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Le meteore del rock : Industry

DiAlPontelli

Apr 15, 2020

Le meteore del rock : Industry

Nella lunga e affascinante storia del rock e delle band che fin dagli anni ’50, assieme ai cantanti solisti, hanno caratterizzato il mercato discografico mondiale siamo ora a parlare del fenomeno delle cosiddette “meteore”, ovvero di quegli artisti o quelle band che hanno vissuto fama e gloria per un breve o brevissimo periodo ma che comunque grazie ad una loro canzone o due o ad un loro album sono rimaste impresse nella memoria collettiva.

Iniziamo subito con una band, attiva fin dalla fine degli anni ’70 originaria di New York, che ha saputo con un solo album e un paio di hit farsi largo ed essere ricordata da tutti gli over 40 dopo oltre 35 anni dalla pubblicazione del loro unico disco : questa band sono gli Industry.

La prima versione della band, formatasi nel 1978 a Long Island – New York, aveva il nome di Industry Complex ed era formata dal batterista e fondatore Mercury Caronia e dal cantante e chitarra ritmica Sean Kelly, ai quali si aggiunse poco dopo il compositore e chitarrista Andrew Geyer.

Il trio si cominciò a muovere nell’area di long island suonando in piccoli club una sorta di pop rock elettronico e nel 1979 decise di cambiare il proprio nome in Industry.

Le idee non mancavano di certo, soprattutto Caronia era un patito di musica elettronica sperimentale e assieme a Geyer, abile anche come ingegnere del suono cominciarono, a comporre musica che si rifaceva al british pop rock elettronico.

La mente di Caronia era più aperta degli altri due, i quali invece volevano mantenere un suono più tradizionale e vicino ai gusti americani, ed infatti l’anno successivo i due lasciarono la band per intraprendere nuovi progetti.

Nel 1981, dopo che Caronia aveva inciso alcune tracce rudimentali ma efficaci con il solo ausilio del synth e della batteria, ingaggiò tramite locandine un chitarrista, Brian Unger, un cantante e tastierista Jon Carin e un bassista Rudy Perrone. Il quartetto aveva le idee chiare e le composizioni di Caronia vengono riarrangiate dal talento di Carin e degli altri 2 elementi che presto hanno pronto il materiale per una casa discografica.

La band inizia ad avere un certo seguito nell’area newyorkese proponendo un efficace miscuglio di synthpop, elettronica e rock. Nel 1982 un produttore della Capitol records durante una loro esibizione in un club di Yonkers viene folgorato dalla musica proposta dal giovane quartetto e propone loro un contratto discografico con la sua importante etichetta. La voce di Carin piace molto e anche il suo modo di suonare le tastiere, innovativo e creativo, cosi come la sezione ritmica di Perrone e Caronia (di chiare origini italiane…) molto pulsante ed efficace, coadiuvata dalla sapiente chitarra di Unger, sempre molto precisa e puntuale negli interventi e che ricorda a tratti quel genio di Manzanera dei Roxy music per le trame e l’utilizzo degli accompagnamenti melodici.

Siamo agli inizi del 1983 e il disco è pronto all’uscita. Esce in tutto il mondo il loro singolo “State of the nation”, un motivo accattivante e splendidamente arrangiato che non fatica a scalare tutte le classifiche raggiungendo soprattutto in Europa e in Asia le primissime posizioni delle top ten. La band entra a far parte del gotha della musica pop di quell’anno e il loro album d’esordio (che poi sarà l’unico) “Stranger to stranger” diventa uno dei più venduti al mondo assieme agli album di artisti come Talk Talk, Inxs, Van Halen, Billy Idol…

Il secondo singolo estratto dall’album, “Still of the night” non riuscirà ad ottenere lo stesso successo del primo singolo “State of the nation”, anche se comunque riuscirà ad entrare in classifica nella top ten in Italia, Germania, Francia, Inghilterra, Filippine, India e Australia.

Il terzo singolo estratto “Romantic dreams” non ebbe il successo sperato e non riusci a raggiungere la top ten seppur le vendite furono discrete. Il quarto singolo “Communication” sarebbe dovuto uscire poco dopo ma la casa discografica non volle. Dopo un lungo tour mondiale, anche come supporto a Billy Idol e Talk Talk e centinaia di ospitate in altrettanti programmi televisivi e con la band al top della popolarità in mezzo mondo ecco arrivare il colpo di scena.

Siamo nel 1984 e il leader Jon Carin comunica la sua intenzione di lasciare la band e di dedicarsi alla composizione, stanco e stressato dagli ultimi intensissimi 12 mesi troppo pesanti per la sua personalità, molto schiva e introspettiva, lontana dalle luci della ribalta.

La Capitol Records pubblica inaspettatamente, all’inizio del 1984, il singolo “What have i got to lose”, che sarà l’ultimo e che sarebbe stato riarrangiato e riutilizzato come singolo di lancio del secondo album della band che però non uscirà mai. La band infatti si scioglie alla fine del 1984 e tutti i membri intraprendono carriere soliste.

Carin diventa apprezzato autore e turnista per band del calibro di Roxy music e Bryan Ferry, Psychedelic furs e addirittura Pink Floyd(è coautore di Learning to fly…).

Brian madden Unger successivamente fonda con la cantante Shannon Rae Amoroso il due pop folk Madden-Rae che ottiene un discreto successo negli Stati Uniti, mentre Caronia e Perrone continuano il loro viaggio musicale formando band e vivendo sostanzialmente di musica.

La band:

Industry complex – 1978-79

Mercury Caronia – batteria tastiere

Andrew Geyer – chitarra tastiere

Sean Kelly – voce e chitarra

Industry – 1979-84

Jon Carin – voce,tastiere

Mercury Caronia – batteria

Rudy Perrone – basso,voci

Bryan Madden Unger – chitarra,voci

Discografia :

1983 – Industry EP ( 5 brani)

1983 – Stranger to stranger

Singoli :

1983 – State of the nation

1983 – Still of the night

1983 – Romantic dreams

1984 – What have I got to lose

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