Lunario Triestino 1953_1954 alla Sala “Attilio Selva” di Palazzo Gopcevich
Vola Colomba. Cronache triestine 1945-24 al Museo della guerra per la pace Diego de Henriquez
Nuove visite guidate gratuite alle due mostre realizzate dal Comune di Trieste nell’ambito della rassegna “Vola Colomba” per il settantesimo anniversario del ritorno di Trieste all’Italia.
Giovedì 31 ottobre, alle ore 17.30, alla Sala “Attilio Selva” di Palazzo Gopcevich (Via Rossini 4), la responsabile dalla Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte e curatrice della mostra “Lunario Triestino 1953_1954”, Claudia Colecchia, illustrerà il percorso espositivo, un diario visivo che documenta, con circa trecento fotografie, i giorni del novembre 1953 fino all’effervescenza connessa al ritorno all’Italia dell’ottobre 1954. Arricchiscono la mostra – visitabile da martedì a domenica, dalle 10.00 alle 17.00, lunedì chiuso – alcuni oggetti iconici tra cui la FIAT Topolino, la Lambretta, la radio Geloso, il vinile originale di Vola Colomba, giocattoli, macchine fotografiche, documenti e riviste d’epoca.
La Fototeca dei Civici Musei di Storia ed Arte, collocata al terzo piano di Palazzo Gopcevich, conserva circa tre milioni di beni fotografici che descrivono la storia di Trieste e non solo dal 1840 ai giorni nostri. La selezione delle immagini del “Lunario triestino 1953-54” è l’esito di un lavoro collettivo di analisi, riordino nel rispetto del vincolo archivistico, catalogazione di circa 3.500 beni fotografici, effettuato nel corso degli anni e in corso di completamento. La cronaca visiva dei quindici mesi descritti in mostra è restituita da alcuni importanti archivi dei fotografi Ugo Borsatti, Adriano de Rota, Livio Amstici, Gianni Anzalone, dell’agenzia fotografica Giornalfoto, dell’archivio fotografico comunale e dell’archivio donato dalla famiglia del Sindaco Gianni Bartoli.
Venerdì 1 novembre, alle ore 11.00, al Museo della guerra per la pace Diego de Henriquez (via dei Tominz 4) è invece in programma la visita guidata alla mostra “Vola Colomba. Cronache triestine 1945-24” con la curatrice e responsabile del Museo, Antonella Cosenzi. La mostra – alla quale si accede con biglietto di ingresso al Museo, visitabile lunedì, giovedì, venerdì, sabato e domenica dalle 10.00 alle 17.00, mercoledì dalle 10.00 alle 19.00 – propone una cronistoria narrata attraverso varie classi di materiali: scene di vita politica, ma anche quotidiana, si alternano nella rassegna di quegli eventi che portarono Trieste all’atteso ritorno all’Italia. Il viaggio all’interno del percorso espositivo offre al visitatore gli strumenti per meglio comprendere le complessità e le difficoltà che contraddistinsero il decennio ’45-’54 nella città di Trieste.
Il “Civico Museo di guerra per la pace Diego de Henriquez” si apre secondo il desiderio del suo ideatore all’insegna di un approccio ampio al tema “guerra”, volto al superamento del concetto stesso di conflitto in nome di una consapevole tensione umanitaria verso la pace.
Nel primo hangar restaurato al piano terra trova posto l’esposizione permanente di approfondimento “1914-1918 Il funerale della Pace”, dedicata alla storia del primo conflitto mondiale, che si apre con il corteo funebre di Francesco Ferdinando erede al trono d’Austria-Ungheria, assassinato con la moglie a Sarajevo il 28 giugno 1914, evento che dà inizio alla Grande Guerra.
Nell’ampio spazio centrale trova posto l’esposizione pressoché integrale dei cannoni e dei mezzi inerenti al periodo, corredati da testi esplicativi, fotografie, manifesti propagandistici, armi e oggetti d’epoca provenienti dalla collezione H.
Al piano superiore il discorso si fa generale grazie a una sintetica cronologia (“Cento anni di guerre”) che parte dal Novecento e arriva all’oggi. L’esposizione al piano è focalizzata sulla storia di Trieste nella prima guerra mondiale, nel periodo fascista e nel secondo conflitto mondiale fino alla riunione con l’Italia nel 1954. La narrazione cronologica si intreccia con la vita di Diego de Henriquez, fornendo una esauriente sintesi della storia generale e locale.
In copertina: L’attrice Nyta Dover per un servizio commissionato a Borsatti dall’agenzia milanese Roto Foto di Fedele Toscani, 30 gennaio 1954, foto esposta alla mostra Lunario