbana dedicata ai pedoni.
Si registrano miglioramenti in alcune componenti ambientali ma permane la mancanza di una vera e propria strategia per i nostri sistemi urbani chiamati ad affrontare la crisi climatica e la riduzione delle emissioni climalteranti. E’ necessario superare l’approccio settoriale per costruire delle vere strategie urbane in grado di prefigurare le città di domani che ad es. siano in grado di abbandonare il modello di mobilità incentrato sull’auto ovvero di mettere in cantiere un ingente programma di riqualificazione e decarbonizzazione del patrimonio edilizio. Quindi dei “cantieri urbani” per la neutralità climatica per uscire dalla cronica emergenza.”