Si conclude nel segno di uno dei maggiori compositori contemporanei, l’innovativo, geniale e carismatico Luigi Nono, il cartellone dei Concerti autunno 2024 del Conservatorio Tartini: martedì 17 dicembre, alle 20.30 debutta la nuova produzione Apparizioni invisibili per Luigi Nono. Video originali per la musica acusmatica di Luigi Nono, una video opera collettiva realizzata dalla Scuola di Musica e Nuove Tecnologie del Conservatorio Tartini di Trieste, a cura del docente Paolo Pachini, prodotta con l’apporto di Lorenzo Bosich, Massimo Capuzzo, Dana Bagioli, Enza De Rose, Angelica Faccani. Scorreranno, nel corso della serata, diverse partiture di Luigi Nono: dall’Omaggio a Emilio Vedova (1960) al Contrappunto dialettico alla mente (1967-8), e da Ricorda cosa ti hanno fatto in Auschwitz (1966), Musiche per Manzù (1969) a Für Paul Dessau (1974). La produzione è realizzata con il patrocinio della Fondazione Archivio Luigi Nono e in collaborazione con il Teatro La Contrada di Trieste, l’ingresso è liberamente aperto alla città, su prenotazione. Info e dettagli www.conts.it, tel. 040 6724911. IL cartellone dei Concerti el Conservatorio è curato dal Direttore del Conservatorio Sandro Torlontano in sinergiacon il delegato della Produzione artistica, Luca Trabucco. Prevista una introduzione sul tema “Luigi Nono e le radici dell’avanguardia del XX secolo”, curata da Alvise Vidolin, Stefania Amisano e Paolo Pachini:
L’idea di realizzare delle opere video da affiancare ai lavori per solo nastro di Nono, oltre alla fascinazione per queste musiche e al desiderio della sfida artistica, nasce con l’intento di esplorare il processo creativo del compositore in ambito visivo, muovendo l’invenzione nel campo dialettico che si apre tra significato palese e astrazione. Il progetto è stato concepito nell’ambito della Scuola di Musica e Nuove Tecnologie del Conservatorio di Trieste, dove da quasi 20 anni è attivo un Biennio di Specializzazione centrato sulla creazione multimediale e multimodale. Il gruppo di lavoro è formato da allievi avanzati coordinati ed affiancati per la cura dell’opera dal professor Paolo Pachini. Il concerto si enuclea su una alternanza di materiali astratti che assumono caratteri semantico/referenziali, e materiali concreti che divengono astratti veicoli di emozione: il corpus delle opere per nastro magnetico solo di Luigi Nono esplora con magnifici risultati musicali questa apparente dicotomia, declinata con successo sul piano dialettico. Nate ciascuna da un particolare spunto legato alla storia del XX secolo, alla politica dell’epoca e a figure di artisti coevi, queste musiche rappresentano un momento essenziale di arricchimento della poetica noniana. Diviene infatti necessario per l’autore mettere in atto un rapporto diretto col materiale sonoro, seguendo un processo dove la definizione della struttura musicale deriva dall’investigazione delle proprietà acustiche del materiale di partenza e dalle sperimentazioni riguardo le possibilità di manipolazione offerte dall’elettronica. Il processo creativo della musica elettroacustica viene assunto come un fattore di potenziamento del principio per cui ogni opera può e deve definire una propria grammatica in base all’analisi degli elementi concreti che la costituiscono e non solamente sulla base di regole e stilemi pre-codificati.
Omaggio a Emilio Vedova introduce il tema delle mani, del loro incontro e dell’incontro con la superficie. La superficie pittorica soggetta a segni materici organici e astratti; la superficie virtuale della grafica generativa, razionale e geometrica. L’urto energetico tra le due.
Contrappunto dialettico alla mente schiude segni di luce e segni di sofferenza, costrizione. Giovani che vagano, fuggono e sono sospesi in spazi chiusi. Il potere proietta strutture e memorie sui corpi. Persuasione e reclutamento, sacrificio in nome del potere economico. Le mani stracciano la retorica. L’edonismo mediatico come macchina dell’illusione e macchina di morte.
Ricorda cosa ti hanno fatto in Auschwitz racconta in musica ciò che non si può dimenticare e che non si può rappresentare. Le sue spoglie sublimate, la sua memoria fotografica come luogo del biasimo. “Mammona”, diavolo “dio” del denaro, idolo sui si proiettano le testimonianze, a svelare l’origine dei fatti, l’inconfessabile assassinio di una parte sull’altra parte dello stesso tutto. Il sinistro fantoccio della storia, sempre pronto a rinascere, sempre in agguato in noi. E ancora le mani, che si cercano, si amano, si difendono nella sofferenza.
Musica per Manzù rappresenta un tempo fermo e leggero, ma sempre mutevole delle nuvole. Si è liberi, seppur nel ricordo del peso della terra. Evoluzioni circolari, apparizioni e sparizioni infinite: vera forma di cosa è la vita. Noi siamo il naturale e l’artificiale assieme e forse le due nostre essenze potranno convivere, grazie all’abilità, all’assistersi delle mani. Lo stesso precario equilibrio può essere fertile pace o terribile guerra.
Für Paul Dessau fonde la memoria di una promessa col riflesso delle acque native di Luigi Nono, dove i palazzi del potere divengono dolci onde. Una rivoluzione oggi dimenticata e tradita, ma che può rinascere e avverarsi d’improvviso, senza traumi, nella mente e nella vita dei giovani.