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Conosciamo SCATE dopo l’uscita del suo EP il 19 ottobre

DiRedazione

Ott 21, 2023

Caterina Dall’Ava, classe ‘83 e sandanielese DOC come il prosciutto crudo, viene a contatto con la musica hip hop durante il liceo, a ridosso del cambio di millennio. Al tempo in Italia questo genere non era ancora stato legittimamente riconosciuto. L’insicurezza del periodo adolescenziale ha fatto sì che lei non osasse cimentarsi davvero in nessuna delle quattro arti, ma il destino aveva in serbo un piano che, a ridosso dei quarant’anni e dopo dodici anni in Germania, l’ha portata nel 2019 a vivere a Varese, città di origine di uno dei suoi gruppi preferiti, gli OTR. Una volta in Sede le rime sono cominciate a scorrere e ha registrato il suo primo pezzo “S-mamma”. Durante il periodo del Covid partecipa a molti contest online per farsi le ossa. Scate adora i brainstorming e in testa ha già troppi progetti che pian piano cercherà di concretizzare. Alla sua età cerca sempre di mandare un messaggio con ogni suo pezzo, anche se più leggero, e spesso scrive brani impegnati a favore di cause che le stanno a cuore come l’uguaglianza fra i generi.

Per Scate l’essenza dell’hip hop è la condivisione. Nel 2020 collabora al progetto tutto al femminile di “Eclectic witches” per il quale pubblica “Ballerina stanca” su beat di L.o.o.p.p.o.l.o. Collabora due volte con il rapper tedesco Slammer Jammer e il suo producer Input Beatz e nel 2022 prende parte alla posse track “Branchie” prodotta dal Piranha all’Idroscalo.
“Radiografia femminile” è il suo primo EP in uscita il 19 ottobre 2023 ed è una raccolta concettuale dei suoi primi lavori tutti accomunati da varie sfaccettature della femminilità. Va contro i cliché legati ai ruoli predefiniti assegnati alla donna nella società, come ad esempio di mamma e di milf, e riporta vari tranche de vie dal suo quotidiano in cui probabilmente molte altre donne si riconosceranno.
Per il prossimo futuro ci sono all’orizzonte altre collaborazioni al femminile e un EP con il rapper Sonsz, nonché qualche nuovo singolo e anche il sequel di “Radiografia femminile”. Scate vuole anche esercitarsi in freestyle per poter finalmente entrare nel Sanvi Cypher, ovvero la versione varesina del Muretto di Milano nato di recente.
Riuscire a conciliare l’hip hop con la sua vita lavorativa e familiare è la sfida più grande, ma non si torna indietro! Il tempo stringe ed è giunto il momento di saldare il conto che aveva in sospeso con la doppia acca e con la realizzazione di sé stessa.

Il suo racconto sulla produzione dell’EP “Radiografia femminile

Questo mio primo EP intitolato “Radiografia femminile” riunisce 8 brani scritti negli ultimi due anni e che partendo dall’esplorazione di me stessa finiscono per raccontare scenari del quotidiano di tante donne. Si tratta di una raccolta concettuale per me molto importante sia per tracciare un filo conduttore fra i miei primi pezzi, sia per offrire un quadro mano a mano più completo di quella che è la complessità non solo della mia persona, ma in proiezione anche di ogni donna. La musica permette di scavare in profondità, mette le dita nelle ferite e facendolo le disinfetta. Mamme che salgono sul palco con piedi in mille scarpe e che si sentono fuori posto, donne che perdono la pazienza ma dovrebbero sempre essere padrone di sé e composte, donne che si sentono bene con se stesse solo se avvenenti. Dietro ai tanti stereotipi e ruoli fissi in cui una donna deve rientrare, fra cui anche la figura quasi mitologica della milf, ci sono delle persone, con la Schwa. Per questo nell’EP c’è una canzone contro chi appena sente la parola femminismo o si sente fare un’osservazione riconducibile ad esso, alza subito il dito e chiude le orecchie. E questo nei confronti del femminismo in tutte le sue forme, compresa quella per me unicamente giusta e possibile, ovvero del femminismo intersezionale. Non a caso nell’EP c’è anche un featuring con Akromion, rapper pugliese. Come lui recita nella sua strofa “La voce di una donna armonizza il tono” di quella maschile. Io sono infatti per l’uguaglianza e la cooperazione fra sessi, questione molto complessa dopo 7000 anni di storia in cui nella società si è radicato sempre più il patriarcato.

Non si anticipano mai i sequel, ma per questo EP ci sarà prima o poi un numero 2. Le cose da dire e i pregiudizi e i malintesi da sfatare sono ancora tanti.

I brani sono stati tutti masterizzati da Mas, mio amico e mentore del collettivo Voci di Periferia di Milano. Le produzioni sono invece più variegate, con la forte presenza di PJ Neena, autore delle basi di “Vita Scatenata” e “Real Milf”. Per “Be Zen” ringrazio moltissimo il mio bro Joao Kidd e per “Lost in Translation” il produttore tedesco “Input Beatz”. Con grande orgoglio posso anche dire di avere un brano, “A metà”, su beat di Captain Futuro Beats ovvero del grande ESA degli Otierre, gruppo fondamentale per l’hip hop italiano.

Per la cover curata dal grafico Giordi ho scelto il face painting, forma d’arte vicina a quella dei graffiti, che raffigura ciò che si nasconde sotto la mia pelle e che trova libero sfogo nei miei brani. Sul collo c’è una catena spezzata che rimanda alla canzone di apertura “Vita scatenata”,  ovvero libera da catene e senza bavagli sulla bocca, proprio come su una base strumentale vuota da riempire. “Ready or not?” è una citazione dei Fugees, di cui faceva parte la mia rapper preferita Lauryn Hill. L’opera è firmata Mame di Lune, una bodypainter di origini friulane.

