INCONTRIAMOCI IN SOPRINTENDENZA
A Udine nel Salone Nobile di Palazzo Clabassi, sede della Soprintendenza, via Zanon 22
giovedì 4 aprile alle ore 17.00
“Francesco Pascotto, artista fotografo: intelligente indagatore dei vissuti nel sacro”
a cura di
Simone TOFFOLON
La Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio del Friuli Venezia Giulia nella sede di Udine, vista la partecipazione e la richiesta del pubblico, organizza un nuovo appuntamento del ciclo “INCONTRIAMOCI IN SOPRINTENDENZA”. Una serie di eventi per far conoscere la sede di palazzo Clabassi e l’attività della Soprintendenza, con incontri aperti al pubblico su temi storico-artistici, tecnici, scientifici e di approfondimento. Il primo incontro si svolgerà a Udine nel Salone nobile di Palazzo Clabassi, sede della Soprintendenza, giovedì 4 aprile alle ore 17.00, si terrà la conferenza dedicata al tema “Francesco Pascotto, artista fotografo: Intelligente indagatore dei vissuti nel sacro”. Interverrà Simone Toffolon per parlare dell’importante e prezioso lavoro di documentazione fotografica del patrimonio artistico ecclesiastico realizzato dall’artista.
Francesco Pascotto, del clero di Concordia, fu incaricato dalla Commissione d’Arte Sacra di eseguire il primo inventario fotografico voluto dal cardinal Gasparri, nel tempo (primo Novecento) in cui la Chiesa acquisiva in modo sempre più responsabile la consapevolezza del proprio patrimonio d’arte.
Il lavoro di don Pascotto si svolge tra il 1928 e il 1932, con dinamiche cariche di fascino, di coraggio e di una passione per il manufatto – di ogni materia, purché di qualità – nel quale si legge l’intelligenza di considerare opera d’arte quanto frutto creativo plasmato dalle mani dell’uomo.
Inizia nel cuore della Diocesi (Concordia e Portogruaro) per arrivare a toccare le parrocchie di Erto, Cimolais e Claut.
Le lastre e lo sviluppo delle opere – che sono esse stesse di valore artistico – documentano un patrimonio, ora in parte ferito e perduto, di cui possiamo conoscere il profilo almeno figurativo grazie al paziente lavoro di questo prete: raccontato, da quanti lo hanno conosciuto, come parroco severo e rigoroso, si rivela al tempo stesso come geniale inventore, uomo dalla sensibilità per il bello, attento indagatore del vissuto quotidiano iscritto nella vita sacra e liturgica delle chiese e delle sagrestie, dove è stato capace di riconoscere e documentare quanto era pensato, voluto e plasmato per il culto, nelle altezze delle arti riconosciute e dichiarate come tali, ma anche nella concretezza di ciò che può sembrare modesto ma ha il suo valore di materia, di manufatto, di storia.