Ci ho messo vent’anni a fare quello che avrei dovuto fare in gioventù quando uscivo dal liceo e andavo ad ammirare i breaker sotto la loggia di Udine e giravo con una crew di amici che si sono tutti costruiti delle carriere nel mondo della musica. Nel brano conclusivo “Baggy jeans” racconto del mio percorso di vita in cui l’hip hop mi ha sempre accompagnata e protetta come un paio di pantaloni più grandi di tre taglie, una sorta di “gonnone della nonna”.
Far uscire un disco da soli senza etichette o aiuti è molto impegnativo ma è stata una bellissima esperienza che mi ha permesso di conoscere tante altre persone animate dall’amore per la musica, che mi ha spinta ad impegnarmi e faticare per un sogno veramente mio. Le ore passate a rifinire i pezzi, a provarli, a registrarli in studio e anche le performance live mi hanno fatto acquisire sicurezza e donato moltissima energia nonostante il poco tempo e i ritmi serrati.

Descrizione short delle singole tracce

  1. Vita s-catenata                               3:12
    2. Be zen                                         1:48
    3. S-mamma                                   2:30
    4. Real Milf                                      3:00
    5. A metà                                        2:31
    6. Il futuro è donna                         2:14
    7. Lost in translation                       2:41    
    8. Baggy Jeans                                3:13

“Radiografia femminile” su Spotify:     https://open.spotify.com/album/4aAaN5N3Duo4d5bjaqdgvo

“Be Zen” su YouTube:                     https://youtu.be/85pW4rcFrkE

Scate ci parla delle sue canzoni :

  1. Vita scatenata: Signature track il cui titolo contiene il mio nome d’arte (scate-nata) e in cui avviso gli ascoltatori che dopo 20 anni in cui le rime mi si sono accumulate nel cervello, adesso ho aperto i rubinetti e mi scateno davvero. Sulle strumentali si è veramente liberi di esprimersi, senza catene.
  2. Be zen: Quante volte al giorno Scate, o una donna in generale, sbarella o rischia di perdere la pazienza? Da noi “signore” ci si aspetta sempre un grande aplomb, ma è spesso tutta facciata. Come andare avanti? Sopportare ma con filosofia, fare voodoo mentale terapeutico confidando nel karma, e berci qualche spritz a fine serata per poter affrontare il giorno seguente?
  3. S-mamma: Essere mamma e osare muoversi al di fuori degli spazi e schemi che tradizionalmente le vengono assegnati è una bella sfida. Una mamma rapper sul palco dovrebbe “smammare” e andare a cucinare e pulire, dedicarsi alla famiglia. Ansia e sensi di colpa ne abbiamo già fin troppi, senza bisogno di infierire. Ma “il rap è la mia camomilla” e “più dite ad una mamma smamma, più lei testarda non molla”. 
  4. Real Milf: Fra i cliché sulla donna c’è quello sulle “milf”. Questo brano riflette su questa figura quasi mitica e sul fatto che “Milf non è proprio un complimento”, ma che a volte quando ce lo si sente dire si prova un po’ di sollievo perché si ha la riconferma, oltrepassati i 40 anni, di essere ancora attraenti. Dietro una milf c’è prima di tutto una persona che si vede appassire e per la quale uno sguardo interessato aumenta l’autostima. Tutto il resto sono pregiudizi e conclusioni affrettate. 
  5. A metà: Questa canzone descrive la dicotomia fra una vita stabile con ad esempio un lavoro indeterminato e una famiglia, e all’opposto una vita veramente libera senza alcune costrizioni. Gli estremi non sono sempre la soluzione migliore e quindi spetta a noi trovare i giusti compromessi per rimanere sospesi, a metà, in un fragile equilibrio e sempre a rischio di cadere.
  6. Il futuro è donna: Ultimamente le femministe sono fortemente sotto attacco, e bollate tutte allo stesso modo come estremiste. Ma le donne sanno che il femminismo non dovrebbe esistere, ma allo stesso tempo sentono di non poter abbassare la guardia. A loro basterebbe vedersi riconosciuti gli stessi diritti e lo stesso trattamento riservati ai maschi. “Il futuro è donna” è uno slogan a cui siamo costrette, non dimenticatelo.
  7. Lost in translation: Io e Akromion, rapper pugliese featuring di questo brano, ci siamo entrambi laureati in traduzione presso la prestigiosa facoltà di traduttori e interpreti a Trieste. Una laurea per capire che è impossibile intendersi veramente. I fraintendimenti sono frequentissimi, e interessano per assurdo anche la comunicazione con noi stessi medesimi. La musica però ci sembra una dimensione superiore e immune a tutto questo e far uscire parole e pensieri dalla nostra bocca amplificati dal microfono ha un effetto liberatorio. Speriamo di essere capiti alla lettera, ma se così non fosse confidiamo nel buonsenso e nella sensibilità degli altri.
  8. Baggy Jeans: In chiusura dell’EP una canzone nostalgica che parla di come mi sono avvicinata e innamorata all’hip hop e di come da giovane non fossi pronta a partecipare attivamente ad alcuna delle quattro arti che compongono questa cultura. Il mio è stato un processo di presa di consapevolezza durato 20 anni, un periodo in cui i valori di base che mi aveva veicolato come la sincerità, la libertà di parola e la condivisione, mi hanno accompagnata e protetta come un paio di avvolgenti “baggy jeans”, i pantaloni larghi che indossavo al liceo.

https://www.youtube.com/@scate1318

https://distrokid.com/hyperfollow/scate2/radiografia-femminile

Di Redazione

Direttore : SERAFINI Stefano Per ogni necessità potete scrivere a : redazione@vocedelnordest.it

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